Let's make love (pt.1)

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April's pov.
Era il momento, Carter sarebbe stato finalmente dimesso, i dottori mi avevano spiegato che sarei dovuta rimanere con lui per aiutarlo a medicarsi.
"Una volta al giorno bisogna disinfettare la ferita e cambiare le bende, le prime settimane avrà bisogno delle stampelle e per la doccia naturalmente dovrà dargli una mano, se questo è troppo possiamo chiedere a un parente di assisterlo per un mese a casa" mi spiegò il dottore.
"No, credo di farcela, grazie e arrivederci" gli strinsi la mano e uscii dallo studio trovando Carter seduto nella sala d'attesa con le stampelle in mano, appena mi vide si alzò più velocemente possibile sorridendo.
"Beh vuoi proprio andartene eh?" Ridacchiai avvicinandomi.
"Non sai quanto, una settimana qui dentro equivale al manicomio" alzò gli occhi al cielo mentre ci avviavamo verso l'uscita.
"Mi tocca trasferirmi da te per un mese" spiegai brevemente, un largo sorriso si fece spazio tra le sue guance.
"Ci divertiremo" mi guardò malizioso.
"Non sperarci troppo" sorrisi con aria di sfida aprendogli la portiera.
Avvicinò il viso al mio.
"Non resisterai"
"Scommettiamo?"
"Ok, chi perde prima il controllo lava i piatti per una settimana" propose.
"Ci sto" accettai sicura di vincere, chiusi la portiera, salii in macchina e guidai fino a casa sua.
"Io vado in casa a prendere alcune cose poi ti raggiungo tra dieci minuti" dissi.
"Ok" mi diede un veloce bacio sulla guancia, scese un po' a fatica ed entrò in casa.
Corsi a casa mia, presi un borsone e ci buttai lo stretto indispensabile per stare via una settimana, poi avrei cambiato la scorta di vestiti ogni sette giorni.
Buttai un occhiata allo specchio e notai di essere messa male, le occhiaie si stagliavano come lunghe ombre sotto i miei occhi arrossati, le guance che di solito erano di un delicato rosa erano pallide, i capelli erano arruffati e i lividi sul collo fatti da Carter erano ancora evidenti, sembravo una ninfomane in astinenza, mi buttai sotto la doccia sperando di migliorare la situazione.
Quando uscii fui felice di notare che il rossore dei miei occhi si fosse calmato, mi asciugai velocemente i capelli e uscii di casa portandomi il borsone.
Entrai in casa sua di corsa e lo trovai seduto sul divano con la mandibola contratta e il piede della gamba sana che batteva insistentemente contro il pavimento.
"Dieci minuti eh?" Si girò arrabbiato.
Deglutii e parlai a bassa voce.
"Mi sono fatta una doccia, scusa se ci ho messo un'ora ad arrivare" puntai lo sguardo sul pavimento.
"La doccia potevi fartela qui"
"Scusa"
"Dovrei punirti per avermi fatto aspettare così tanto..." respirò profondamente.
Io arrossii e lo guardai.
"Ma ho la gamba fuori uso e come faccio a castigarti se non riesco a stare in piedi?!" Disse frustrato.
Mi morsi il labbro.
"Peccato" mi avvicinai.
Il suo sguardo scattò su di me.
Appoggiai le mani alle sue ginocchia e a un soffio dalle sue labbra sussurrai.
"Mi sarebbe piacuto" la mia mano salì lentamente fino al cavallo dei pantaloni.
"Mh piccola... stai facendo la cattiva" strinse i cuscini del divano.
"Mi vuoi?" Mossi lentamente la mano.
"Non mi farai perdere il controllo"
"Ne sei sicuro?" Chiesi sorridendo.
"Io amo vincere" accarezzai la sua semi-erezione e mi allontanai.
"Allora, che vuoi per cena?"
"Vaffanculo April" alzò gli occhi al cielo.
"Mi dispiace, non credo di saperlo cucinare, altro?"
"Aspetta che io torni a camminare, oh te ne pentirai"
"Ok, vada per l'arrosto!" Corsi in cucina e presi gli ingredienti necessari.
Carter entrò in cucina e si sedette a tavola.
"Baby, mi andresti a prendere una camicia per favore?" Chiese sorridendo.
"Certo"
Ne trovai una nera, mi eccitai al solo pensiero di vederlo con quel capo indosso.
"Ecco qua" andai a controllare il forno per accertarmi che non si fosse bruciato nulla.
"Hey mi aiuteresti a metterla?" Domandò il ragazzo.
"Hai la gamba invalidata, non le braccia" risposi sapendo che avrei perso il controllo aiutandolo.
"Dai!"
"Non cominciare"
"Ti preeeeeeeeeeeeego"
"No"
"Dai"
"No"
"Dai"
"Cazzo ho detto di no!" Tirai un pugno sul piano di lavoro della cucina.
"Hai paura di perdere?" Sorrise spavaldo.
"Tsk certo che no"
"Allora fallo" si tolse la maglietta.
"Fanculo" presi la camicia e gliela infilai.
"Contento?" Cercai di allontanarmi ma lui mi prese il polso.
"Dovresti allacciarmela" portò la mia mano sul suo petto, sfiorai con le dita la pelle liscia e bollente del mio migliore amico, non riuscivo più a resistere, vagai con la mano per esplorare il suo corpo tonico e caldo.
"Daddy... non ce la faccio più"
"Neanche io babygirl" mi attirò verso di sè e mi misi a cavalcioni su di lui cercando di non appoggiarmi alla ferita.
Incollai le mie labbra alle sue in un bacio bisognoso che lui uccise subito.
"Aspetta, voglio provare a fare una cosa"
"Cosa?" Mi preoccupai.
"Non voglio scopare con te"
Sbarrai gli occhi.
"Voglio fare l'amore" mi accarezzò la guancia.
Sorrisi.
"Facciamolo"

My Best Friend Is A DaddyWhere stories live. Discover now