Capitolo 89

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Non appena la situazione tra Heric e Nate sembra calma, quest'ultimo si fionda su Jace, iniziando a dargli dei piccoli colpi al viso.
"Jace! Sono Nate! Come stai?!"
Jace emette solo dei piccoli versi e sembra non riprendere i sensi.
Io sto facendo fatica a mantenere la calma ormai. Quanto darei per vederlo stare bene e non così privo di forze... In questo momento vorrei tenerlo tra le mie braccia e stringerlo forte...

"Ma com'è possibile tutto questo?! Eppure il 16 febbraio è passato da un pezzo...!" Mio fratello è completamente diverso. Non l'ho mai visto preoccupato per Jace.
Eppure eccolo qua: con lo sguardo sconvolto e il timore che gli si legge negli occhi.
"Stavolta non credo c'entri qualcosa..." Dice Nate, a voce veramente bassa.

Un attimo... ma... il 16 febbraio è una data che ho già sentito...

"L'avevo capito, sai?" Sbotta mio fratello, passandosi una mano tra i capelli.
Io continuo a guardarli entrambi confusa, nella speranza di capirci qualcosa, e forse sono riuscita ad afferrare, ma non del tutto... da quel che ricordo quella è la data della morte... dei suoi genitori. Ma la vera domanda è... cosa c'entra, in questo momento?

"Potreste spiegarmi...?" Chiedo cauta.
Loro mi guardano con un espressione strana, direi quasi... timorosa.
"Te l'avevo già detto, Allie. Jace è uno che regge l'alcol, anche fin troppo bene-"
"E allora perché si è conciato così?! Non è neanche la prima volta!" Interrompo Nate, forse in modo troppo brusco. Ma vederlo stare così male, pallido e debole mi fa salire quasi la stessa nausea che sta provando lui in questo momento!
Lui rimane un attimo in silenzio, per poi ricominciare a parlare.
"Tu dovresti saperlo bene il motivo, Allie. Più di chiunque altro." Sorride. Uno di quei sorrisi tristi e deboli, ma sinceri. Un sorriso d'intesa, come se volesse farmi capire qualcosa che, in realtà, credo di aver già afferrato.
Mio fratello, senza dire nulla, si alza per andare a prendere l'acqua, così da fargliela bere per espellere più alcol possibile dal corpo.
Io mi sento arrossire, e interrompo il contatto visivo con Nate, per poi riporlo su Jace.

Dio, quanto è bello... pure da ubriaco è il ragazzo più bello dell'universo...
Ti ho fatto solo del male... e questo non potrò mai perdonarmelo... ma allora perché ti sei rifiutato di parlare con me, quel giorno a scuola...?

"Cosa c'entrano i suoi genitori...?" Domando diretta. Ho bisogno di sapere. Devo sapere.
"Il 16 febbraio Jace diventa sempre ingestibile. È l'unico giorno all'anno in cui perde il controllo e beve fino a dimenticarsi il suo stesso nome. Ma so che quest'anno, non è andata così. E questo perché c'eri tu, con lui."
Alle sue parole sento una stretta al cuore. Sposto lo sguardo su Heric e, devo ammettere, che mi aspettavo qualche suo gesto di disprezzo, mentre invece sta solo versando l'acqua nel bicchiere.
"Te l'ha detto lui...?"
"Sì. Jace mi dice tutto. Se non fosse stato per te, si sarebbe ridotto così anche quel giorno."
"Ma è un idiota! Non avrebbe dovuto farlo mai più!" Urlo, con le lacrime agli occhi.

Ormai sento il cuore in mille pezzi e un nodo immenso alla gola. Tutto il peso che stavo tenendo sul petto sembra voler uscire fuori, proprio in questo momento...

"Allie, stai tranquilla. Jace è tosto. Vedrai che si riprenderà in una nottata." Heric mi lascia spiazzata, pronunciando quelle parole in modo serio, e continuando a stare al fianco di Jace, per fargli bere acqua. Non pensavo avrebbe mai potuto dire qualcosa del genere. Parla quasi come se lo conoscesse benissimo... e, forse, è proprio così. Nelle sue parole sussurrate c'è un filo di preoccupazione, ma sento di potermi fidare di lui.

Lo spero, fratellino... lo spero tanto. Ho un bisogno immenso di lui. Di vederlo allegro e rompi scatole come sempre, di sentire la sua voce fin troppo alta tra i corridoi della scuola, ma ho bisogno soprattutto dei suoi abbracci, dei suoi baci e sí, anche delle parole che mi sussurrava all'orecchio... quelle che solo io potevo sentire. Ho bisogno di tutto questo.
Ti prego Jace, riprenditi.

D'un tratto lo vedo muoversi, ma intuisco subito che sta tremando.
"C-cos'ha?! Perché trema?!" Per di più, sembra quasi che pure io stia iniziando.
"Gli si dev'essere abbassata la pressione." Heric gli controlla il battito cardiaco dal polso.
"Sicuro. Allie, potresti portare una coperta, per favore?" Mi domanda Nate.
"Subito!" Salto giù dal divano alla velocità della luce e corro in camera mia per prendere una grande coperta in pile azzurra che uso solitamente nelle serate d'inverno.
Appena torno giù mi fiondo su Jace, per coprirlo il più accuratamente possibile.
"Non possiamo fare molto, se continua a bere e lo teniamo al caldo dovrebbe riprendersi in questa nottata."
Nate ha ragione, ma darei oro per farlo stare bene adesso, in questo preciso istante.

Poco dopo averlo coperto sembra stia tremando di meno, tant'è che lo sentiamo sussurrare qualcosa.
"A..."
Tutti e tre ci avviciniamo di più, per capire cosa voglia dirci.
"Cos'ha detto?" Chiede Heric.
"Parla, Jace." Continua Nate.
"Ripeti Jace, non abbiamo capito." Tento di incitarlo, ma si vede lontano un miglio che è debolissimo. Giuro, ho una voglia matta di stringerlo a me... ma con loro due qua presenti non mi sembra il caso.
"Allie..." Sussurra piano.

Il mio cuore perde un altro battito. Sia Jace che Heric mi guardano e io arrossisco come un peperone.
"Heric, ho bisogno di parlarti. Possiamo uscire un attimo?" Sotto l'espressione di Nate noto un leggero sorriso.
"Va bene." Mio fratello non oppone resistenza ed entrambi si alzano per andare verso la porta d'uscita.
"Allie, arriviamo tra poco. Se hai bisogno siamo qua fuori in giardino. Il tempo di fare due chiacchiere." Dice Nate.
"Ehm, ok..."

Improvvisamente ci troviamo soli.

D'istinto porto la mia mano sul suo viso distrutto. È così freddo e pallido.
Sento gli occhi lucidi e la voglia di lui mi sta travolgendo sempre di più.
Ormai, le mie guance sono completamente rigate dalle lacrime, e le mie labbra avvolte dalle sue. Mi abbasso leggermente per baciarlo dolcemente, e sento una presa sul mio fianco.
Nonostante com'è conciato, riesce a trovare le forze per tentare di abbracciarmi.
Dopo pochi secondi mi allontano, per ammirare il suo dolce viso distrutto dall'alcol.

"Svegliati Jace... mi manchi da morire..." Sussurro, appoggiando la mia fronte sulla sua, e in quel momento, sento una stretta ancora più forte.

Il Peggior Nemico di Mio FratelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora