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Inizio a camminare in direzione della mia stanza. Sono confusa, amareggiata, per tutto quello che sta succedendo, so che non è facile, ma non avrei mai pensato così. La paura non mi lascia, e poi c'è lui ... nonostante le cose fra di noi andassero bene, io continuo a non capire perché lui non mi marchi.

- Liz - i miei pensieri vengono interrotti da lui, ma questa volta decido di non rispondere. Ho bisogno di stare da sola e di riflettere. Capire gli ultimi avvenimenti, capire il perché usare la sua morte pensando di aiutarmi.

La sua mano si posa sulla mia spalla, cerco di non guardarlo negli occhi, non volendo mostrarmi debole. Non voglio che veda tutta la mia paura. Lui che è sempre forte, lui che non ha mai paura di niente, mentre io... io sono solo una Ninfa, che usa la terra per evocare stupidi giochetti. Io non so niente di questo mondo, di questo odio, di questa rabbia. Sono cresciuta con l'amore, non ho mai saputo comprendere cosa volesse dire veramente odiare qualcuno. E ora... mi ritrovo a combattere una battaglia senza sapere il vero motivo.

"Deve compiere il suo destino. Ha bisogno di te." Ha detto mio padre. Ma come fa ad avere bisogno di me, come posso io aiutarlo?

Ho un potere dentro di me che non ho chiesto, non so come possa farlo uscire, senza rischiare che quello che l'illusione mi ha mostrato si avveri. Non so esattamente quale sarà il mio compito. Non so niente!

Cerco di allontanarmi da lui, ma la sua stretta si fa più forte.
- Ho promesso di non leggere i tuoi pensieri, a patto che tu mi parli. Non costringermi a infrangere la mia promessa – dice, mentre cerca di guardarmi negli occhi.
- Ti prego, lasciami. -
- Non lo sapevo. Non avevo idea che ti avessero portata in un'altra dimensione – aggiunge, mentre sta dietro di me.
- Non è per l'illusione. Certo, non è stato piacevole ritrovarsi da sola e perdere le persone che ami. -
- Allora cosa? Perché sei arrabbiata? – non capisce.
- Non sono arr... -
- Liz, ti conosco. Si vede che mi stai nascondendo qualcosa - - Ti sbagli Âaron. Non sono io a nascondere qualcosa, sei tu
che non ti fidi di me. Sei tu che non mi dici mai niente - lui mi fa girare, i suoi occhi sembrano tristi e sorpresi allo stesso tempo. Senti come un formicolio dentro la mia testa. Avere la Kølie all'interno ha dei vantaggi, ora so quando lui prova a entrare nella mia mente.
- Vedi? Hai così paura di dirmi le cose che devi sempre leggere la mia mente, quando esiste il dialogo Âaron. Le persone normali si parlano, si raccontano tutto – mi allontano da lui.
Lui rimane fermo vicino alla finestra, i suoi occhi sono catturati dalla brillantezza della luna.

- Pensi che essere marchiata cambi quello che provo per te? - chiede.
- E COSA PROVI ÂARON, cosa? Non riesci a dire la parola ti amo, non mi fai entrare nel tuo passato. Continui a dire che hai fatto cose spiacevoli, ma quali? Uccidere un intero villaggio perché non riuscivi a controllarti? È da questo che cerchi di proteggermi, è per questo che non mi marchi? - urlo esasperata per tutta la situazione che si sta creando.

Le mie domande non ricevono nessuna risposta, lui rimame fermo a guardare dalla finestra, come se le cose che gli ho detto non hanno importanza.

Mi siedo sul letto mettendo le gambe al petto. Mi sento vuota, delusa, non riesce a capire quanto io ho avuto paura. Quanto avevo bisogno di sapere che lui si fida di me, da lasciarmi entrare nel suo mondo, leggere le sue paure, i suoi pensieri.
Il silenzio regna fra di noi, nessuno si è più mosso o ha parlato, ognuno di noi rimane sulla sua posizione, assorto nei propri pensieri.

Sento la fatica della giornata prendere possesso del mio corpo, decido di sdraiarmi senza cambiarmi. E quando i miei occhi si stanno per chiudere sento dei passi, segno che anche lui viene a dormire.

- Pensi che sia facile per me? Che ti abbia accettata solo perché una stupida Madre ti ha scelta per me. Perché qualcosa dentro di me mi spinge a chiamarti compagna? Ti sbagli Liz, il giorno che ti ho posseduta l'ho fatto perché dentro di me sentivo qualcosa, sentivo che potevo fidarmi di te. Che non avevo bisogno di riempirti di parole d'amore per farti capire quanto tu sia importante per me. Ma mi sbagliavo, pensi che essere marchiata ti farà scoprire chi realmente sono? Hai ragione, io sono questo, ma sono stato anche altro. Tutto quello che si dice di me è vero, ma c'è di peggio.
Ci sono cose che vorrei dimenticare. Vorrei poter tornare indietro e cancellarle, ma non posso. Marchiarti, per me, non significa darti fiducia Liz. Marchiarti significherebbe portare a galla tutto quel dolore, quelle paure che sono scolpite nella mia pelle, nella mia mente. Pensavo che mi capissi, che mi accettassi. Invece mi sono sbagliato, tu non hai capito niente di me -
Mi alzo cercando di fermarlo, ma lui esce, sparendo nel buio. Provo a rincorrerlo, ma non c'è nessuna traccia di lui.

Torno dentro la mia stanza. La paura, la rabbia che mi hanno causato le sue parole si trasformano in un'aura nera. La sento che mi sta avvolgendo, inizio ad urlare, ad ogni mio urlo qualcosa nella mia camera si rompe.
Solo il forte rumore delle finestre rotte mi ferma. Cado per terra mentre le lacrime iniziano a scendere. Serro le mani a pugno, iniziando a colpite per terra.

- Non hai capito niente. Non hai capito niente! - continuo a ripetermi, mentre delle braccia mi stringono.
- Gahel, non ha capito niente – dico, stringendomi a lui e lasciando che il pianto mi liberi da questo dolore.
- Capirà bambina mia, capirà. Dagli del tempo, è spaventato come te. Ha paura di mostrarti cosa lo assilla, ma vedrai, tutto avrà senso dopo-
Mi lascio cullare dalle braccia di Gahel, mentre il mio corpo spera di essere tra le sue braccia.

KABAL - Il Lupo SolitarioWhere stories live. Discover now