XVIII

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"No Nick" - Mia sbuffò -"te l'avevo detto che sarei andata a Boston questo weekend, e si Nick" - disse con tono stanco -"ci sarò lunedì per la partenza"

Fury non le rispose subito e Mia era talmente stanca che non sarebbe riuscita ad arrabbiarsi, neanche a volerlo.

Era sabato e lei - ovviamente - era a Boston. Quando aveva parlato con Nick della sua prima missione dopo ben due anni le sembrava di essere stata più che chiara. Gli aveva detto che sarebbe andata in Wakanda per una delle ultime sessioni insieme al soldato d'inverno. Che avrebbe portato il capitano Rogers alla base degli Avengers a New York e che poi avrebbe ripreso l'aereo per andare a Boston, almeno per salutare suo padre.

Sembrava che Nick Fury non avesse capito niente e quando aveva saputo che lei era a Boston e non alla base a New York l'aveva chiamata immediatamente, e Mia aveva notato che era furioso... Ma lei lo era di più dato che erano solo le sette del mattino e lui l'aveva svegliata.

Era stanca e avrebbe voluto dormire ancora.

"Per questa volta passa" - disse lui con tono atono -"buona giornata Torres, fai la brava"

Mia sorrise leggermente, poi alzò gli occhi al cielo e senza neanche rispondere staccò immediatamente la chiamata e si mise a dormire, intenta a farlo ancora per qualche ora almeno.

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Erano le nove quando la sveglia suonò. Mia si alzò, si mise addosso una sua vecchia divisa e scese al piano di sotto a fare colazione.

Quel sabato mattina doveva recarsi all'accademia per stare un po' con i bambini dei commilitoni. Tante coppie di soldati sposati solitamente andavano in missione insieme, e quando questo succedeva i loro figli rimanevano all'interno della struttura, sorvegliati e tenuti al sicuro.

Mia andava a leggergli delle storie di tanto in tanto oppure li portava al parco li vicino.
Era una cosa che faceva spesso quando era a Boston, le piaceva e i bambini sembravano adorarla.

Mentre si incamminava - ovviamente a piedi - verso l'accademia, non molto lontana da casa, si ricordò il giorno in cui vide Sam Wilson in biblioteca, seduto in uno dei posti in ultima fila. La sedia troppo piccola per tenere il suo corpo l'aveva fatta ridere,ma era ancora arrabbiata, sia con lui, sia con il capitano, per dargliela vinta.

Sam si era recato a Boston perché tramite telefono Mia risultava irraggiungibile. Probabilmente - aveva pensato lui - non voleva solo farsi trovare.. almeno per un po'.

L'aveva trovata solo grazie all'inserviente dell'infermeria che era stata tanto gentile da dirgli dove fosse. Da quel giorno, Mia e Sam erano diventati come fratelli e lui, una volta al mese, si recava all'accademia per prendere parte ad un gruppo di sostegno per commilitoni in congedo con problemi post traumatici.

Mia aveva seguito una delle sue lezioni e aveva pensato che fosse un gran motivatore.

Quando arrivò davanti all'accademia non si aspettava di trovarci nessuno, e invece, la prima persona che vide dopo essere entrata fu Jason Thompson.

Thompson era stato suo compagno di stanza, di squadra, di missione e anche suo ultimo fidanzato. Tutte le ragazze che lo conoscevano sapevano quanto fosse bello. Biondo, alto, occhi chiari, fisico ben costruito dai tanti anni di allenamento. Ma, ovviamente, lui non aveva mai guardato nessuna come Mia.

I commilitoni dell'accademia con cui lavoravano i due dicevano sempre che Thompson era cotto come una pera, e lui non aveva mai smentito.

Si erano poi lasciati perché avevano intrapreso strade diverse. Mia ci era stata male si,ma il lavoro allo S.H.I.E.L.D era talmente tanto che non riusciva a concentrarsi sul dolore, ed era parsa decisamente menefreghista.

𝑶𝒗𝒆𝒓𝒉𝒆𝒂𝒅 || Marvel Story ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora