二 Saibo • • •

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I controlli in questione avevano a che fare con la sua altezza, il suo peso e qualsiasi cosa potesse accertare che fosse umano.

«Sei al cento per cento umano. Ora abbiamo anche le prove.» affermò Rift finiti i controlli. Joji si guardò ulteriormente attorno prima di rimettersi le vesti che gli avevano consegnato e una domanda balenò nella sua mente con furore.

«Quali fonti di energia utilizzano i vostri cambi per funzionare? Me lo sono sempre chiesto... Motori ad energia continua non possono essere.» Rift annuì a quella domanda, avrebbe risposto con piacere.

«L'energia per muovere i cambi proviene dalla fonte d'energia del corpo biologico. Un sistema di conversione molto complesso la trasforma e la adatta alle parti artificiali. Ecco perché abbiamo bisogno di cibo ed ecco perché moriamo.» Joji fu contento di ricevere tale delucidazione.

«Ma non saprai solo questo. L'imperatore mi ha dato il compito di istruirti su cosa potrebbe succederti se sceglierai di diventare un Saibo. Devo spiegarti tutta l'operazione nei minimi dettagli e devo convincerti della superiorità della vita Saibo. Ma io so che queste informazioni non ti faranno cambiare idea, e spero non ti faranno cambiare idea.»

«Speri bene, vecchio Rift!» il mastro meccanico spiegò comunque a Joji tutta l'operazione e gli mostrò le varie possibilità che aveva per scegliere i cambi. Joji imparò che i corpi dei Saibo, appena nati, erano completamente naturali, cioè umani, ma dopo la prima settimana di vita veniva loro fatto il primo cambio, che poi evolveva parallelamente alla loro crescita, proteggendoli dagli effetti negativi delle operazioni future. Il primo cambio, non era nemmeno propriamente un cambio, ma un componente elettronico dedicato alla conversione dell'energia prodotta dal corpo biologico e all'equilibrio tra carne e metallo, questo componente permetteva la comunicazione tra queste due materie completamente differenti, ed ogni Saibo, per legge, doveva averlo installato dopo la prima settimana di vita.

«Ma quindi, se io diventassi un Saibo adesso, il rischio di morire durante l'operazione sarebbe alto?» chiese Joji.

«Altissimo, perché non possiedi il cambio iniziale. Infatti per te, se accettassi di diventare un Saibo, dovrei progettare una nuova serie di istruzioni. Il metodo tradizionale non funzionerebbe.» Joji, a sapere questa informazione, gettò nel dimenticatoio anche il più piccolo dubbio che gli era rimasto: non sarebbe diventato mai un Saibo.

Ora comprese perché l'imperatore l'aveva lasciato in vita. Gli serviva per gli esperimenti del mastro meccanico. Chissà quali altre diavolerie avrebbero inferto al suo corpo. Rift si accorse della realizzazione di Joji perché il suo sguardo era di colpo cambiato; c'era leggero terrore nei suoi occhi.

«Sicuramente adesso avrai capito a cosa vai realmente incontro. All'imperatore non importa nulla che tu sia l'ultimo umano, l'unica cosa che gli importa è sfruttare la tua esistenza il più possibile, finché non sentirà che avrai pagato per tutto i torti che hai fatto alla sua amata città. Solo quando per lui avrai sofferto a dovere, ti farà dono del riposo della morte. La tua unica possibilità di vincita, in questo scenario, è di diventare un Saibo e giurare fedeltà eterna a lui e alla sua città...» Rift sembrava preoccupato per Joji, ma il giovane rimase relativamente composto a quelle notizie.

«Spero solo che il mio piano possa funzionare, ma se non accadesse, dove ti posso trovare nel momento del bisogno?» Joji si sentiva un po' a disagio a fare quella domanda. Così formulata, sembrava che avesse già posto fiducia in Rift, ma non era ancora così.

«Sarò io a trovarti. Ti ridarò le tue armi e ti porterò dalla tua moto. Ma ricordati la lettera!» Rift gliela posò di nuovo tra le mani e Joji stavolta non la fece cadere. La nascose sotto la camicia che indossava e annuì con convinzione verso Rift.

JPNWhere stories live. Discover now