55.Scusami

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Capitolo di passaggio prima che ricominci un pò di azione 😏 enjoy

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Capitolo di passaggio prima che ricominci un pò di azione 😏 enjoy

30 dicembre 1943

Dean, dopo l'ennesima discussione riguardante Tom in cui Adhara non aveva fatto altro che ripetere come un automa che non doveva preoccuparsi perché tra loro non c'era niente, l'aveva invitata a casa sua a festeggiare il Natale. Lei ovviamente aveva acconsentito. Il 24 dicembre era dunque partita con Dean per le vacanze, nonostante non lo volesse. Non lo voleva assolutamente. Aaveva però sviluppato una sorta di senso di colpa a causa del proprio comportamento e quindi pensava che assecondando i desideri di Dean avrebbe espiato le proprie colpe.
Quindi, la mattina della partenza si era fatta trovare pronta e vestita di tutto punto per partire con lui.
Aveva cercato ovunque lo sguardo di Tom, sentiva la necessitá di vederlo prima di partire, ma non l'aveva trovato. Il ragazzo aveva la straordinaria abilità di sparire dalla circolazione nei momenti piu sbagliati (o piu giusti). Nonostante lei lo stesse evitando, non poteva impedire a se stessa di sentirsi rincuorata ogni volta che lui le si sedeva accanto a lezione, ogni volta che inavvertitamente entrava in contatto con il suo gomito mentre scriveva (lei era mancina e lui destro), ogni volta che lo vedeva studiare in biblioteca o sedersi in fondo al tavolo a pranzo e a cena.
Lui c'era. E se lui c'era allora c'era anche la possibilità che prima i poi succedesse qualcosa, che la situazione si ribaltasse in qualche modo.
La verità era che lei era troppo codarda per fare qualsiasi cosa, era troppo terrorizzata dall'idea che lui la abbandonasse di nuovo. Era rimasta scottata già una volta dal suo ghiaccio e si era ritirata chiudendosi a riccio. L'armatura che si era costruita si era crepata in fretta, troppo in fretta e Tom, con dei fendenti ben assestati, l'aveva fatta crollare definitivamente.
Per questo motivo lei lo aspettava.
E dentro di sé sapeva che se non fosse successo nula, lei sarebbe riuscita anche ad asperlo per tutta la vita.
Adhara salendo sul treno col cuore che le grondava già della mancanza di Tom, aveva lanciato un ultima occhiata al castello, cercando di convincere se stessa che due settimane sarebbero passate in fretta.
I giorni seguenti però, nonostante avesse sperato il contrario con tutta se stessa, passarono lenti, senza lasciare il segno. Adhara in futuro, quei giorni se li sarebbe ricordati come delle immagini sfocate, mute. Sorrideva, parlava, passava del tempo con la famiglia di Dean, fingeva. Fingeva perché lei in realtà non era lì.
Era un involucro vuoto che mentiva. A sé stessa e agli altri.
Poi, successe. Qualcosa ruppe quella scia di giorni vuoti.
La notte del 30 dicembre sognò Tom.
Lo vide in piedi nella nebbia, di fronte ad un cartello sul quale c'era scritto il nome di un paese.
Adhara si svegliò di soprassalto e si mise seduta sul letto cercando di riflettere.
Little Hangleton.
Lei, quel nome lo conosceva. Se lo ricordava. Ci era passata per caso, un giorno in cui era andata a trovare i propri nonni materni, tanti anni prima. Si erano fermati perché a lei scappava la pipì ed era entrata in una bettola decisamente inquietante e desolata. Ricordava ancora l'insegna malmessa di quel pub: "L'impiccato", c'era scritto.
Ma cosa ci faceva in quel paese Tom? E perché lei lo aveva visto? Sicuramente era perché quelli, in qualche modo, erano anche affari suoi.
Sentiva l'impellente bisogno di raggiungerlo per capire, di andare a Little Hangleton e incontrarlo, di parlare con lui. Ma come avrebbe fatto ad andarsene senza destare sospetti?
Improvvisamente ebbe un'idea.
Si alzò dal letto e in quattro e quattr'otto preparò i suoi pochi averi per la partenza.
Poi, si sedette alla scrivania che era presente nella sua camera e iniziò a scrivere.
"Caro Dean,
questa notte ho ricevuto un gufo da parte dei miei genitori: dopo tutto questo tempo sono tornati a casa. Non posso aspettare per raggiungerli e spero che mi capirai se rinuncio a questi ultimi giorni assieme alla tua famiglia. Ti chiedo solo di non preoccuparti quando non mi vedrai domattina. Non appena sarò arrivata a casa avrò premura di avvisarti.
Cari saluti a tutti
Adhara"
Sgattaiolò in camera di Dean e lasciò la busta sul suo comodino.
Si sentiva malissimo, terribilmente in colpa. Si fermò un attimo sulla soglia prima di chiudere la porta; Dean dormiva tranquillo. Ignaro della tempesta che era in corso nella mente di Adhara. Del tumulto che lei sentiva nel cuore. Ignaro di tutto.
-Scusami.- sussurrò prima di chiudere la porta alle spalle e andarsene da quella casa.

Amortentia - A Tom Riddle StoryWhere stories live. Discover now