19 Infrangere i patti e pagarne le conseguenze

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*Scene di violenza esplicite*

"Colpisci. E non sentirti in colpa
di ferire chi ti ha ferito"
-Alikia5

Asher

Credo che a volte è meglio essere sinceri che bugiardi. Alla fine, come si dice sempre, la verità affiora. Ed è il momento che questa verità venga fuori. Ho atteso per troppo tempo tutti questo, la fine, la luce in quel maledetto tunnel. A volte mi sono perfino chiesto se il mio destino fosse rimanere nelle ombre per il resto della mia insulsa e inspiegabile vita.

La fine. Che parola. Cosa indica la fine, esattamente? La fine di un percorso? La fine di una verifica? Per me non ha significato, non ha un senso. E appunti per non avercelo mi porto a domandarmi che cosa indichi questa parola.

Ora osservo il vuoto davanti a me; nero come un pozzo, buio come la notte. La cosa buffa è che siamo in pieno giorno, ma questa sorta di casa è così priva di luci che mi sembra di essere una talpa.

Mi massacro le dita di una mano cercando di rimanere calmo, e tengo con l'altra il manico dell'arma infilata nel giubbotto.

Una voce spezza il silenzio, così ben accettato che potevo farci l'abitudine. Il tono della voce è bassa, rauca, come ho imparato ad identificarla. "Asher? Sei proprio tu? Il mio caro e amato Asher?"

Sollevo lo sguardo, udendo dei passi scendere delle scale. Poco dopo, a qualche metro di distanza, Zack mi è davanti. Dannazione, così vicino. Così tanto che posso fargli un buco in fronte e tornarmene da Ashley, baciarla e dirle che, per una volta, possiamo davvero vivere come meritato.

Digrigno i denti ed evito di rispondere. Non mi va proprio di alimentare la sua voglia di prendermi in giro.

"Ma quale onore! Non ti vedo da quella visita in prigione! Cazzo, sei cresciuto!" Continua a camminare indirizzato nella mia posizione attuale.

Sembra orientarsi benissimo; passeggia come un vecchio a passo sicuro, senza paura di poter inciampare nel buio più totale. Se solo avessi l'occasione di ucciderlo adesso...

"Avanti!" esclama un po' deluso, "non abbracci il tuo vecchio?

"Mio padre è morto",intervengo in un ringhio. "Tu non sei lui."

Ma penso agli anni passati, quando Zack era veramente diventato quasi come un padre per me. Passavo più tempo nella sua fortezza che nessuno aveva il coraggio di sorpassare.  Nssuno aveva il coraggio di bussare la sua porta e dirgli che era tutto sbagliato, che quello che faceva a me e a molti altri era sbagliato. Nessuno si è mai intromesso.

Zack mi viene comunque incontro, dandomi una svelta pacca sulla spalla. Non oso spostarmi, preferisco lasciargli fare questo suo stupido giochino.

"Hai ragione", concorda in uno sospiro, guardando sotto di sé. "I sono molto meglio." Poi sorride a trentadue denti, come uno psicopatico.

Mi dà le spalle e sparisce dalla mia vista, tornando solo dopo aver acceso una lampada che illumina un quarto della stanza.

"Allora, vieni o no?"
Si incammina nel corridoio poco illuminato e sono costretto a seguirlo.

"Preferirei di no", borbotto comunque.

Soltanto qualche passo più tardi, mi ritrovo in un'altra stanza, ancora più buia di prima. E, stupido come sono, mi accorgo che mi ha portato nel posto in cui, ora, succederanno casini. E non per colpa dei suoi aiutanti del cazzo, ma per mano mia.

My Bad Boy [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now