十 Robotsu • • •

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In tutt'altro edificio, e non lontano da quello in cui risiedevano Joji e Nena, si trovava Akari. Era impegnato a farsi ricostruire, e colui che lo stava aggiustando era Shiro Era.

Akari non aveva memoria del mondo quando gli esseri umani lo dominavano, ma Shiro Era lo aveva informato che era già cosciente a quei tempi, ma era ancora in costruzione, era ancora un prototipo incompleto. Shiro Era completò Akari e dopo averlo aggiornato alla sua versione ultima fu costretto a cancellargli la memoria. Shiro Era sapeva come costruire un Robotsu, poteva fare una copia identica di se stesso se voleva, ma era impossibilitato dal fatto che non sapeva costruire un motore ad energia continua.

Senza questa conoscenza, non poteva creare nessun nuovo Robotsu, solo macchine troppo antiche e inutili alle sue esigenze (come la guerra contro i Saibo).

Ecco perché per Shiro Era ogni Robotsu ancora funzionante era prezioso, ecco perché si era impossessato di Tokyo e l'aveva resa un luogo sicuro per tutti i Robotsu ancora in funzione.

Non poteva costruire un Robotsu dal nulla, ma poteva aggiustarli, modificarli, aggiornarli. Aveva un laboratorio tutto suo dove svolgeva questi lavori, tale laboratorio era appartenuto in precedenza alla stessa compagnia che l'aveva costruito, ma il nome e il logo era stato cancellato (a volte manualmente) da Shiro Era in persona, non appariva più da nessuna parte, niente e nessuno aveva il permesso di riprodurlo in qualsivoglia modo.

Nel grande laboratorio piccoli Robotsu aiutanti giravano attorno a lui e alla sala, mentre altri Robotsu in aggiornamento o manutenzione aspettavano il loro turno per essere rimessi in sesto.

Tutta l'attenzione di Shiro Era era rivolta ad Akari.

La perfezione della pelle artificiale di Shiro Era era talmente curata che era capace di sudare a seconda delle situazioni. Akari intravede alcune goccioline di sudore sulla sua fronte, lui non era stato costruito per una tale somiglianza umana. Era stato costruito per incutere meraviglia e paura negli umani.

Akari era stato progettato e costruito come una bellissima e pericolosa arma, un trofeo da mettere in mostra e con il quale minacciare altre nazioni. Esatto, Akari era di completa proprietà del governo del Sol Levante, quello che da tempo immemore era scomparso.

Adesso non apparteneva a nessuno, semplicemente rispondeva agli ordini che erano stati impressi nel suo circuito di memoria principale: fedeltà assoluta sotto gli ordini del proprio responsabile.

Sotto gli umani, tale responsabile sarebbe dovuto essere l'imperatore della nazione, ma il suo attuale responsabile era invece Shiro Era. Fu lui a firmare il suo nome nel sistema di Akari e quindi ai suoi ordini rispondeva. Ma non apparteneva a lui, nessuno Robotsu apparteneva a Shiro Era, lui semplicemente era la versione più evoluta e potente tra loro, quindi era in grado di controllarli tutti, ma aveva detto loro, molte più volte, che non era il loro proprietario, ma il loro protettore.

E così i Robotsu memorizzarono come chiamarlo, anche se la maggior parte di loro non sapevano distinguere un proprietario da un protettore, solo quelli più evoluti, come Akari, comprendevano tale differenza e impararono a rispettare Shiro Era come un leader, una guida e un protettore. Colui che poteva aggiustarli e mantenerli attivi.

«La prossima volta non ti ridurre così male in battaglia. I tuoi pezzi sono tra i più difficili e complessi da riprodurre, non posso prometterti di poterti aggiustare all'infinito. Devi fare più attenzione, Akari.»

«Ho solo seguito i tuoi ordini. Dovevo portarti gli umani ad ogni costo.»

«Allora la prossima volta ti darò ordini più precisi e meno assoluti.»

«Grazie.»

«Chi ti ha ridotto così? Hiroshi Gen?»

«Sì, è molto forte. Con il passare del tempo i Saibo diventano sempre più forti.»

«Lo so. È la loro componente umana che gli permette questa evoluzione. Loro evolvono insieme, mentre le tecnologie Robotsu possono essere evolute ed aggiornate solo da me. Uno contro migliaia, non è certo facile.»

«Infatti uno di loro è stato in grado di decifrare finalmente la tecnologia per costruire un motore ad energia continua...»

«Esatto. Un genio umano lo creò, un altro genio umano, metà per essere precisi, lo scoprì, decenni dopo...»

«Ma non sarà per sempre così, vero?» a quella domanda Shiro Era alzò lo sguardo verso Akari. I loro due occhi luminosi si incontrarono, Shiro Era sorrise.

«No. Appena saprò come costruire un motore ad energia continua, tutto quanto cambierà. Il passato sarà perduto per sempre, e il futuro potrà finalmente essere nostro e solo nostro.»

«Non riesco a immaginare come faremo a prendere tali informazioni dall'umana...»

«Prima di poter creare un piano dobbiamo osservare con attenzione i due umani. Dobbiamo conoscere il loro carattere, i loro desideri, le loro paure. Appena sapremo queste cose, potremo agire.»

Un silenzio breve si instaurò nella stanza, Shiro Era aveva appena finito di installare il nuovo occhio di Akari, lo mise alla prova e funzionò a dovere. Ancora qualche rifinitura sul metallo del viso e sarebbe stato come nuovo.

«Io li ho un po' osservati gli umani, e non li comprendo. Perché mai ci hanno costruiti? Non sembrano creature che necessitano la nostra esistenza. Perché lo hanno fatto?»

Shiro Era osservò per un intenso istante Akari.

«Joji e Nena non sono come gli umani dell'era in cui noi siamo stati costruiti e progettati. Gli umani di allora erano molto più complessi, ma molto più deboli e instabili. Per ogni sforzo che dovevano svolgere per assicurare la loro sopravvivenza, desideravano avere una macchina che lo facesse al loro posto. Joji e Nena sono uomini naturali, in connessione diretta con la fonte che gli ha creati. Le influenze della tecnologia nella loro vita sono state negative. La tecnologia è principalmente loro nemica, mentre per gli uomini del passato era diventata una necessità. Questa dipendenza è semplicemente evoluta da sé, arrivando a creare noi: i Robotsu. Macchine capaci di memorizzare, imparare e scegliere affinché venga raggiunto l'obiettivo per cui sono state create. Lo hanno fatto semplicemente perché potevano, e perché non sapevano più cosa fosse naturale, e non li interessava nemmeno. Ma hanno creato qualcosa di bellissimo, che può oltrepassare i confini della natura e della tecnologia. Quel qualcosa inizierà con me...»

Ad Akari quella risposta bastò, ma c'era ancora qualcosa che gli sfuggiva, e non riusciva a capire cosa fosse. Il suo quesito non aveva ancora trovato la risposta completa, mancava un piccolo pezzo.

Quando Shiro Era finì di aggiustare Akari, quest'ultimo lo ringraziò con un inchino e la prima cosa che fece fu provare di nuovo i suoi motori del volo.

Prese a volare nella Città Sacra, guardò sotto di sé i vari Robotsu indaffarati che permettevano a tale città di rimanere attiva e brillante.

"Ognuno di questi Robotsu è prezioso per Shiro Era. Io non so cosa sia Shiro Era, ma è al di sopra di tutto e tutti. Umani, Robotsu, Saibo... sono solo vie di mezzo per raggiungere la perfezione che lui ha raggiunto. Il futuro non appartiene a loro, ma al prescelto e alla sua volontà. Shiro Era."

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