Primo amore

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Niente warning per questa storia, c'è del fluff e un sacco di dolcezza.
Mi sono ispirata ad una foto di Deaky (probabilmente diciottenne) presente in un documento di quando cominciò l'università.
Buona lettura!

Conobbi John Deacon alle scuole elementari. Era un ragazzo molto intelligente, serio e maturo. Lo vidi crescere negli anni, prendere voti altissimi e diventare sempre più carino. Con i suoi amici aveva messo su un complesso, gli Opposition. Mi piaceva la loro musica, ma quando si esibivano non riuscivo a fare a meno di vedere lui, che pareva come nel suo mondo, concentrato sulle note e sui suoi pensieri.
Non aveva tante amiche femmine e nemmeno spasimanti. C'ero solo io, ma qualcosa mi fermava comunque dal dichiararmi: la paura di non essere ricambiata.
E perciò avevo passato anni a crogiolarmi nel mio amore, immaginando scene che probabilmente non sarebbero mai accadute. Ed era così arrivato l'ultimo anno del liceo, prima di prendere strade diverse per l'università. Lui mi disse di volersi iscrivere alla facoltà di ingegneria elettronica, vista la sua passione nel costruire apparecchi e smontare e modificare radio o amplificatori. Io preferivo l'arte: sicuramente non saremmo finiti nella stessa scuola l'anno successivo. E appunto per quel motivo decisi di farmi coraggio e rivelargli i miei sentimenti.

-Ehilà, ciao John! -Lo salutai nel corridoio, una volta finite le lezioni.
Il suo sorriso gli illuminò il volto. Prima sembrava un poco scocciato per chissà cosa, ma vedermi gli aveva risollevato il morale, apparentemente.
- Ciao Y/N! Che piacere vederti! Com'è andata?
-Uff, tutto noioso come al solito. E sono piena di compiti per dopodomani... Il punto è che ho solo oggi per farli, domani ho una visita dal dottore.
-Ti serve aiuto per caso? Se è roba tipo matematica o fisica posso darti una mano, non ho niente da fare oggi pomeriggio.
-Storia. Ma tu sei bravo in tutto, se ti va di aiutarmi...
John rise. -Dai, vieni da me, che ti aiuto più che volentieri!

Usciti dal cancello, tra un saluto e l'altro agli amici ed ai professori, imboccammo un piccolo viale alberato la cui strada e i marciapiedi erano ricoperti di foglie secche dai bei toni caldi. Amavo l'autunno e i suoi colori, in contrasto con il freddo che si avvicinava. Mi ricordava Deacy, il suo carattere a tratti freddo e distaccato, a tratti caldo e amorevole.
-Certo che l'autunno qui è veramente bello... -Mormorò lui, come se fosse stato capace di leggermi la mente.
-Sì, ha degli splendidi colori, e profuma di pioggia, di frutta, di bosco... Purtroppo tra poche settimane scomparirà tutto per lasciare spazio alla nebbia e alla neve.
Lo guardai negli occhi. Mi persi completamente nelle sue iridi grigio-verdi, che sentivo fisse su di me. Mi stava fissando anche lui, in un modo ben diverso da come aveva sempre fatto con me. O con chiunque altro, in realtà.
Era meraviglioso, con le guance rosse e i capelli spettinati che aveva deciso di far crescere. Mi ricordava un bambino intimidito. Di sicuro dovevo apparire così anch'io ai suoi occhi, perché tutto ad un tratto disse: -Che espressione adorabile che hai! Sembri un cucciolo che vuole le coccole!
Arrossii, ringraziandolo per quel buffo complimento. -G-grazie... Anche tu non sei da meno, John! E tu le vuoi le coccole, bel cagnolino?
Dovevo sembrare una perfetta idiota. Ma lui rise, con un uno dei suoi sorrisi scemi a cui non sapevo resistere, abbassando la testa per ricevere pacche e grattini sui capelli. Glieli scompigliai ulteriormente: era come se si fosse appena alzato dal letto dopo una notte movimentata.
Mi fece la linguaccia, allegro, per poi spegnersi un secondo dopo.
-Vorrei che il liceo non si concludesse quest'anno. Sai, è così bello stare con i compagni, tornare a casa insieme... L'università sarà completamente diversa, anche se potrò finalmente studiare ciò che desidero. E poi mi mancherai tu.
-Io?
-Sì! Lo sai, sei la mia migliore amica, come farei senza di te?
Colsi l'occasione.
-La tua migliore amica..? Solo questo?
Lui avvampò, imbarazzato.
-C-cos'altro avresti voluto essere? L-la mia ragazza, o qualcosa del genere?
Io ero viola, non più rossa. Ma la possibilità di cambiare il nostro rapporto era lì, servita su un piatto d'argento. Non potevo assolutamente lasciarmela scappare.
-A te piacerebbe?
-Uhm, beh, ecco... Sì. Credo proprio di sì... -Sussurrò. Era tornato serio. I suoi occhi penetranti erano fissi su di me, mentre si mordeva il labbro per il nervoso. Smise perfino di camminare.
Eravamo fermi sul marciapiede, tra le foglie che cadevano e quelle già cadute, il vento che si stava alzando a spettinarci le teste, gli zainetti ormai poggiati a terra.
La sua bocca semiaperta, il suo sguardo fisso sulla mia... O forse le sue mani che strinsero le mie, accarezzandone il dorso con i pollici... Qualcosa era cambiato. Sentivo la tensione nell'aria, e credo anche lui. Ma era un nervosismo piacevole, che speravo non finisse mai.
-S-sai, avevo quasi paura a dirtelo... Ci sono valanghe di ragazzi ben più desiderabili di me, e siamo amici da così tanti anni! Pensavo di non piacerti in quel senso.
-Ma è la stessa cosa che pensavo io! Però ho voluto buttarmi e provare a dichiararmi, anche a rischio di essere rifiutata. Non riuscivo più ad andare avanti tenendomi per me questi sentimenti. Dovevo rivelarteli.
John aveva gli occhi lucidi. -Se penso a tutti quegli anni sprecati, in cui avrei potuto averti... E invece sono sempre stato zitto. Mi piaci così tanto, Y/N. Mi sei sempre piaciuta, fin da quando ti ho incontrata. Ma adesso che sei praticamente una donna sento qualcosa di differente, come se quella piccola cotta fosse diventata amore, anno dopo anno.
Una lacrima gli rigò il volto, che gli asciugai con la mano. Mi avvicinai, le nostre labbra a pochi centimetri l'una dall'altra.
-So quanto sia difficile essere timidi. E anche tu sei cambiato, sei meno bambino, sei diventato altissimo e sempre più intelligente e maturo. E io amo queste tue piccole qualità, sai? Ma una cosa è rimasta uguale: il tuo sorriso... E mamma mia, quanto ho voglia di baciare queste labbra...
-E io le tue. -Rispose, abbassandosi verso di me e chiudendo lo spazio tra noi con un bacio. Il migliore della mia vita, non per la sensualità o per il piacere da esso scaturito, ma perché fu il primo di tanti a venire. L'inizio di una nuova pagina delle nostre vite, che avremmo scritto assieme.

Fu un bacio timido, come noi, ma desideroso di colmare quel vuoto che avevamo dentro da anni.
-A-allora sei pronta a fare i compiti? -Mi chiese, leccandosi le labbra e giocando con un ricciolo dei miei capelli.
-Solo se per ogni risposta giusta mi dai un altro bacio!
Scoppiammo entrambi a ridere, riprendendo gli zaini da terra e rimettendoci a camminare verso la casa di John.
-Allora ti piacerebbe essere la mia ragazza? Sai che ciò include sorbirti le mie lagne sull'elettronica?
-John Richard Deacon, se sei tu a parlare niente è lagna per le mie orecchie! Però se dovessi annoiarmi so come farti star zitto!
Lo abbracciai forte. Eravamo quasi arrivati, ed ero del tutto sicura che non saremmo riusciti a concentrarci sulla storia. Troppe emozioni in una sola giornata!

John Deacon: raccolta di One Shots Where stories live. Discover now