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"It was always you."

Tempo fa...

-Sai la cosa strana qual è?- domanda dolcemente, facendo scorrere le dita lungo il mio braccio. Come piccole, minuscole gambe, mi solleticano la pelle. Sorrido.

-No, qual è?-

Punta gli occhi azzurri nei miei, ispirandomi tranquillità.

-Siamo tanto incasinati, ma ci fai caso che la vita delle persone incasinate, a volte, tende a migliorare?-

La sua bocca si posa sulla mia fronte e mi lascia un bacio leggero, non mettendo troppa pressione nel tocco. Poggio la testa sul suo petto e le sue braccia si stringono attorno a me.

-Non sempre- tengo a ricordare.

-Non mi importa delle altre persone incasinate- ammette.
-Sono egoista, ma non mi importa. Cosa posso avere di più se non te? E per non essere ripetitivo non ti dirò che tu sei il mio mondo o la luce dei miei occhi. È brutto essere scontati. Tu sei la mia diversità-

Diversità?

-Diversità?- gli chiedo in una piccola risata. Parole dette da chiunque risulterebbero strane, ma se escono dalla sua bocca hanno un senso. Tutto ciò che dice ha sempre un senso.

-Sai, è tutto uguale, sempre uguale. Non è noiosa la normalità?- Si avvicina all'orecchio pronunciando ciò con rochezza. La sua voce è melodia, arte che a volte risulta incompresa. Ma capita che certi dipinti non tutti riescano a capirli.

-Si- rispondo socchiudendo gli occhi.

-Tu sei la mia non normalità. Capisci? Il mio concetto di normalità l'hai stravolto tu-

Alzo la testa e lo guardo bene. Non ho bisogno di sentirmi dire di essere amata, perché me lo fa capire solo con lo sguardo. E non importa la bellezza che possiede una persona, perché ciò che conta davvero è come lei ti guarda.

-Anche tu sei la mia non normalità- ammetto sorridendogli sinceramente.

Posa la sua bocca sulla mia e mi bacia dolcemente. Mi stacco solo per esprimere un mio pensiero. -È bello avere qualche momento da soli, tutto questo ci ha levato tanto tempo-

-Allora non sprechiamolo- sorride mettendosi a sedere e tirandomi su di lui. Mi accarezza i capelli e strofina la mano sul retro della mia schiena.

-Lo sai cosa succederà?- domanda a bassa voce, con un filo di preoccupazione in essa. Lo so, ma faccio finta di non esserne a conoscenza.

-No- sospiro.

-Ci divideremo, di nuovo. Non voglio che succeda, tu?- Provo a non sorridere perché so che è serio. Per me è bello vederlo più sensibile, aperto.

-No- replico, anch'io non lo voglio.

-Ma non possiamo farci niente, suppongo-

Mi sporgo per guardarlo in faccia. -Non dire così- mormoro dispiaciuta.

-È la verità- ribatte pacatamente -non si può cambiare-
Lo bacio di nuovo, stavolta con più trasporto.

-Ci ritroveremo sempre- lo rassicuro baciando la pelle morbida e i lineamenti che gli incorniciano il viso perfetto.

-Questo lo so- Sorride in modo assente. I suoi pensieri,a volte, mi terrorizzano. Non so mai cos'ha in mente, quali pazzie vuole commettere o fino a dove vuole spingersi. È un mistero.

Mi bacia ancora, spostando con lentezza la mano sulla mia schiena, fino ad arrivare all'elastico dei mie pantaloncini, che in realtà sarebbero suoi.

Sorrido sulla sua bocca e anche lui lo fa. Affondo le dita fra i suoi capelli e gli massaggio la nuca mentre mi metto a cavalcioni su di lui.

-Ti amo- mormora togliendosi la maglia.

-Anch'io- rispondo a tono. Abbasso la testa sul suo petto, tracciando con le dita il contorno del suo tatuaggio da me preferito. Ogni tanto mi è capitato di pensare di voler fare anch'io un tatuaggio. So che fa male e che ti resta per tutta la vita. Sinceramente non ho nemmeno pensato a cosa poter tatuare o tantomeno dove. Volevo proporre ad Asher di farne uno uguale, ma non so come la prenderebbe. Forse mi direbbe che sono troppo sdolcinata o cose del genere. So che detesta i gesti molto romantici ma credo che un tatuaggio insieme sarebbe bellissimo.

-Ash...- lo chiamo mentre faccio salire le mani dall'addome al collo.

-Mmh?- fa lui baciando ogni parte del mio viso.

-Lo facciamo un tatuaggio?-

Si ferma e mi guarda. Non riesco a capire la sua espressione finché non parla. -Davvero?-

Mi sistemo meglio sopra il suo corpo e annuisco. -Davvero-

Mi dà un bacio sulla nuca. -Certo, qualunque cosa vuoi. Va bene?-

Mi rincuora il fatto che non se la sia presa tanto. Non so perché mi faccio queste paranoie. Un tatuaggio insieme, per me, è comunque un grande passo. È come un legame invisibile che dura all'infinito.

-Un filo- dico a bassa voce posando le labbra sul suo collo. Lui lo porta all'indietro e mi lascia più spazio.

-Un filo?- ripete distratto dalle mie azioni.

-Il filo rosso, no? Conosci quella legenda?-

-Quella stupida leggenda coreana?-

-È giapponese- lo contraddico.
-Non pensi abbia un bel significato?-

-Lo trovo stupido- borbotta. Abbasso lo sguardo ma ridacchio.

-E dov'è finito il "tutto quello che vuoi?"-

Asher mi ancia un'occhiataccia, ma anche lui sorride. -Basta che non sia rosso. Non ho nessun tatuaggio colorato e non ne voglio uno-

Non gli ho mai chiesto perché non voglia colore sulla sua pelle. Immagino sia qualcosa di personale, d'altronde tutto ciò che non mi dice è personale, cioè la maggior parte delle cose. Mi piacerebbe solo che si aprisse di più con me, lui sa che sono qui per lui e che ci sarò sempre. Su di me non deve dubitare. Tante persone, nella sua vita, gli hanno fatto male. Anch'io ho subito le stesse cose, solo che lui ha amplificato le sue emozioni in modo sbagliato. Ha lasciato che la rabbia intervenisse nei momenti peggiori.

Lo voglio aiutare, non lo lascerò cadere di nuovo. È triste il fatto che a volte non voglia farsi aiutare.

-Va bene. Facciamolo nero- acconsento.

-Anche se non avessi accettato l'avremmo fatto nero lo stesso- mugugna.

Nel frattempo che passa le labbra su tutta la mia pelle, penso a dove potremmo farlo.

-Possiamo...-

-Zitta- mi ordina in tono delicato -non adesso. Ce ne occuperemo più tardi, adesso zitta-

Adoro il suo modo di rispondermi. Sembra voler impartire un comando ma in realtà è tutt'altro che così.

-Okay...- ridacchio.

E leghiamo un'altra volta le nostre anime, facciamo intrecciare gli sguardi promettendoci con essi che qualunque cosa succederà l'affronteremo insieme. Non è più lui solo contro il mondo, ma noi soli contro il mondo. E per quanti litigi, per quante parole dette e non pensate veramente, torneremo a casa. Noi siamo la nostra casa, con fondazioni dal materiale resistente. Nemmeno un uragano potrà abbatterci. Perché noi resistiamo e resisteremo per sempre. Siamo soltanto noi. Noi e basta.

Angolo autrice:

Mi sono resa conto che mancano un po' di cene come queste. Non voglio rendere il libro soltanto uno scritto d'azione. Immagino che momenti così debbano pure esserci.

Fatemi sapere cosa ne pensate.

Alla prossima ❤️

My Bad Boy [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now