Capitolo 2

152 26 162
                                    

«DEPULSO!»
Non appena Marinette ebbe pronunciato l'incantesimo Adrien fu colpito da una potente forza che lo fece bruscamente indietreggiare di qualche metro. La potenza dell'incantesimo lo fece ridestare dal suo stato di confusione.
«Cos'è successo?» chiese Adrien, che non ricordava nulla di ciò che aveva fatto.
«Cosa ti è saltato in mente?! Mi stavi per-»
Marinette si interruppe, essendosi ricordata che l'incantesimo Confundus fa dimenticare a chi lo subisce le azioni compiute durante lo stato di confusione.
«Niente, niente»
Adrien non capiva questo improvviso cambiamento nella ragazza, ma decise di non dargli troppo peso. Allo stesso modo Marinette lì per lì non si preoccupò troppo per quello che il ragazzo aveva fatto, o meglio, per ciò che stava per fare.

Nel frattempo Flitwick dichiarò terminata la lezione. Marinette senza neanche salutare il biondo uscì dall'aula e si diresse verso la sala comune di Corvonero per raccontare ciò che era successo alla sua amica Alya.
«Alya, Alya, oggi è successa una cosa stranissima!»
«Hey ragazza, calmati! Che è successo?»
«A lezione di incantesimi Flitwick ci ha diviso in coppie e io sono finita con quello stronzo di-»
«Marinette! Modera il linguaggio!»
«Stavo dicendo, sono finita, anzi, Adrien mi ha chiesto se volessi lavorare in coppia con lui! L'ha fatto per un suo profitto personale, ovvio. Io non so cosa mi passasse per la testa in quel momento, ma ho accettato, e niente, quando gli ho lanciato Confundus quello stron- ehm, quel ragazzo diversamente simpatico mi stava per baciare! Ma ti rendi conto! Fortuna che ho fatto in tempo a respingerlo con un incantesimo, altrimenti sarei stata costretta a ucciderlo!»
«Eddai su, rilassati, non prenderla così male, dopotutto non sapeva cosa stesse facendo no?»
«Sì, hai ragione, però si stava per prendere il mio primo bacio! Proprio lui poi!»
«Suvvia Marinette, non essere così dura nei suoi confronti, non lo conosci abbastanza!»
«Ma fortuna che lo conosco poco, già mi basta e mi avanza!»
Alya, stufa di ribattere decise di lasciar perdere, anche perché sapeva che non sarebbe mai riuscita a farle cambiare idea.
Guardò l'orologio e si accorse che erano già le 12,45.
«Marinette, sbrighiamoci! Siamo in ritardo per il pranzo e oggi dobbiamo assolutamente essere in orario agli allenamenti di Quidditch, altrimenti non ci faranno giocare alla partita!»
Detto questo, prese l'amica per un braccio e la trascinò fuori dalla sala comune.

Arrivati alla Sala Grande si sedettero al solito tavolo e cominciarono a parlare del più e del meno, come erano solite fare. Ad un certo punto Marinette vide entrare Adrien, circondato come sempre da una mandria di ragazzine che gli sbavavano dietro.
«E poi mi chiedi perché dica quelle cose di lui! Ma lo vedi? È il classico puttaniere senza sentimenti che sta con una ragazza solo per gusto e quando si stufa la lascia e si mette con un'altra. Cosa ti puoi aspettare da uno così sudbolo, stronzo, insensibile e opportunista?!»
Quello che Marinette non sapeva, però, è che Adrien la stava ascoltando. Si alzò di scatto dalla sedia e le si parò davanti.
«Ah, quindi è questo ciò che pensi di me? Mi hai deluso Marinette e anche molto! Pensavo che tu saresti riuscita a vedere oltre, ma mi sbagliavo. Sei proprio come tutte le altre. Sarai contenta, ora che non mi avrai più tra i piedi! Scordati che esisto! Addio!»
Marinette a quelle parole sbiancò e rimase come pietrificata, pure dopo che Adrien se ne era già andato. Fu Alya a riportarla sulla Terra:
«Terra chiama Marinette, Terra chiama Marinette! Ohi, ci sei?»
«...»
«Senti, so che sei sconvolta, ma cerca di reagire!»
«Ma reagire cosa?! Che poi scusa, perché mi ha attaccata così su due piedi?»
«Ma te lo chiedi pure?! Lo hai insultato apertamente e lui ha sentito tutto! Cosa avrebbe dovuto fare, ringraziarti? Non sei stata per niente giusta con lui e ti sei comportata veramente male!»
«Ma Alya, io-»
«"Ma Alya" niente! Ora vai lì e gli chiedi scusa!»
«Ma ti sei impazzita per caso?! Mai e poi mai lo farò! Che poi qui, davanti a tutti!»
«Bene, allora lo farai agli allenamenti di Quiddich. Su, andiamo!»

Nel frattempo Adrien stava ancora riflettendo sulle parole dette da Marinette. Era molto triste sia perché sotto sotto sapeva che quello che lei aveva detto era vero sia perché era stata proprio lei a sputargli addosso quelle parole. A quanto pare si era fatto un'idea sbagliata su di lei: pensava che sarebbe riuscita ad andare oltre la maschera che indossava, oltre le apparenze, ma si sbagliava. Nessuno poteva capirlo e lui non sarebbe cambiato così facilmente, non voleva soffrire, non più.

Marinette mentre si preparava per la lezione di volo si fermò a riflettere su ciò che era successo poco prima e in generale sul "rapporto" che aveva sempre avuto con Adrien. Non capiva perché avesse avuto questo pregiudizio nei suoi confronti fin dall'inizio. Forse aveva ragione Alya, forse lo aveva giudicato troppo presto. Effettivamente la reazione che aveva avuto lui era stata più che sensata. Ripensò a come si era posta nei suoi confronti fin dall'inizio e, soprattutto, sentiva ancora le parole che gli aveva detto poco prima bruciarle sulla pelle.
"Ho deciso, per una volta metterò da parte l'orgoglio e andrò a scusarmi con lui, costi quel che costi!" pensò lei. Nel frattempo aveva finito di vestirsi e si era avviata verso il campo di allenamento. Cercò di parlare con lui prima che iniziasse l'allenamento, ma non ci riuscì. Durante la partita il biondo le rivolgeva continuamente degli sguardi freddi e seccati. Adrien, come se la stesse evitando di proposito, non appena la partita finì e la Hooch li congedò, si rintanò nello spogliatoio. Il ragazzo non aveva tenuto conto, però, della tenacia di Marinette, che si appostò di fronte alla porta dello spogliatoio maschile, in attesa che lui uscisse. Non dovette attendere molto, dato che il ragazzo, proprio per non volerla incontrare, si era cambiato in fretta e furia.
«Adrien aspetta, ti devo parlare!»
«Non abbiamo niente da dirci, anzi, hai già detto fin troppo!» le rispose lui sprezzante.
«Ti prego, lascia che ti spieghi!»
«Cosa c'è da spiegare, cosa? Sei già stata chiarissima!» le rispose lui, che stava già iniziando a perdere la pazienza.
«Senti, so di aver sbagliato, e anche tanto, e mi dispiace per questo. Scusa, non mi sarei mai dovuta permettere di giudicarti senza prima conoscerti bene»
«Marinette senti, io me la sono presa anche perché so che in fondo ciò che hai detto di me è vero, e non me ne vanto, ma ti assicuro che io non sono così, davvero. Comunque se il nostro rapporto è questo è anche colpa tua, no?»
A questo punto la ragazza perse la pazienza e ogni buon proposito che si era prefissata e iniziò ad urlargli contro:
«Ah, quindi sarebbe tutta colpa mia, no? Ero io quella che ogni volta che ti vedevo cominciavo ad insultarti senza motivo, giusto?»
«Marinette, io-»
«Marinette niente! Sappi, comunque, che anche se con te recitavo la parte della dura, in realtà le cose che mi hai sempre detto hanno distrutto la mia autostima! Non sai quanto io ci sia stata male! E pensare che mi sono pure sentita in colpa! Che stupida che sono stata! È proprio vero che la gente non cambierà mai! Adrien Agreste, sei e resterai per sempre uno stronzo!»
«No, ti sbagli! So che ho sbagliato, ma io non sono così, sono diverso! Lascia che te lo dimostri, ti prego!»
«Perché ti interessa così tanto? Ti basterebbe schioccare le dita e avresti una distesa di ragazze ai tuoi piedi. E invece ora vorresti perdere del tuo tempo dietro una scema come me. Io proprio non ti capisco!»
«Marinette, non dire queste cose! Tu non sei affatto scema, anzi! Se c'è uno scemo tra i due, quello sono io! So che ciò che sto per dirti ti sembrerà strano, dopo tutto ciò che ho fatto, ma ti assicuro che sono sincero: Marinette, io...»

Wizards of LoveWhere stories live. Discover now