«Sono contenta che tu abbia deciso di stabilire una tregua con mio padre» inizia Belle raggiungendomi fuori dal casino e prendendomi a braccetto. Sono uscito da lì dentro per fumare una sigaretta e al contempo schiarirmi le idee, ma a quanto pare non mi è più possibile. Faccio un ultimo lungo tiro e poi getto il mozzicone lontano da me.
«Cos'altro avrei dovuto fare? Mandarlo a fanculo e tornarmene a casa mia?» replico più brusco di quanto in realtà avrei voluto. Butto via il fumo, tra di noi si crea una fragile barriera evanescente.
Lei si acciglia e si scosta da me. «Beh, nessuno ti ha obbligato ad accettare la tregua di mio padre, quindi non c'è bisogno di essere così scontroso» sbotta incrociando le braccia al petto. «Pare che tu voglia sempre litigare» borbotta irritata.
Io la osservo inclinando la testa leggermente di lato. È incredibile come io riesca sempre a dire o a fare la cosa sbagliata.
Ma il mio intero essere in questo momento è un po' come il vaso di Pandora. Bisogna fare molta attenzione. Bisogna lasciarne chiuso il coperchio altrimenti si rischia di liberare tutto quello che di negativo c'è in me.
Sospiro e mi sforzo di trattenermi.«Non voglio litigare.»
«Neanch'io fino a un attimo fa.»
«E che non mi aspettavo certe parole da tuo padre. Capisci che è abbastanza strana questa situazione.» Sto cercando in qualche modo di rimediare.
«E cos'è che ti ha detto esattamente?» mi domanda curiosa.
Io liquido le sue parole con un gesto della mano. «Cose tra uomini.»
Lei alza le sopracciglia. «Cose tra uomini» ripete.
«Esatto» dico con il tono di chi vuole chiudere qua il discorso.
Alza le spalle con finta indifferenza. «Bene. Non ti obbligherò di certo a dirmelo.»
Annuisco distrattamente, poiché la mia attenzione viene totalmente attirata dall'alta figura di Spencer, che compare davanti alla porta del Casino. L'occhio privo della benda punta nella mia direzione. È freddo. Privo di ogni emozione. Solo un angolo delle labbra e leggermente disteso all'insù. Una piccola e cattiva smorfia che deforma il suo volto, che resta comunque inespressivo. Cerco di adottare la sua stessa imperturbabilità, ma a dispetto di ciò non riesco a impedire ai miei muscoli di irrigidirsi. Il mio intero corpo sta sulla difensiva. Nonostante siano passati anni dall'ultima volta in cui siamo stati così vicini. Il ricordo di quella notte è ancora fin troppo vivo nella mia mente. La notte che cambiò per sempre e drasticamente la mia vita. Assottiglio gli occhi per concentrare meglio il mio sguardo su di lui, che sta lentamente scendendo le scale per raggiungermi. Serro la mascella così forte da far stridere i denti. Stringo i pugni fino a far sbiancare le nocche.
Il respiro mi si incastra nel petto. Buttare fuori aria mi costa fatica.Poco fa mentre eravamo dentro mi era sembrato tutto più facile. Lo avevo affrontato con la giusta dose di freddezza e indifferenza che elaboro ormai da anni. Ho seguito per filo e per segno le schema che ho diligentemente creato e studiato appositamente per questo incontro. Ma adesso, a distanza di qualche ora sento che qualcosa è cambiato. Di nuovo oggi come allora l'istinto di protezione mi fa vibrare la spina dorsale. Sbuffo il respiro rumorosamente. Mi sento come un toro che si prepara a incornare il torero, che lo istiga agitando il drappo rosso. Spencer si avvicina a me con la stessa aria di sfida di un Matador che sa bene, che solo uno dei due ne uscirà vivo. Istiga, quindi, il povero animale con cognizione di causa. Consapevole delle sue riprovevoli azioni. Lo provoca. Lo sfianca. Il toro lo insegue, per lui non è un gioco. Alimenta la sua rabbia. Lo porta all'esasperazione e l'animale non avrà pace finché non affonderà uno dei suoi due corni nella carne del suo avversario. Per lui non è un gioco. È istinto di sopravvivenza. La risposta a una serie di ingiuste e immotivate provocazioni. E allora quella rabbia, quella dannata rabbia che ti fa vedere tutto rosso come il drappo di quel torero, esplode. Non esiste nient'altro.
Solo rabbia.
Umiliazione.
Sopravvivenza.
Il respiro si fa affannoso, ti gira la testa, ti senti in trappola come quel toro.«Devlin.» Un sussurro. Una piccola mano gentile si stringe alla mia.
Il drappo rosso si dissolve davanti ai miei occhi come granelli di polvere.
«Stai bene?» La voce preoccupata della donna al mio fianco mi riporta alla realtà.
Il volto di Spencer a poca distanza dal mio. Adesso non è più sanguinante.
Vorrei sporcarlo ancora una volta.
Renderlo irriconoscibile.
Ancora una volta.«Va dentro, Belle» le impongo con ferma gentilezza.
«Sicuro?» La sua voce è leggera come l'ala di una farfalla.
I miei occhi lasciano quelli di Spencer. «Sì. Ci vediamo dentro.» La guardo per un fugace istante. L'espressione chiaramente preoccupata e il volto pallido come un lenzuolo. Non mi lascia la mano, la tiene stretta tra le sue. Si posiziona davanti a me ignorando totalmente la presenza ingombrante di Spencer. Fa un sospiro profondo tremante. «Non fare nulla di avventato. Me lo prometti?» il suo tono è grave.
Annuisco serio. «Promesso. Ora vai.» Non so il perché, ma all'improvviso ho un dannato nodo alla gola che mi impedisce di scambiare con lei più di tre parole in croce.
Quando si è bambini si agisce in maniera avventata, perché non pensiamo a ciò che possiamo perdere. La percezione delle cose è differente, basilare. Semplice. Crescendo si prende consapevolezza delle proprie azioni, delle proprie scelte, valutandole e dando loro il giusto peso. Io sono fin troppo consapevole del fatto che una mia mossa avventata equivarrebbe a farmi perdere tutto. E sinceramente non posso permettere che ciò accada.
Non ora.
Non adesso che posso finalmente dare un senso alla mia fottuta vita.
Non adesso che ho la vivida consapevolezza di poter perdere lei.Scusate la lunga assenza, ma in questo periodo sono davvero molto, molto impegnata. Vi dico già da adesso che il prossimo aggiornamento sarà dopo l'8 di settembre. Prima non mi è proprio possibile. Un bacio e alla prossima❤💎
Ah comunque stavo pensando se c'è qualche frase nella storia che vi piace particolarmente scrivetemela nei commenti che la pubblico su instagram 😍💕

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Mia per vendetta
ChickLit⚠️La storia è in revisione, quindi se trovate incongruenze è perché la sto modificando Si odiano, ma sono inevitabilmente attratti l'uno dall'altra. ..... "Amore mio starò via solo cinque minuti" così gli disse sua madre, mentre erano di fronte all...