20 marzo

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Erano bastati un paio di giorni perché i medici decidessero di dimettere Yoongi, anche a causa della sua insistenza nel voler uscire da quel luogo. Avendo constatato come il ragazzo non avesse riportato né danni neurologici né ferite gravi, gli avevano concesso di andare a casa, con l'obbligo però di ripresentarsi in ospedale al primo mal di testa e di non lavorare per qualche giorno ancora.

Il castano aveva annuito più volte, l'animo concentrato solo sull'arrivo di Hoseok che, accompagnato da Jin, lo avrebbe riportato a casa, il luogo che più di ogni altro gli era mancato.

Il suo ragazzo era perfino riuscito a scherzare sopra l'accaduto, una volta assimilata l'idea che Yoongi non sarebbe andato da nessuna parte, dicendo che era impensabile che a ventidue anni lui non sapesse ancora attraversare la strada.

Ridacchiò a quel ricordo, grato di avere un angelo come Hoseok accanto a sé, e sorrise nel vederlo fare capolino dalla porta dell'ospedale con indosso una maglietta azzurra che apparteneva al maggiore.

«Yoonie!» esclamò correndogli incontro ed abbracciandolo con delicatezza, consapevole di quanto male gli facessero le costole rotte. Gli diede un veloce bacio a stampo, sorridendo.

«Ehi, Hobie.» strinse la presa, appoggiò il volto sulla sua spalla, respirando quel profumo che amava, ancora più buono in contrasto con l'odore di antisettico dell'ospedale.

«Andiamo a casa, amore.»

Jin lo salutò con altrettanto entusiasmo, sollevato all'idea che il suo più caro amico stesse bene, che non gli fosse successo niente e che non lo avrebbe perso come avevano perso Bam.

«I ragazzi avrebbero voluto farti una festa di bentornato, ma conoscendo il mio gattino so che vuoi solo buttarti sul letto e dormire tutto il giorno, giusto?» lo prese in giro Hoseok, facendo intrecciare le loro mani.

«Hai fatto solo bene, raggio di sole.»

Nella macchina calò poi il silenzio, silenzio a cui neanche i saluti di Jin posero fine e che si protrasse anche nel loro appartamento, mentre Hoseok tirava fuori dal frigo una piccola torta che aveva comprato per il suo hyung preferito e la mangiavano sul divano.

Solo più tardi, solo mentre si facevano le coccole, stretti l'uni all'altro sul divano, nella mente del minore si formulò una domanda, che non si trattenne dal porre.

«Yoon... ma tua madre?»

Il suo comportamento era cambiato notevolmente in quei giorni, ma Hoseok aveva paura fosse solo un inganno, Yoongi non riusciva a credere che, dopo anni di così tanto odio, le cose potessero cambiare per davvero, ed era spaventato da quella prospettiva, paura che il suo ragazzo comprese all'istante.

«Non ci farà niente, amore. Non ci dividerà.» sussurrò accarezzandogli la schiena.

Il castano si sistemò meglio contro il corpo del ragazzo che amava, nascose il volto nell'incavo tra il collo e la spalla, respirandone il profumo. «Secondo te... magari... non è che... e se stesse cambiando?»

«Yoonie...»

Scosse la testa, a quel tono. «Ti prego, fammi illudere ancora un po', fammi credere che finalmente si stia comportando da madre. È piacevole, come pensiero.»

«D'accordo...» si arrese il più piccolo, lasciandogli un bacio sulla tempia.

«Hobi? Ti amo.»

Hoseok non rispose, limitandosi a far congiungere le loro labbra.

I missed your smile - {Yoonseok}Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin