Panico da palcoscenico

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In questa storia ci sono menzioni di rapporti sessuali, linguaggio scurrile e attacchi d'ansia. Se le cose vi disturbano, non leggete.
Vi chiedo scusa per averci messo così tanto per una fanfiction nemmeno troppo lunga, ma sono stata male nelle ultime settimane...
Buona lettura!

John accarezzò la stoffa della maglietta, con quello scollo sul petto: Freddie aveva sempre avuto delle idee strambe per i costumi, ma quella volta l'outfit lo fece sorridere. Abbassò lo sguardo sul papillon nero e sul fiore di seta a strisce che avrebbero ornato la parte superiore del suo corpo. "Lo sto facendo sul serio... Freddie è riuscito a convincermi anche stasera. Anche questa fottutissima sera. 'Scommetto che le ragazze ti adoreranno, tesoro! Sento già i loro gridolini, ansiose di strapparti il top con i denti!'... Sì, come no! Sono ridicolo. Rideranno di me, altro che mordermi!"
Era in ansia, come prima di ogni concerto. I suoi pensieri gli perforavano il cervello, come un grosso trapano.
Indossò la maglia, fredda sul suo petto fremente. Le dita lunghe e callose aggiustarono il fiocco e il fiorellino sulla giacca. "Vogliamo essere dandy", la frase che echeggiava in ogni lato della mente.
-Y/N!- gridò, come in cerca d'aiuto. -Vieni qui per favore...
Y/N entrò, vedendolo sudato ed agitato.
-Hai ancora uno dei tuoi attacchi?
-F-forse...Sì. Ho paura di sì.
Lo strinse forte a sé, sentendo i battiti del suo cuore veloci come cavalli in corsa.
Era passato un po' di tempo da quando  si erano parlati la prima volta: i Queen erano la prima band a cui avesse fatto da groupie e il bassista l'aveva conquistata con la sua arguta intelligenza e tranquillità. Da allora avevano sviluppato una bella amicizia: Y/N aveva imparato che John soffriva spesso d'ansia prima degli spettacoli, lui invece aveva capito che un abbraccio della ragazza lo sapeva confortare più d'ogni altra cosa. E per questo la voleva sempre prima di un'esibizione, la migliore medicina contro l'agitazione.

-Stai benissimo con questi vestiti. Sembri uscito da un cartone animato.
-È una cosa negativa.
-Per niente. Mi piaci tanto, hai un aspetto così particolare... So che magari non è il tuo stile, ma devi ammettere che ti dona.
John non sembrava molto convinto.
-Che succede, tesoro? Per cosa hai ansia adesso?- chiese la giovane.
-Non lo so... Mi sento come se mi stessi rendendo ridicolo davanti a centinaia di persone, solo per compiacere Fred. Sento già le voci del pubblico che mi insultano, mi danno del gay... Perché non riescono a capire lo stile che lui vuole dare alla band. E li comprendo, perché anche io mi sento a disagio.
Tremava, Y/N sentiva le sue mani sudaticce sussultare ad ogni parola che gli usciva dalla bocca. Anche le labbra e gli occhi lasciavano trapelare le preoccupazioni.
La ragazza lo strinse ancora più forte tra le braccia, accarezzandogli i lunghi capelli castani.
-A chi importa degli insulti? Il vostro nome è già abbastanza conosciuto da attirare solo estimatori. E poi pensavo che i tacchi alti ti piacessero, li metti sempre! Parli della stravaganza come se fosse una brutta cosa, che ipocrita.
-Sì che mi piacciono, non mi infastidisce più di tanto vestirmi così! Solo che davanti alla gente... C'è modo e modo, insomma.
Aveva le lacrime agli occhi. - Non capisci? È orribile sentirsi in questa maniera, solo tu riesci a calmarmi. Fai la tua magia, cara. I tuoi abbracci sono un toccasana.
-Sai, credo che anche un bacio possa alleviare la tensione...-azzardò lei, diventando rossa. "Sta male cretina! Perché approfitti della sua debolezza  per soddisfare un tuo desiderio carnale?! Sei un'egoista!"
John si abbassò per raggiungere le labbra dell'amica, tremando. - Mi va benissimo.
Lo spazio tra i due diminuì, sempre di più. Le labbra del ragazzo erano morbide, dolci, come se fossero esistite apposta per essere baciate. Y/N aprì leggermente la bocca, per far entrare la lingua di John al suo interno, e lui fece altrettanto. Y/N ansimò, staccandosi dal viso del giovane: -Non credevo fossi così bravo, c'è qualcosa che non sai fare?
-Smettere di preoccuparmi... Ma in questo preciso istante sento di esserci riuscito... Grazie a te...- John accarezzò le guance della ragazza, giocherellando con le ciocche dei suoi capelli e cercando il suo sguardo rassicurante. Le labbra semiaperte che lasciavano fuoriuscire i respiri profondi e pieni di passione. -Vorrei che questo momento non fuggisse via, veloce, per colpa di quel dannato concerto.
La ragazza era color pomodoro, per l'accaduto e per le dolci parole del bassista.
-S-se ti dicessi che ti amo, che ti ho sempre amato dal primo giorno in cui ti ho conosciuto, mi accetteresti?
-Ovviamente, piccola. Non penso esista una ragazza altrettanto affettuosa, dolce e bella in tutto il globo. Sarei proprio un cretino se ti lasciassi scappare, dopo quello che è successo...
-Sei più tranquillo ora? Stai benissimo vestito così, e se le ragazze là fuori non lo capiscono... Beh, che si fottano. Tanto sai che per me sei splendido. Stupiscile tutte con queste dita che ti ritrovi, suona come non hai mai fatto.
Y/N gli pizzicò il naso, ridendo. Gli ravvivò i capelli, sistemò giacca, fiore e fiocchetto. -Ecco, ora sei quasi perfetto. Lascia che sia io a truccarti: le femmine hanno più esperienza in questo campo!

Le sue dita si muovevano veloci, cercando una volta una matita, una volta un ombretto, applicandoli con mano esperta sulla delicata pelle di John. Le sue palpebre diventarono grigie con velate sfumature nere e perlate, le sue labbra rosate, le guance scarlatte a delinearne gli zigomi, le sopracciglia riempite con la matita per renderle più folte e attraenti.
-Sembri il re delle fate. Oh quanto vorrei essere al tuo cospetto, stanotte!
-E lo sarai, cara. Non appena avrò finito andremo a nasconderci da qualche parte e faremo l'amore, con tutta la passione che abbiamo nascosto e represso in questi mesi; ti toccherò e ti farò sentire la ragazza più fortunata del mondo. Saremo vicini, come non mai, ti farò provare un piacere che sono sicuro non hai mai provato finora. Non sono bassista per niente, Y/N!-sussurrò all'orecchio, incapace (o volontariamente evitando) di trattenere la lussuria nelle sue parole. La voglia di consumare quell'amore nascosto e solo in quell'istante rivelato stava diventando sempre più grande nella stanza.
-Se è così, non vedo l'ora che l'esibizione finisca...- mormorò la giovane, affondando il viso sul suo collo, premendo e succhiando con le labbra. - Questo non lo coprire, ti prego. Voglio che il pubblico sappia che questo ragazzo meraviglioso è mio, e che non ho intenzione di dividerlo con nessuno.

- John, vieni! Sei pronto? Se non lo sei fanculo, suoni in mutande!- La voce di Roger interruppe lo scambio di effusioni.
-Arrivo!
Il bassista si alzò dalla sedia su cui Y/N lo aveva truccato. Aprì la porta del camerino, voltandosi verso di lei. I suoi occhi urlavano tante cose, e lei riusciva a capirle tutte. Erano frasi d'amore, di passione, di voglia di passare del tempo assieme, soli. Senza nessun altro attorno.
-Ci vediamo dopo, Y/N. Suonerò solo per te. Grazie. Per tutto.

John Deacon: raccolta di One Shots Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora