Domenica. Stamattina mi sono alzata presto e sono andata con i miei genitori e mia sorella in chiesa. Sono in realtà un po' stanca. Mi sono addormentata tardi, visto che prima non riuscivo a chiudere occhio. Credo che oggi pomeriggio mi riposerò.
E' ora di pranzo. Mia mamma ha cucinato le lasagne. Ne mangerei migliaia di volte se potessi, senza stancarmi. Sabrina è silenziosa. Non è da lei. Di solito chiacchera parecchio. Posa la forchetta e guarda mamma e papà.
<< Tra tre giorni dovrò partire per Milano.>>
Cala il silenzio. Sbarro la bocca.
<< L'ho saputo ieri sera. Ho un progetto molto importante, il mio capo vuole che ci vada e lui si fida di me. Partirò domattina>>
Papà beve un goccio d'acqua e prende la parola. << Bè, sei grande ormai. Hai venticinque anni e sei libera di fare il tuo lavoro dove vuoi.>>
<< Noi non ti forzeremo.>> dice mia mamma.
Sabrina sorride. << Grazie.>>
<< E per quanto starai via?>> le chiedo.
<< Bè, questo non lo so ancora. Avrò la conferma della mia permanenza quando arriverò lì.>>
Annuisco, seria.
Sabrina va via. La mia sorellona. La persona a cui voglio un mondo di bene parte per l'altro capo del mondo. So già che mi mancherà un sacco.
Sono sotto le coperte e come al solito leggo il mio libro. Sabrina apre la porta ed entra. Si siede sul bordo del letto e mi guarda.
<< Non hai fatto altro che evitarmi per il resto della serata.>>
Chiudo il libro. << Scusa.>>
Mi prende la mano. << Ci sentiremo comunque, ogni giorno.>>
<< Lo so, ma non sarà la stessa cosa.>>
Sabrina mi abbraccia e mi accarezza la schiena. Poso la mia testa sulla sua spalla.
<< So che sarà difficile, m vedrai che il tempo passerà. Sai che ti voglio bene.>>
<< Anch'io te ne voglio, tanto.>>
Ci sciogliamo dall'abbraccio. Sabrina mi fa un grande sorriso. << Cerca di dormire adesso.>>
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Sono le 07.01. Mi sono alzata presto per salutare Sabry. Le sue valigie sono già davanti alla porta. Abbiamo appena finito di fare colazione. Sabry abbraccia mamma e papà.
<< Sta attenta, okay?>>
<< Certo mamma.>>
Papà sembra tranquillo, ma so che è triste. Le da un bacio sulla fronte.
<< Ciao papà.>>
Poi è il mio turno. Stringo forte mia sorella mentre una lacrima scende dal mio occhio.
<< Mi mancherai.>> sussurro al suo orecchio.
<< Anche tu Maggie.>>
Le stringo le mani. << Fa buon viaggio.>>
Papà accompagna Sabry alla porta mentre io e mamma restiamo sullo stipite a guardarla. Entra nel taxi e ci saluta dal vetro del finestrino. Il taxi parte. Ho gli occhi rossi e lucidi. Credo proprio che dovrò truccarmi più del solito per mascherare tutto questo.
Sono davanti al cancello della scuola. Caccio via dai miei occhi le lacrime. Smettila di piangere!
<< Maggie!>>
Mi giro e vedo Dylan e Chanel che si avvicinano mano nella mano.
<< Ehi, ragazzi.>> dico con voce flebile.
<< Ehi Mag, cos'hai? Hai una brutta cera.>> nota Chanel.
<< Sabrina è partita stamattina per Milano.>> spiego.
<< Cosa?!>> fanno in coro.
<< Ce l'ha riferito ieri sera. Scusate se non ve l'ho detto ma mi sentivo giù.>>
Dylan mi abbraccia. << Tranquilla Maggie. Non ce l'abbiamo con te. Sappiamo che è dura.>>
<< Potevi anche restare a casa. Non eri costretta a venire.>>
<< No. Stare chiusa in camera è peggio. Preferisco seguire le lezioni.>>
Chanel annuisce e mi prende la mano. << Andiamo.>>
Alla prima ora ho biologia. Dylan prima di entrare in classe da un bacio sulle labbra a Chanel. Mi siedo al mio posto e metto i libri sul banco. Poco dopo anche Dylan entra e si siede, a destra vicino alla porta. Il professore fa il suo ingresso e fa l'appello. Inizia la spiegazione e fa capolino Jacob con un berretto in testa che gli copre la visuale.
<< Signor Visser, è il decimo ritardo, che intenzioni ha?>> lo rimprovera.
<< Di prendersela con comoda?>> risponde Jacob.
<< Non la passerà liscia. Per punizione lei e la signorina Collins lavorerete insieme al progetto della prossima settimana.>>
Ditemi che ho sentito male. Non può mettermi in coppia con quel teppista!
Credo di essermi congelata sul posto. Io e Dylan ci lanciamo uno sguardo. Nemmeno a lui va giù quest'idea. Tento di intervenire.
<< Mi scusi, ma non credo >>
<< Altrimenti sarò costretto ad avvertire la famiglia. E ora si sieda.>> continua il prof.
Jacob mi passa d'avanti e si siede all'ultimo posto. Si sente un brusio di studenti che parlano tra loro. Sento tipo Oh, poveretta, oppure Quel ragazzo le spezzerà una mano solo a guardarla. Mi copro il viso con la mano. So già che questo progetto non porterà a niente di buono. E cosa ancora peggiore è : cosa diranno i miei genitori? Mi uccideranno, più di quanto potrebbe fare il ragazzo dagli occhi azzurri.
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Stay With Me - Thomas Brodie Sangster
Fanfiction#1- dislessia " Avete mai avuto dei compagni irritanti che siete costretti a vederli ogni giorno nella stessa scuola, nello stesso corridoio e nella stessa aula? Bè, io sì. Purtroppo. È una cosa insopportabile quando si avvicinano e trovano in te s...