Touching

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Carter's pov.
"Ho sempre voluto essere la tua prima volta in qualcosa" sorrisi.
Arrossì lievemente e si strinse a me.
Un pensiero improvviso mi fece gelare il sangue nelle vene.
"April..."
"Mh?" Mi guardò.
"Se tu fossi rimasta incinta?!" Domandai preoccupato.
"Carter, calmati, domani andrò in farmacia a comprare la pillola del giorno dopo" sospirò stanca.
Passammo un po' di tempo così, abbracciati nell'oscurità, in silenzio... sentii il bisogno di dirlo.
"Non sarebbe male"
"Cosa?"
"Intendo, anche se tu fossi incinta, non sarebbe poi la fine del mondo" cercai di spiegarlo con più discrezione possibile.
Si irrigidì e si allontanò da me.
"Sei pazzo?" Chiese come se l'avessi offesa.
"No, è la verità, insomma... sarebbe davvero così orribile?"
"Sì! I-io ho così tanti progetti per il futuro; e-e poi... non sono adatta, non sono brava coi bambini, li detesto, non potrei mai avere un figlio, mi odierebbe!" Gesticolò molto velocemente come faceva quando qualcosa la metteva a disagio. Alzai il busto e le appoggiai una mano sulla spalla ma lei si divincolò.
"V-vado in bagno" affermò alzandosi e chiudendosi a chiave nella stanza nominata.
Mi alzai a fatica e raggiunsi la porta con le stampelle.
"April, mi dispiace per quello che ho detto... non avrei dovuto, so che sei sensibile sull'argoment-"
"Lo pensavi veramente?" Mi interruppe lei da dietro la porta.
"Ti ho già detto che mi dispiac-"
"Sì o no!?" Le si ruppe la voce.
"Sì cazzo, sì lo penso veramente! Contenta? Io ti amo e non ti lascerei per una cosa del genere, insomma ci cambierebbe le vite, questo è poco ma sicuro, però... stare con te e qualcuno che è il frutto del nostro amore... sarebbe davvero bello" spiegai appoggiandomi alla porta.
La sentii avvicinarsi.
"E poi quelle pillole non fanno bene a una donna, sono un concentrato di ormoni che ti rovinano" pensai ad alta voce.
Lei mi aprì con gli occhi arrossati.
Allungai un braccio per accoglierla.
"Piccola, odio farti piangere"
"T-torniamo a letto" si andò a sdraiare e io la raggiunsi poco dopo.
"E se non la prendessi veramente?" Domandò nel silenzio della stanza.
"Cosa?!" Chiesi stupito pensando di aver sentito male.
"Intendo non prendere la pillola e vedere che succede, se è destino che facciamo un figlio... lasciamo che accada"
La guardai sconcertato.
"Dici sul serio!?" Sorrisi.
"Perché dovrei scherzarci?"
La trascinai immediatamente al mio fianco e la strinsi per non lasciarla più andare.
Ci addormentammo in quella posizione, felici.

April's pov.
Un lieve raggio di sole mi illuminò il viso, arricciai il naso e strofinandomi gli occhi mi svegliai.
Carter era sdraiato affianco a me, il viso rilassato era nascosto dietro a una mano le cui dita si perdevano nei folti capelli castani, sorrisi lievemente e mi riappoggiai al cuscino continuando ad osservarlo.
"Quanto vuoi guardarmi ancora prima di darmi il buongiorno?" Aprì un occhio.
Arrossii e risposi:
"Non volevo svegliarti scusa"
"Tranquilla amore" disse stiracchiandosi.
"Beh visto che sei sveglio... dovremmo cambiare la benda" gli ricordai.
"Che palle! No!" Si ributtò sul letto coprendosi la testa, mi infilai anche io tra le coperte e mi avvicinai finché i nostri volti non furono a pochi centimetri di distanza.
"Carter, dobbiamo farlo lo sai"
"Che detta così..." accennò un sorrisetto pervertito e avvicinò il suo bacino al mio.
"Mh mh ti piacerebbe... prima bisogna cambiare la benda, poi oggi vengono i tuoi, quindi mi tocca anche preparare il pranzo!"
"Uff... perché devono venire i miei?"
"È domenica, di solito tu vai da loro, ma vista la tua condizione si sono offerti di venire qui" spiegai.
"Ma baby... io ho voglia" si lamentò.
"Carter, non c'è tempo oggi" gli lasciai un bacio a stampo sulle labbra e mi alzai.
Mi misi una maglia da casa e dei leggins.
"Piccola, ti metti una mia maglia?" Domandò.
Mi accigliai.
"Perché?"
"Non è importante... se tu lo facessi potrei lasciarmi cambiare la benda senza battere ciglio..."
"Sei impossibile" alzai gli occhi al cielo, presi una maglia qualunque dal suo armadio e la indossai.
"Contento?"
"Mh... quasi, c'è qualcosa che non mi convince... forse sono i leggins... prova a toglierli"
Sbuffai facendo come richiesto.
"Ecco! Ora sei perfetta!"
"E tu sei un maniaco" affermai.
Scesi le scale e presi il necessario per cambiare quella benda.
"Bene, cominciamo" dissi spostando la coperta dalla gamba ferita.
"Carter... il tuo amichetto qua sotto è..."
"Lo so, si è svegliato anche lui"
Cercai di non ridere facendo finta di nulla e tolsi la benda della sera precedente.
"Sta migliorando" affermai disinfettando la ferita.
Si irrigidì e mi prese il polso.
"Piccola, piano"
"Scusa" cercai di essere più delicata possibile e cambiai la benda.
"Vado a preparare il pranzo" gli baciai la fronte.
Entrai in cucina e cominciai a preparare rendendomi conto di aver bisogno di una mano per fare in tempo.
"Carter! Vieni ad aiutarmi!" Urlai dal piano di sotto, siccome sembrò non avermi sentito andai in camera a controllare, trovai la porta socchiusa, ero convinta di averla lasciata aperta... mi affacciai e la visione che mi si parò davanti mi fece bollire il sangue nelle vene:
La fronte imperlata di sudore, il labbro sanguinante chiuso tra i denti, la sua mano stretta attorno al proprio membro mentre ansimava il mio nome sottovoce.
La bocca mi si prosciugò, e riuscii a mormorare solo:
"Carter..."

My Best Friend Is A DaddyWhere stories live. Discover now