Capitolo 3

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«Marinette, io ti vorrei come amica. So di aver sbagliato tante cose, fin da quando ci siamo conosciuti, ma dammi una seconda possibilità, ti prego! So che tu non meriti uno come me, ma ti prego, a me non è rimasto più nessuno!»
Detto questo, Adrien fece una cosa che Marinette non si sarebbe mai immaginata: si mise a piangere, così, davanti a lei, che era rimasta davvero senza parole. Dal canto di Adrien, egli aveva deciso per la prima volta di mettere a nudo ciò che provava veramente, togliendo quella maschera tanto odiata che lui stesso si era costruito. Si era quindi messo a piangere a dirotto e non aveva intenzione di fermarsi.
«Certo che ti voglio come amico, Adrien. Non sapevo che sotto ci fosse tutto questo, davvero. Mi fa davvero felice che tu sia aperto con me. D'ora in poi non ti sentirai mai più solo, perché io sarò con te, sempre»
A sentire queste parole Adrien smise di piangere e si mise a fissare l'amica, incredulo, stupito. Dopo qualche attimo si riprese e le disse:
«Buonanotte Marinette, a domani»
«B-buonanotte Adrien»
Adrien si era già voltato per andarsene, quando si fermò e aggiunse:
«Grazie per tutto quello che stai facendo, Marinette. Non puoi immaginare quanto questo significhi per me, davvero»
Detto questo, se ne andò per davvero, lasciando la ragazza lì, paralizzata, con le guance che le iniziavano a scaldarsi.

Marinette aveva deciso di non riferire né ad Alya né a nessun altro ciò che era successo: pensava che farlo sarebbe stato una mancanza di rispetto nei confronti di Adrien, che non l'aveva di certo autorizzata a divulgare i suoi fatti privati. Pensava che farlo fosse in un certo modo come un tradimento della sua fiducia, ecco.

La mattina seguente la ragazza si fermò a riflettere su come pensava che sarebbe cambiato il rapporto che aveva sempre avuto con Adrien. Abituata com'era ai soliti litigi e ai soliti insulti le sarebbe sembrato strano vederlo comportarsi in maniera diversa. Inoltre non era sicura che per lui la serata precedente avesse significato tanto quanto lo aveva fatto per lei. Ad ogni modo, decise di smetterla di farsi inutili paranoie e di scendere per la colazione. Si stava per sedere al suo solito tavolo, quando avvertì una mano sulla sua spalla. Marinette si girò, sicura di trovare Alya, e le venne quasi un colpo quando invece si trovò davanti Adrien.
«Buongiorno Marinette, dormito bene?»
La ragazza, ancora mezza stordita per il colpo che le era preso prima ci mise un attimo a rispondere e tentennò un po':
«S-sì, grazie»
«Bene, ne sono contento! Io adesso vado a mangiare, ma ci vediamo dopo, va bene?»
«Certo, va benissimo!»
In mattinata Marinette e Adrien avrebbero avuto lezione di volo insieme, quindi si sarebbero sicuramente rivisti. Tornò al dormitorio per prendere il necessario e si diresse subito dopo al campo di allenamento. Uscita dallo spogliatoio, incontrò Adrien, che le augurò una buona fortuna per la partita.
"Wow, non avrei mai pensato che avrebbe cambiato atteggiamento nei miei confronti di così tanto e soprattutto così in fretta!" pensò lei.

L'allenamento iniziò. Marinette e Adrien, essendo entrambi dei cercatori, partirono immediatamente alla ricerca del boccino d'oro. Passarono diversi minuti, ma nessuno dei due lo aveva ancora individuato. Improvvisamente il boccino sfrecciò a tutta velocità sopra le loro teste. Partirono contemporaneamente all'inseguimento. Marinette era avvantaggiata, essendo più vicina al boccino rispetto ad Adrien. Lo aveva quasi afferrato, quando un bolide partì improvvisamente in picchiata contro di lei. La ragazza, presa com'era dal cercare di afferrare il boccino d'oro, sfuggente come sempre, non se ne accorse. Il bolide si avvicinò sempre più, minaccioso, fino a quando non la raggiunse e...
SBAM!
Marinette sentendo il forte colpo si voltò di scatto e vide Adrien perdere il controllo della sua scopa e precipitare. La ragazza partì immediatamente in picchiata per cercare di salvarlo dall'impatto e, un attimo prima che lui toccasse il suolo, riuscì a raggiungerlo e a rallentare la sua caduta. Purtroppo però il colpo aveva fatto perdere i sensi al ragazzo, che ora giaceva inerme al suolo. Marinette, che aveva subito capito che il ragazzo si era lasciato colpire per salvarla, si mise a piangere e gridò:
«Perché Adrien, perché mi hai salvato? Avrei dovuto essere colpita io, non tu!»
Nel frattempo era già arrivata Madam Pomfey, che lo mise su una barella e lo trasportò in infermeria. Marinette ovviamente la seguì e decise che sarebbe rimasta accanto a lui fino a quando non si fosse svegliato.
Rimase quindi in infermeria, seduta vicino al suo letto, per tutto il pomeriggio e saltò addirittura la cena.
Quando Adrien si svegliò non ricordava nulla di ciò che era successo e del perché si trovasse in infermeria; l'unica cosa che sapeva è che aveva un forte mal di testa. Si guardò intorno e vide Marinette, seduta a fianco a lui, che lo stava fissando.
«Ciao Marinette, sai perché sono qui? Ricordo che stavamo giocando a Quiddich e che stavi per essere colpita da un bolide, ma poi niente, vuoto assoluto»
«Tu ti sei buttato sul bolide e ti sei lasciato colpire al posto mio. Ho cercato di rallenatare la tua caduta, ma nonostante questo il colpo ti ha fatto svenire e Madam Pomfey ti ha ricoverato qui in ospedale. Grazie per ciò che hai fatto, è probabilmente il sacrificio più grande che qualcuno abbia compiuto per me! Tuttavia non era necessario: avrei preferito essere colpita io piuttosto che vedere te svenuto a terra a causa mia!»
«Ma non è stata colpa tua, ho deciso io di frappormi tra te e il bolide e lo rifarei volentieri! Non capisco piuttosto perché il bolide si sia comportato in questo modo: non avrebbe dovuto colpirti, a meno che...»
«A meno che?» domandò lei
«A meno che qualcuno non lo abbia maledetto! È andata così, ne sono sicuro. Però non capisco chi potrebbe averlo fatto, e soprattutto perché»
«Non penso che qualcuno lo avrebbe fatto e anche se fosse perché indirizzarlo proprio a me? Non ha tanto senso...»
«Non ho ancora ben capito cos'è successo - continuò lui - ma ti assicuro che farò tutto il possibile per scoprirlo»
«Grazie Adrien per tutto quello che fai per me, davvero»
«È questo che fanno gli amici, no?»
«Sì, hai ragione. A proposito, come stai ora?» gli chiese lei
«Ah molto meglio, grazie. Infatti non appena arriverà Madam Pomfey le chiederò se mi può dimettere»
Proprio in quel momento, come se Adrien l'avesse evocata, entrò Madam Pomfey, che disse:
«Mi cercavi ragazzo?»
«Sì, vorrei sapere se posso andare, dato che ora sto molto meglio»
Lei allora gli fece una rapida visita, comunicandogli infine che era tutto a posto e che poteva tranquillamente andarsene. Allora Adrien, dato che erano le dieci di sera e non aveva cenato, chiese a Marinette:
«Hey, se non hai già cenato, che ne dici di mangiare insieme?»
«No, non ho mangiato e sì, certo che mi andrebbe! Ah, a proposito, complimenti per il cambiamento o meglio, grazie per avermi dato la possibilità di conoscere il vero Adrien»
«Di niente Marinette! Non so bene come o perché, ma in un qualche modo mi sento legato a te e so di potermi fidare. E c'è dell'altro: ogni volta che ti vedo il mio cuore ha un sussulto»
«C-che intendi dire?»
Erano ormai lontani dall'infermeria e vista l'ora non c'era nessuno nei paraggi. Adrien si avvicinò a lei, talmente tanto che poteva sentire il suo respiro...

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