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Era quasi mezz'ora che Steve era seduto al tavolo del bar in cui aveva deciso di incontrare Sharon.

Inutile dire che non la stava minimamente ascoltando.

Aveva appena finito di fare la sua solita routine di allenamento quando gli era suonato il cellulare e lei gli aveva chiesto se potevano trovarsi al solito bar in cui lei faceva colazione con le colleghe quando era ancora un agente dello S.H.I.E.L.D

Steve si era messo il cuore in pace e aveva deciso di andare. Prima o poi avrebbero dovuto affrontare quel discorso e anche se parlarne in un bar non gli sembrava il posto ideale, se mai lei fosse entrata nell'argomento, l'avrebbe affrontato comunque.

Effettivamente al Capitano faceva strano che la donna che si trovava adesso davanti a lui non gli avesse ancora chiesto il motivo del suo frettoloso trasferimento all'Avengers Tower, ma sapeva che l'avrebbe fatto.

Sharon continuava a parlargli ininterrottamente del suo nuovo lavoro da segreteria e lui invece giocherellava distrattamente con il tovagliolo in carta, guardando un punto fisso del tavolino.

Stava cercando un motivo valido per non pensare a quella donna che aveva sempre considerato poco ma con cui adesso condivideva vitto e alloggio.

Era rimasto leggermente scocciato quando le aveva chiesto di dargli del tu e lei neanche si era degnata di dargli una risposta, ma in fondo Steve continuava a pensare al fatto che lei gli sorridesse sempre, nonostante tutto, nonostante sapesse quello che lui aveva fatto.

"Mi stai ascoltando?"

Squittí Sharon con voce acuta e infastidita. Le strappò velocemente il tovagliolo dalle mani, facendo in modo che Steve la guardasse.

Si spostò una ciocca di capelli dietro all'orecchio e aspettò per qualche istante una risposta dall'uomo che aveva davanti.

Durante i due anni in cui era stato in giro per il mondo a cercare il Soldato d'Inverno non aveva mai pensato di avere accanto una donna così fastidiosa, forse perché gli faceva anche comodo.

Adesso cominciava a capire il perché Fury non la volesse all'Avengers Tower fra i suoi colleghi più fidati.

"Chi c'è con voi Avengers alla base?"

Steve puntò i suoi occhi azzurri in quelli scuri della donna che aveva di fronte e si, si aspettava quella domanda, così si era anche preparato una risposta.

"Siamo con Fury"

Sharon rise amareggiata, sapendo in fondo che lui le stava mentendo. Non era mai stato bravo con le bugie.

"Fury non è più il capo di nessuno, non capisco perché continua ad atteggiarsi come tale" - borbottò

Steve scosse la testa -"ti sbagli" - disse -"Fury è sempre stato il nostro capo" - continuò lui, tenendo lo sguardo fisso nel suo -"e continuerà ad esserlo"

Sharon scosse la testa e dopo essersi pulita la bocca con il tovagliolo di carta li posò sul tavolino e si alzò dalla sedia.
L'uomo aveva capito benissimo che lei si era arrabbiata per le risposte che aveva ricevuto ma credeva che non si sarebbe arresa tanto facilmente e che le avrebbe provate tutte pur di sapere che cosa stesse tramando Fury e con chi fosse in realtà il suo fidanzato all'interno dell'Avengers Tower.

Steve non era bravo a mentire, non lo era mai stato in realtà. Le sue bugie non duravano a lungo ed era certo che Sharon avesse capito subito che lui le aveva mentito. 

La donna infatti era sempre stata addestrata a capire gli atteggiamenti di chi si trovava davanti ed era stata una discreta - a detta di quasi tutti i suoi colleghi - agente dello S.H.I.E.L.D.

𝑶𝒗𝒆𝒓𝒉𝒆𝒂𝒅 || Marvel Story ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora