Capitolo 42

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Mentre siamo seduti a tavola tento di evitare lo sguardo di Jace ed Emma. Mi concentro più che altro su Scarlett, visto che finora è l'unica con cui non ho ancora fatto figure di merda.
Perché devono capitarmi tutte assieme?!

"Siete riusciti a parlare?" Mi chiede Scarlett, gentilmente.
Per un istante i miei occhi e quelli di Jace si incontrano, per poi dividersi nuovamente.
"Ehm... sì-"
"Da quel che ho visto io, sembra che abbiano anche più che chiarito." Emma soffoca una piccola risata. Jace le tira una gomitata, guardandola in cagnesco.
"Emma, tesoro. Sono sempre più convinta dell'idea che dovresti farti gli affaracci tuoi." Sorride ironicamente Scarlett.
Io continuo a mangiare, stando zitta dall'imbarazzo.
"Lo dici a me, ma sei la prima che ha iniziato a fargli domande." Le fa una smorfia Emma.
"Ok! Finitela! Tanto adesso Alison deve tornare a casa, non è vero?" Dice Jace, facendomi capire che vuole evitare tutta questa conversazione.
"Ehm... che ore si saranno fatte? Sì, devo proprio tornare a casa!" Esclamo, tentando di sembrare credibile.
"Perfetto, andiamo. Ci vediamo dopo." Jace mi prende per un braccio, facendomi sollevare dalla sedia.
"Ciao, e grazie mille della cena!" Dico di fretta, mentre Jace mi trascina fuori casa.
"Grazie a te! Torna a trovarci presto!"
"Sicur-" Non faccio in tempo a finire la frase che Jace ha già sbattuto la porta e mi ha già portata fuori dal palazzo.

"Scusa se ti ho portata via così, ma quelle due pazze non sanno farsi gli affari loro."
"Ehm, no... tranquillo. Forse hai fatto la cosa migliore." Dico, sottovoce.
"Per fortuna ho sempre una copia delle chiavi con me, almeno posso portarti in macchina."
"Menomale..." Sussurro, sorridendo.
Mentre ci dirigiamo verso la macchina, il telefono di Jace inizia a squillare.
"Merda!" Si mette una mano sulla fronte.
"Che succede?"
"È Nate. Devo riportargli le chiavi di casa che ha dimenticato nella borsa di mia sorella... Hai fretta?" Mi chiede.
"Mh... no, per ora."
"Menomale, aspettami qui. Pronto?" Sale velocemente le scale del palazzo, continuando a parlare al telefono con Nate.

Dopo neanche due minuti è nuovamente giù. Apre la macchina e mi fa cenno di salire mentre lui prende posto al volante.
"Ma dov'è Nate, ora?" Domando.
"A lavoro, in un bar. Tranquilla non è lontano ci vogliono pochi minuti. Poi ti riporto subito a casa."
"Va bene."

Come promesso, poco dopo, ci ritroviamo davanti a un piccolo bar.
Quando entriamo vediamo un lungo bancone con delle mensole piene di alcolici di ogni tipo. Sulla sinistra ci sono dei piccoli tavoli bianchi sui quali sono sedute persone di ogni età, da ragazzi ad anziani.

"Finalmente! Tra meno di un ora finisco e rischiavo di dormire sotto un ponte!" Esclama Nate, appena vede Jace entrare.
"In quel caso te le saresti venute a prendere da solo. Toh." Gliele lancia.
"Oh, Allie! Ci sei anche tu! Scusami, non ti avevo vista." Mi sorride, da dietro il bancone.
"Ciao, Nate." Ricambio il sorriso.
"Posso offrirvi qualcosa da bere?"
Jace mi guarda, come per chiedermi il permesso per restare.
"Ehm, io non prendo nulla, ma possiamo rimanere un pochino. Anzi, ne approfitto per andare un attimo in bagno."
"Va bene, poi torna qua." Dice Jace.
"Sì." Dove potrei andare se no?
Guardo in fondo al bar, e trovo l'insegna del bagno. Mentre mi dirigo noto un gruppo di ragazzi che sta giocando alle slot machine. Li oltrepasso, evitandoli, ma mi blocco quando mi sembra di aver sentito pronunciare il mio nome.
"Alison? Sei tu?"
Quando mi giro vedo un ragazzo alto, vestito di nero, con dei folti capelli scuri e gli occhi color nocciola venire verso di me.
Appena lo riconosco, il mio cuore inizia ad accelerare, provocandomi un forte tremolio alle gambe.
"D-Davis..." Abbozzo un sorriso nervoso.
"Da quanto tempo!" Sorride lui.
"G-già..." Rido falsamente, mentre nel frattempo mi accorgo che il suo gruppo di amici ci sta guardando.
"Quanti saranno? Due anni?"
"Penso di sì, credo..."
"Cavolo, non mi sarei mai aspettata di vederti qui! Sei da sola?"
"No, stronzo, è con me." Sento una voce alle mie spalle. Anzi, sento la voce. La sua.
"Oh, Hogan! Ma che cazz- Vi conoscete?" Davis sfodera un sorriso a trentadue denti alla vista di Jace, e gli dá una pacca sulla spalla.
"Questo dovrei chiederlo io, se mai. Vi conoscete?" Chiede, con aria dura, guardandolo dritto negli occhi.
"Certo! Ci frequentavamo alle medie!"

Merda...

A quella dichiarazione, Jace sposta immediatamente lo sguardo su di me.
"Sta scherzando, vero?" Ride amaramente.
"Jace-"
"Perché dovrei scherzare, amico? Alison, diglielo anche tu! Anche se poi ci siamo lasciati per via di tuo fratello non vuol dire che non ci fossimo frequentati."

Ma non può tenere la bocca chiusa, questo cretino?!

"Di tuo fratello...?" Mi chiede Jace, confuso.
"Fammi spiegare-"
"Non dirmi che anche tu stai avendo problemi con lui? Fra', dammi retta allora... lasciala perder-"
Davis non fa in tempo a finire la frase che Jace lo ha già preso per il collo e messo spalle al muro.
"Jace, fermo!" Urlo, spaventa dal suo gesto improvviso.
Il mio sguardo cade verso gli amici di Davis, che però sono fermi immobili, così come il resto delle persone all'interno del bar. Sembra come se avessero paura di lui.
"Senti, coglione. Non so che tipo di problemi tu abbia avuto con Evans, ma sono cazzi miei se frequentarla o meno. Chiaro?"
"Non... respir-" Davis tenta di liberarsi dalla presa al collo, ma inutilmente.
"Jace! Che cazzo fai?!" Nate arriva improvvisamente, riuscendo a dividerli.
I suoi occhi freddi come il ghiaccio rimangono fissi su quelli di Davis.
"Andiamo." Dice semplicemente, prendendomi da un polso e trascinandomi via dal bar.

Il Peggior Nemico di Mio FratelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora