XXVI

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Il sole entrava ancora dalle finestre della sede degli Avengers, con raggi poco caldi e flebili quando Steve si svegliò.

In realtà però: era stato sveglio tutta la notte.. o quasi. Dopo cena si era rifugiato fuori, sulla terrazza ad osservare le stelle, poi in camera sua, sdraiato sul letto a guardare il soffitto. Si era addormentato verso mezzanotte, poi però aveva sentito l'orologio in sala scoccare le due.. le tre.. e persino le quattro. Infine, i suoi occhi si erano chiusi e riaperti poi in quel momento.

L'orologio del suo cellulare segnava le sette e quarantacinque.

Steve si alzò dal letto e si diresse in quello che era diventato il suo bagno da quando era tornato a stare alla base. Inutile dire che preferiva di gran lunga stare li che a Brooklyn insieme a Sharon. Col tempo aveva capito di avere bisogno dei suoi spazi, delle sue cose sempre in ordine e di nessuno che gli dicesse cosa e come fare.

Si guardò allo specchio e si grattò il mento coperto da uno strato spesso di barba. Aveva decisamente bisogno di radersi o almeno di sistemarla, ma non ne aveva voglia. Si lavò il viso con l'acqua fredda e poi si vestì.

Scese al piano di sotto, diretto in cucina per fare colazione e gli venne in mente che probabilmente ci avrebbe trovato Mia.

Quindici giorni prima l'aveva trovata intenta a prepararsi la colazione ed era presto. Lei le aveva detto che non sarebbe stata ne la prima ne l'ultima volta che l'avrebbe trovata li perché era molto mattiniera.

Poi la loro conversazione era stata interrotta da una chiamata di Fury.

Quel giorno però, in cucina c'erano già tutti, meglio, quasi tutti.. Mia non era presente.

"Buongiorno" - disse lui recuperando un bicchiere in cui versarci del caffè

Natasha gli appoggiò una mano sulla spalla e gli sorrise. Il resto del gruppo restò in silenzio.
Steve capì che c'era qualcosa che non andava.. Ma in realtà - ognuno per diversi motivi - erano tutti troppo stanchi.

Si sedette accanto a Tony e lui lo guardò. Non disse nulla, ma Steve pensò di essere di troppo.

"Che c'è? Ti do fastidio?"

Tony scosse la testa -"oggi un po' più degli altri giorni ma nulla di strano"

Steve sbuffò e poi mandò giù un sorso di caffè, si alzò e fece per andarsene.

"Steve" - lo chiamò la sua amica Natasha -"torna qui" - lui si fermò, dandole ancora le spalle -"ora"

Pepper si alzò dal suo posto andandogli in contro. Lei era sempre stata così buona e dolce con tutti e sembrava che la gravidanza avesse accentuato ancora di più questi suoi pregi.

"Tony certe volte non si rende conto di ciò che dice" - ammise ad alta voce

"O no, me ne rendo conto invece"

"Taci" - lo ammonì Natasha -"eravamo tutti complici, io, tu, Fury" - disse -"lo sapevamo e non abbiamo detto nulla, quindi, sta zitto"

In effetti gli unici a non essere a conoscenza del fatto che Sharon avesse fatto in modo che Mia finisse nei guai due anni prima, erano Sam, Clint e Bruce.

Natasha poteva leggere nello sguardo di Steve un pentimento grande quasi quanto l'universo intero. Non lo vedeva così affranto da quando era mancata Peggy, e lei era li, l'aveva visto piangere e poi più nulla.. come se lo Steve che conosceva fosse sparito.

Anche lei si era chiesta più di una volta come avesse potuto il suo amico scegliere una come Sharon e non una persona come Mia. Erano completamente diverse e Natasha sapeva che Steve era rimasto colpito dalla bellezza dell'agente Torres fin dal primo momento in cui l'aveva vista.

𝑶𝒗𝒆𝒓𝒉𝒆𝒂𝒅 || Marvel Story ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora