Quinto Giorno

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Alvin stava dormendo accoccolato a me e gli stavo accarezzando la nuca.
Sentii la porta aprirsi, i suoi genitori erano appena entrati in casa, era già mattina.
Mi sorrisero e così ricambiarmi triste.
"Siete stati bene?" domandò sua madre.
Annuii e mormorai:
"Si, molto" lei accarezzò una guancia ad Alvin e poi lo portammo in camera.
Lo cambiammo mettendogli il pigiama.
"Ciao mamma" mormorò piano piano.
"Ciao amore di mamma, ti sei divertito?" Domandò mettendolo a letto.
"Si mamma" rispose guardandomi e mi porse una mano, gliela presi e chiesi dolcemente di cosa avesse bisogno.
"Ho bisogno che tu ti metta giù e mi stringa a te. Ho bisogno di te." Tremai a quelle parole e così feci, lui si accoccolò a me e così lo strinsi avendo paura di fargli del male.
"Stai tremando" annuii scusandomi.
Sua madre se ne andò, voleva piangere e quindi non chiesi niente.
"Perché tremi, amore?" Mormorò cauto.
Lo guardai negli occhi e gli accarezzai una guancia mormorando:
"Perché ho paura"
"Di cosa?" Chiese dolcemente, sospirai triste e ammisi:
"Della tua morte. Io.." lui posò una mano su una mia guancia facendomi rilassare subito.
"Mia. Tu sei meravigliosa. Sei l'unica cosa che mi faccia stare bene in questo momento di merda."
"Ma abbiamo solo poco tempo"
"Abbiamo ancora cinque giorni. Cinque giorni di te e di me" sorrisi e scoppiai a piangere come una bambina, mi cullò con amore cercando di consolarmi.
"Facciamo una pazzia"
"Quale?" Chiesi confusa, lui sorrise come un bimbo.
"Mi prendi un foglio ed una penna?" Annuii baciandogli la fronte e mi alzai, presi ciò che mi aveva chiesto.
"Amore, che vuoi fare?" Domandai curiosa, lui sbadigliò e si stiracchiò e mi rispose:
"Scriviamo cinque posti da visitare e ci andiamo, il quinto posto sarà dove morirò" Lo guardai confusa e triste.
"Ti prego amore, facciamolo" sussurrò.
Così annuii e scrissi i suoi cinque posti preferiti in cui non era mai andato.
-Firenze
-Londra
Stavo per scrivere scrivere New York e lui mi guardò e scosse la testa, lo guardai confusa.
"Andiamo a Parigi" Lo guardai sconvolta e lui mi sorrise con amore.
"Ma non è la tua meta preferita" lui mi guardò negli occhi e rispose:
"Ma è la tua, amore mio" sorrisi felice e mi accoccolai a lui e così scrissi le altre due mete.
-Los Angeles
-Roma
Lui mi sorrise contento e mi diede un bacio sulla guancia.
"Domani partiamo" annuii e mormorai:
"Dove andiamo prima?" Lui ci pensò su.
"Prima Londra, la visitiamo per bene"
Annuii e mi accoccolai a lui, mi accarezzò i capelli e mormorò:
"Ti amo, Mia" non risposi e tremai, lui non disse niente e così mi alzai dal letto e lo coprì meglio, misi il foglio sopra la scrivania e me ne andai in cucina.
C'era Amanda che stava bevendo un caffè, la salutai asciugandomi le lacrime.
"Che succede, cara?" Le spiegai tutto ciò che voleva fare Alvin e lei sgranò gli occhi e poi la tranquillizzai dicendole che io sarei andata con lui e che non si doveva preoccupare.

Rimanemmo in cucina a parlare fino alle 8 del mattino, poi salii su e vidi il mio fidanzato già sveglio e così sorrisi.
"Ciao amore" lo salutai facendolo sorridere.
"Ciao, non sapevo dove tu fossi" mi scusi e gli spiegai tutto ciò che era successo.
"Quindi possiamo andare?" Chiese e così annuii baciandogli una guancia.
"Ti cambio" lui annuì e così lo spogliai e lo accompagnai in bagno, lo lavai.
"Sei un Angelo" mormorò piano piano.
"Si?" Lui annuì dispiaciuto.

Lo cambiai e gli preparai uno zaino.
Lo accompagnai giù e lo lasciai a parlare con sua madre mentre andai a farmi una doccia per schiarirmi le idee.

Arrivammo a Londra, avevamo preso un aereo che ci aveva messo pochissimo.
Alvin era felicissimo, mi aiutarono a metterlo sulla sedia a rotelle.
"Sono pronto per l'avventura" esclamò felice come un bambino, così sorrisi e cominciai a camminare mentre lo portavo sulla sedia.
"Da cosa vuoi iniziare?" Chiesi e lui prese il suo quaderno dove aveva scritto ogni cosa che voleva vedere nei posti e mi rispose con orgoglio:
"Trafalgar Square" annuii baciandogli la testa e camminai per un bel po'.
Lui mi disse:
"L'ammiraglio Horatio Nelson sconfisse le flotte spagnole e francesi durante le guerre napoleoniche nel 1805, in origine la piazza era la sede delle King's Mews, le stalle reali." Alvin amava la storia.
Lo visitammo e scattai tantissime foto.

"Amore mi fanno male le gambe" esclamai stanca e mi misi seduta su una panchina, lui mi accarezzò una gamba.
"Stai camminando da ore, ci credo"
"Ti stai divertendo?" Chiesi con amore, lui annuì felice.
"Allora fa niente, sono felice di camminare" lui mi guardò negli occhi.
"Sei meravigliosa, te l'ho già detto?" Ridacchiai e scossi la testa.
"Bugiarda! Te l'ho detto!" Risi e mi accoccolai un po' a lui.

Dopo una mezz'ora continuammo la nostra visita e visitammo tutti i monumenti più belli.

Verso mezzanotte andammo in un hotel e gli feci una doccia, era felicissimo ma anche stanchissimo, avevamo cenato e ci eravamo divertito moltissimo.

Appena ci mettemmo nel letto mi diede un piccolo bacio sulla tempia e mormorò:
"Grazie mille Mia, ti amo"
"Ti amo, Alvin" e ci addormentammo.

Dieci giorni di te e di me Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora