CAPITOLO 2: PRIMAVERA

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Capitolo primo: Primavera

Il giorno stava iniziando come quelli che in precedenza avevano vissuto prima di questo e la rugiada ghiacciata si stava trasformando in gocce calde primaverili che accarezzavano le foglie del giardino della famiglia Phantomhive

Due file di siepi circondavano l'atrio che lo stesso conte aveva ordinato di potare per crearne quasi un'istallazione geometrica all'interno del suo luminescente palazzo. Una curiosa brezza sottile faceva ondeggiare i rami che circondavano il roseto principale della tenuta, mentre un pensiero lascivo si insinuava nella corteccia prefrontale di Ciel Phantomhive, il conte di Londra, cane da guardia della regina Vittoria.

«Sebastian» Sentenziarono lievemente le labbra del nobile «Sebastian. Dimmi, cosa vedi oltre queste siepi?» continuò accavallando le gambe per poi appoggiarsi con grazia allo schienale della poltrona.

«Mio signore, oltre le siepi, rammento che ci sia un palazzo diroccato, mi sbaglio forse?»

«Pur avendo una veneranda età, mio caro Sebastian, sei un maggiordomo eccellente!Tornando alla mia domanda credo che tu abbia ragione: oltre le siepi c'è uno sconfinato orizzonte che a noi non è dato conoscere, un maniero inesplorato che prima o poi mi piacerebbe visitare».

Il servo rimase pressoché interdetto nel udire certe parole dato che il conte era mai stato un uomo profondo, ma qualcuno che amava sottolineare il suo spiccato ego nelle conversazioni politiche.

«Cos'è quello sguardo? Non preoccuparti, non ho idee strane. Alle volte mi piace riprendere le citazioni di questi piccoli rivoluzionari che pensano ancora di fare crollare la maestosità dei titoli nobiliari. E poi ho davvero intenzione di capire che succede laggiù. Ho visto uno strano fascio di luce e delle urla ieri sera».

Fece appoggiando il viso fra le mani affusolate e alzò la fronte rivolgendola all'impassibile Sebastian per poi continuare dicendo: «Voglio andare in giardino».

«Ma signore, non è detto che solo perché alcuni dei nostri fiori siano sbocciati allora sia giunta la primavera».

«Eppure, la contessa di Winchester, nonché mia stretta conoscente, come ben sai, mi ha fatto consegnare una lettera nella quale scriveva che l'aria non è poi più così fredda e che una passeggiata in giardino mi farebbe solo bene a suo parere». Continuò facendo quel suo sorrisetto malizioso e ingannevole.

«Padrone», sorrise il maggiordomo, «vi conosco fin troppo bene e ogni singola lettera che vi viene spedita passa sotto la mia vigile e attenta osservazione. Non vi ho consegnato nulla del genere e mi pare anche che voi ultimamente abbiate imparato a mentire?»

«Da quando si è sposata ha gettato nel dimenticatoio il suo dolce amichetto. Ora pensa solo a quel suo pomposo marito che in due anni di matrimonio non è ancora riuscito a far fiorire nulla nel suo grembo. Ho mentito, mio malgrado, ma l'ho fatto per una giusta causa Sebastian. Volevo sentire il canto dei pettirossi e il profumo delle rose, magari accompagnati da un buon Earl Grey e da una sonata per clavicembalo.... volevo sentirmi un essere umano normale per una volta»

«Siete un uomo di gran classe e astuzia, ma permettetemi di farvi una piccola accortezza» Disse l'uomo inarcando l'arcata sopraccigliare e assumendo un'espressione di lieve ammonizione: «Padrone, è vero che ahimè il pendolo della mia vita/morte ticchetta fin troppo velocemente e non nascondo di avere già 7000 anni di età, ma vi assicuro che anche il suo tempo scorre abbastanza velocemente da permettermi di dire che alla vostra di età io ero già in cerca di donne, non sprecate il vostro tempo».

Ciel spinse il petto in fuori e assunse una posa minatoria nei confronti del servo: «Cos'è quest'insolenza!?» Pronunciò a gran voce «Mi stai dicendo che sto appassendo? Ho ventidue anni e non credo di aver bisogno di una moglie per essere considerato un uomo di alto rango, per l'amor del cielo!»

WHEN THE STORM COMES (cielxalois/ SebastianxOc)Where stories live. Discover now