四 Nebbia Rossa •

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Il mal di testa di Joji non era ancora passato. Sentiva anche la presenza del sangue asciutto sul suo collo; quando muoveva il capo, essendosi questo attaccato anche ai capelli, glieli tirava leggermente, ma dopo molti movimenti si erano staccati definitivamente; questa cosa del sangue asciutto lo aveva infastidito a lungo.

La Nebbia Rossa, dal canto suo, sembrava non finire più...

A Joji faceva male tutto il corpo; erano ore che stava nella stessa posizione. A volte si alzava in piedi e staccava le mani dal volante, giusto per fare qualcosa di differente. Aveva anche un enorme bisogno di andare in bagno, ma non poteva fermarsi in mezzo alla Nebbia Rossa, rimanere fermi significava morte certa: se si respiravano i suoi fumi si moriva sul colpo, ma se si rimaneva fermi le particelle tossiche che la componevano si sarebbero attaccate al corpo in questione e avrebbero iniziato a degradarlo poco a poco. Ecco perché non c'era nessun ostacolo da quelle parti: tutto quello che era rimasto immobile era stato degradato. Il terreno rimase intatto solamente perché le particelle più pesanti della Nebbia Rossa avevano avvolto lo strato più esterno, proteggendolo da ulteriori degradazioni.

Joji era costretto a rimanere sulla moto per ventiquattro ore filate; la pelle iniziava già a prudere, quindi voleva farla finita con quell'incubo il prima possibile.

Fece difficoltà a rimanere sveglio e per non rischiare di addormentarsi decise di concentrarsi sull'immaginare chi o cosa poteva mai essere il destinatario della lettera di Matsumoto Rift.
"Sicuramente il disegno sulla busta è un indizio! Ma a cosa potrebbe condurmi? Un luogo? Una persona? Oppure altro? Chi lo sa! Che strano essere, Matsumoto Rift! Chissà cosa gli frulla in quella testa da Saibo..." Joji quindi finì per pensare di più al mastro meccanico che al destinatario della sua lettera. Perché aveva rischiato così tanto per aiutarlo a scappare? Cosa ci guadagnava lui da quella storia? Una volta consegnata la lettera, avrebbe ricevuto le risposte che cercava?

"Accidenti! Adesso voglio consegnare a tutti i costi questa lettera! Sono troppo curioso di svelare il mistero che la circonda!" quella sensazione aveva iniziato a crescere forte dentro di Joji; la curiosità aveva un forte ascendente su di lui. 

Proprio quando le forze stavano per abbandonarlo e le palpebre gli si abbassavano a intermittenza, la Nebbia Rossa iniziò a rarificarsi e la luce della Luna prese a intravedersi.
Lui tornò attento di colpo e una sensazione di benessere e contentezza lo avvolse. Voleva solo trovare un posto per andare in bagno e uno per dormire.

Accelerò e fu finalmente fuori dalla Nebbia Rossa.

«A mai più!» urlò alla fine di quel infernale viaggio. Essendo passate quasi ventiquattro ore di tempo, era completamente notte, ma questo non lo infastidì.

"Non sono mai stato da queste parti, però..." realizzò il giovane e deglutì con difficoltà. Si accorse di essere sbucato su una strada che continuò a percorrere in vista di alcuni palazzi abbandonati; conosceva il tipo di strutture, poteva intravedere anche diverse piante che si erano arrampicate su di esse, anche se erano evidenti solo le silhouette. Non c'erano però luci, di nessun tipo, se non quelle dei fari della sua moto e la Luna e le stelle nel cielo; quello era un buon segno.  Joji era abbastanza sicuro che quella fosse una città abbandonata, ed era lì che aveva deciso di dirigersi.

Quando scese dalla moto, si tolse il casco con violenza e si gettò sul terreno. Si fece scappare un gemito di piacere, ma poi aggiunse uno sbuffo infastidito perché la sua vescica gli aveva ricordato di essere completamente piena e incapace di contenere ulteriori liquidi. Si alzò con fatica e si liberò finalmente di quel peso. Non aveva mai provato così tanta liberazione in vita sua! Sia perché era scappato dalle grinfie dei Saibo, sia per quel momento semplice e umano, ma così tanto agognato.

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