Vecchie conoscenze

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Entrammo e ci scegliemmo un tavolo vicino alla finestra e subito una signorina in divisa di nome Barbara ci passò due menù.

Guardandoli con concentrazione decisi di prendermi un Milk-shake e un donut glassato.

- Tu che cosa prendi?

-Che cos’è un cup…cupca… come si legge?

-Cupcake, cinesina. – le sorrisi. -È un dolce molto buono.

- Allora prendo quello.
Facemmo segno a Barbara che stava fumando una sigaretta durante l’orario di lavoro e gli comunicammo i nostri ordini. Lee tossì forte ma la cameriera sembrava non importarle.

- Perciò un donut glassato, un milk-shake, un cupcake e basta?

- E un caffè – aggiunse Lee.

- Arrivano subito ragazzi – Barbara finì di appuntarsi gli ordini sul taccuino e portò via i nostri menù.

- E quindi questo è il famoso Starbucks. – notò Lee.

- Si niente di particola… - una voce familiare mi interruppe.

- Michael? Michel Lowen? Ciao fratello.
Appena mi girai notai la faccia di un mio vecchio amico. Un mio carissimo vecchio amico. Un amico d’infanzia.

- Ciao Bowser, come va tutto ok?

- Si tutto ok, invece tu?

- Tutto ok. – risposi.

- Capisco…

- La scuola? – domandai.

- Tutto apposto. Da quanto hai lasciato non ci si becca più eh?

- Eh già.

- Già… invece la famiglia?

- Tutto bene, credo. – ridissi.

- Si anche da me.

- Lei è la tua ragazza?

Io e Lee ci guardammo e ridemmo forte.

- No, no non lo è. Siamo vicini di casa. Si chiama Lee.

- Adesso si usa dire cosi? Va bene amico io devo scappare, ciao Lee. – mi salutò con una pacca sulla spalla facendomi l’occhiolino.

- Ciao- sussurrò lei.
Appena si fu allontanato Lee iniziò a parlare a manetta.

- Non sapevo avessi lasciato la scuola.

- È così. Non ero portato.

-Chi era quel Bowser?

- Era un mio vecchio amico delle superiori. Il suo vero nome è Gary Faller, ma veniva chiamato così per via della sua enorme statura, proprio come il cattivo di Mario Bros. Ci sentivamo davvero fratelli, poi però ci siamo persi di vista e non ci siamo più sentiti.

- Ma è orribile. – esclamò.

- Scusa?

- Insomma, pensaci. Eravate come fratelli e da quanto mi dici avevate un legame speciale, e adesso solo per la distanza o per chissà quale altra stupidaggine tutto passato? Non ti rendi conto di quanto sia brutto incontrare una persona per te importante e trattarla come tratti i tuoi parenti di terzo grado? Si come va tutto bene? La scuola? Il ragazzetto? Vi siete fatti tutte domande che si fanno per cortesia. Non mi dirai davvero che ti importava come stesse la sua famiglia? – mi guardò con i suoi occhioni da cerbiatto incazzato con il mondo.

- È un mondo falso lo so. – guardai altrove.

- Non dare la colpa al mondo, perché questo è meraviglioso, sono le persone ad essere false ed ipocrite.

Come si faceva a darle torto? Lei, lei che la vita le aveva tolto il padre, o forse era stato il padre a toglierle un ritaglio di vita, pensava che il mondo fosse stupendo e io, che avevo sempre avuto tutto bene o male mi lamentavo se la colazione non era pronta.

- Sei proprio un quadrifoglio Lee.

Airplane. Le ali sono fatte per volareWhere stories live. Discover now