I'm happy at home

1.3K 56 4
                                    

Vi avverto semplicemente che vengono nominati alcool e sigarette, ma per il resto la storia è super fluffosa.
Se volete dare ancora più dolcezza alla storia ascoltate in sottofondo You're My Best Friend.
Buona lettura!

John era lì, sulla poltrona. Dopo il concerto era sempre esausto, tanto quanto gli altri.
Ma lui reggeva molto meno: al termine dell'esibizione aveva ingerito più alcool di quanto ne stava in una cantina di vino.
I suoi occhi avevano una scintilla, che solo da ubriaco si poteva riscontrare.
-Vieni qui Y/N! Fammi un po' compagnia...
Impossibile resistere, non capitava spesso di poter passare del tempo con tuo marito, era sempre in giro per il mondo... Tu invece a casa, con i bambini... La vita da rockstar non faceva per te. A dire la verità neanche per lui: quante volte ti aveva ripetuto che i bei momenti passati insieme in famiglia, a casa con i bambini, erano la cosa più bella ed importante.
Peccato per la sua passione per l'alcool e le sigarette, che rendevano quelle poche serate in cui riuscivi a vedere lo spettacolo dalle quinte meno memorabili. Ma ubriaco o no, John aveva sempre bisogno di un sostegno.
-Ti amo- sussurrò al tuo orecchio, con un sorriso birichino.
-Anche io. Tantissimo.
- Come ti siamo sembrati? Ti è piaciuto il concerto?
-Sì. Quando suoni hai un'aura di felicità, sei un tutt'uno con la musica... e quando ti muovi a ritmo mi fai così ridere! Il pubblico vi adora, tutti vi adorano. Io e le ragazze in primis. Mary non faceva altro che urlare ogni volta che Fred apriva bocca.
John rise. Il suo sorriso era contagioso,  perfetto. La sua risata era semplicemente adorabile: quelle fossette, quel piccolo spazietto tra gli incisivi... La sua voce. Non l'amava, era convinto di essere stonato...
Sì, non era bravo quanto Freddie, Roger o Brian, ma per te era più che sufficiente. La sua voce era calma, profonda, sensuale. E questo ti bastava.

Stringendolo in un abbraccio, non riuscisti a fare a meno di notare che quel bagliore nei suoi occhi stava svanendo.
-Amore, ho sonno... torniamo a casa?
-Dai, hai appena finito, la sento io l'adrenalina nel tuo corpo, caro.
- Voglio tornare a casa... Voglio tornare dai bambini, passare una seratina con te, Y/N! Sei così carina adesso... Non voglio andare al party tra tutte quelle persone, voglio andare a casa. Sono felice solo a casa, con te e i bimbi. Andiamocene, amore mio. Salutiamo i ragazzi, e torniamo. Tanto domani non ci sono spettacoli, dobbiamo solo provare il pomeriggio... passiamo una bella nottata insieme, dai! Lo so che muori dalla voglia di farlo.
E infatti era proprio quello che volevi, lui ti conosceva meglio di chiunque altro. Sapeva tutto di te, anche quando non era sobrio.
-D'accordo... Andiamo tesoro. I bambini sono con la tata, staranno di sicuro dormendo a quest'ora. Ma domani mattina saranno svegli, e giocheremo insieme... Come la famiglia che siamo.
E lo sapevi meglio di tutti, che John non desiderava niente di più.

Lui ti baciò, uno dei suoi soliti baci pieni d'affetto. Ti accarezzò le guance, rosse per il caldo del camerino, mentre tu gli sfioravi dolcemente i capelli.
I ragazzi si stavano scambiando altrettante effusioni con le rispettive fidanzate, e per quanto fossero tutti nella stessa stanza, si respirava una sensazione di intimo calore, ogni coppia pareva una cosa a sé. Ma a differenza degli altri, tu e John preferivate tenere privati certi momenti della vostra vita coniugale, non andavate mai oltre ai baci davanti agli amici.
-Fred, noi non veniamo alla festa... Vogliamo riposarci un pochino a casa, non rimaneteci male...
-Divertitevi! Fate i bravi, porcellini!
-Oh Fred, sei sempre il solito!- e tutti risero di cuore.

E ora finalmente eravate felici, a casa.

John Deacon: raccolta di One Shots Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora