Capitolo 11

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In questo periodo ho avuto diversi problemi perciò non sono risuscita ad aggiornare prima.
Però per farmi perdonare ho scritto un capitolo piuttosto interessante 😉.
Fatemi sapere cosa ne pensate e se avete qualche domanda scrivetemi pure 😄.
Buona lettura~
P.s. 34ooo visualizzazioni 😍 GRAZIE A TUTTI!

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Con grande fatica riuscimmo ad arrivare a casa.
Era notte fonda e non potevamo permetterci di fare nessun tipo di rumore.
Mancavano solo poche ore all'inizio delle lezioni e sia io che Jackson dovevamo ancora smaltire la sbornia.
"Muoviti Lucas!"
"Non urlare! Abbassa la voce"
"Non sto urlando!"
"Si invece"
Salire le scale cercando di far tacere Jackson si stava rivelando più difficile del previsto.
Non pensavo si ubriacasse così facilmente.
A quanto pare non lo conoscevo affatto.

Arrivati in camera chiusi la porta a chiave.
Volevo evitare che l'Ubriacone uscisse dalla camera per andare a svegliare Kelly e mio padre o per fare qualsiasi altra cosa stupida.

Jackson si sdraiò sul letto.
"Forza maschione, spogliami"
Rimasi interdetto per circa 10 secondi
"Cosa scusa? Penso di non aver capito"
"Ti ho detto che devi spogliarmi" Lo guardai per capire la serietà delle sue parole.
"Sei il mio schiavetto e io sono troppo stanco per cambiarmi da solo"
Chiaramente non era in sè.
Altrimenti non me lo avrebbe mai chiesto. Giusto?

Non volevo farlo.
O forse sì.
I miei pensieri cominciarono a prendere una piega strana e così li interruppi subito.
Tutto questo a causa dell'alcol.

Mi avvicinai a Jackson lentamente.
Quasi fossi un cacciatore che studia la sua preda.
Lui era immobile e aveva gli occhi chiusi.
Forse si era addormentato.
Lo guardai attentamente.
La luce che filtrava dalla finestra gli illuminava il volto e rendeva i suoi tratti più spigolosi.
Aveva dei bellissimi lineamenti.
Un  delicato naso all'insù e due magnifiche labbra carnose.

Mi venne voglia di sfiorargliele e feci per allungare la mano ma i suoi occhi si aprirono e si puntarono nei miei.

Cambiai velocemente la traiettoria e mi avvicinai alla maglietta con l'intento di sfilargliela.

Che cosa mi prendeva? Perché ad un tratto volevo ardentemente le sue labbra sulle mie?
Non mi era mai capitata questa cosa.
Sopratutto non mi era mai capitata con un ragazzo.

Jackson alzò di poco il busto per facilitarmi nell'impresa.
In pochi secondi gliela levai completamente.
Deglutii.
Praticava sport e chiaramente andava in palestra.
Doveva allenarsi molto perché aveva un fisico perfetto.
Da far invidia a chiunque.

Dopo qualche istante mi avvicinai con le mani tremolanti ai pantaloni.
Slacciai il bottone e molto lentamente  tirai giù la zip.

Ero agitato e non sapevo perché.

L'aria della stanza cominciava a farsi pesante e il respiro di Jackson pure.

Mi guardava attentamente, anche lui mi stava studiando.

Feci per sfilargli anche questo indumento ma la sua mano mi bloccò.

"Tranquillo Lucas, per oggi hai fatto abbastanza"

Mi mancava il fiato e solo in quel momento mi accorsi di star trattenendo il respiro.

Cosa mi stava succedendo?

Alle 7 suonò la sveglia.
Ovviamente non avevo chiuso occhio.
Gli avvenimenti di quella notte mi avevano scombussolato molto.

Scesi in cucina a fare colazione e cercai di evitare Jackson.
Mi lavai, cambiai e velocemente uscii di casa.
Mancava più di mezz'ora all'inizio delle lezioni e quindi  decisi di non scomodare mio padre con il passaggio e andai a piedi.

Entrai a scuola senza guardarmi attorno.
Vidi Kristal alzare un braccio per attirare la mia attenzione ma feci finta di non vederla
Non volevo assolutamente incontrare Jackson ma sapevo sarebbe stato difficile a causa della penitenza.
Pensai addirittura di non fare più il provino per entrare in squadra così da poter evitare la  penitenza ma subito dopo cambiai idea.
Sapevo che così facendo l'avrei data vinta a quello stupido di mio "fratello"  quindi lasciai perdere e mi avviai verso la mia prima lezione.
Matematica.
Non poteva andare meglio.

La giornata passò velocemente.
Di Jackson neanche l'ombra.
A tavola c'eravamo solo io e mio padre.
A quanto pare Kelly era uscita con le sue colleghe.

"Allora figliolo, cosa ne pensi di Jackson?"
Per poco non mi strozzai.
Se non pensavo a lui era mio padre a farlo per me.
"Ehm, cosa dovrei pensare di preciso"
"Non so, come ti trovi? Vi state conoscendo meglio? Avete qualche interesse in comune?"
"Ad entrambi piace lo sport" e ha delle bellissime labbra.
Ovviamente questo pensiero me lo tenni per me.

Dopo 20 snervanti minuti a parlare della mia nuova famiglia mio padre mi lasciò andare in camera mia dicendo che per quella sera avrebbe pensato lui a lavare i piatti.
Lo lasciai fare e mi avviai verso la mia camera.
Appena uscito dalla cucina sentii la porta d'ingresso sbattere e subito dopo vidi Jackson.

"Ciao caro, non ti abbiamo visto quindi io e Lucas abbiamo mangiato senza di te" mio padre sbucò da dietro di me.
"Tranquillo, ho già mangiato" senza aggiungere altro Jackson salì in camera nostra e si chiuse la porta alle spalle.
Non volevo assolutamente rimanere da solo con  lui così guardai mio padre e gli dissi che i piatti li avrei lavati io.

Ci misi un'ora per lavare due piatti e una pentola.
Cercavo di perdere tempo ma a quanto pare se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto e perciò fu Jackson a raggiungermi in cucina.

"Lo sai che per far sì che i piatti siano puliti è sufficiente una sola lavata?"
Per poco il piatto non mi scivolò dalle mani.
"Ehm si"
"Wow, stasera sei di molte parole"
"Già"
Jackson rise.
"Quando hai finito ti aspetto in macchina"
"In macchina?"
"Si, ti porto in un posto. Dobbiamo parlare"

Amanti o fratelli?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora