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Nel giro di due settimane, i criminali dell'Hydra che Bucky aveva identificato, vennero sbattuti in una prigione federale insieme ad altri loro complici.
"Il vice presidents vorrebbe ringraziarti di persona" disse Tony mentre trafficava con dei congegni.
"Ma io non ho fatto praticamente niente" disse Bucky quasi schiettico.
"Li hai identificati, nessuno aveva idea che fossero infiltrati. Se non ci fossi stato tu, chissà cosa avrebbero potuto fare. Comunque non andrai da solo, anche Sam è stato convotato e so che voi due non vi odiate come cercate di far credere"
"Iniziamo a starci simpatici"
"Un bel passo avanti dire. Puoi chiedere a Steve di venire con te, credo che accetterebbe subito"
"Non lo so... non credo sia una buona idea farci vedere sempre insieme"
Tony si girò verso Bucky e lo guardò negli occhi.
"Solo noi Avengers sappiamo che state insieme e in ogni caso, tutti sanno che voi due siete amici dall'infanzia, quindi non c'è niente da preoccuparsi. Basta che evitate di baciarvi in pubblico e siamo apposto. Ora vai ad avvertire anche Wilson, arriverò su tra poco"
Bucky riferì a Sam cosa gli aveva detto Tony e gli chiese se poteva accompagnarli anche Steve.
"Assolutamente si, non so neanche perché me lo hai chiesto"
"Per sicurezza forse"
"Vuoi che lui ti accompagni per quello che è successo l'ultima volta?"
"Si ma non sono sicuro se glielo chiederò. Probabilmente non ci saranno paparazzi a cui dovrò rispondere e so che tu mi aiuteresti in ogni caso"
"Che tu glielo chieda o meno, a me va bene. Puoi contare su di me"
Si sentì un rumore da fuori.
"Vieni, sono tornati"
Sam e Bucky uscirono e videro una delle macchine rientrare nel viale. Bruce, Steve e Nat uscirono dalla macchina e aprirono il bagagliaio.
"Ci date una mano a portare dentro la spesa?" Chiese Nat e i due si avvicinarono all'auto e presero due borse ciascuno.
"Ti va se ti cucino io qualcosa per cena?" Chiese Steve mentre metteva via la roba insieme a Bucky.
"E cosa vorresti cucinarmi?"
"Guarda qui dentro" gli disse passandogli una borsa. Bucky gli sorrise, era dalla guerra che non le mangiava e gli davano un senso di nostalgia
"Di cosa parlate?" Chiese Nat.
"Steve mi preparerà le bruschette per cena"
"E chi ti ha insegnato a cucinarle?"
"Una signora italiana. Avevo portato in salvo suo figlio da un campo dove tenevano prigionieri i soldati alleati con gli americani. Per ringraziarmi, me le ha cucinate ed erano così buone che le ho chiesto di insegnarmi la ricetta"
"Ti giuro Nat, sono buonissime. Devi assaggiarle"
E dopo aver preparato il necessario, ne fece alcune di prova e tutti ne andarono matti.
A turno, tutti aiutavano Steve a prepararle e la cena si concluse solo quando finirono tutto il pane e i pomodori che avevano. La serata si concluse con loro che raccontavano storie divertenti del loro passato. A Tony piacevano molto quelli che raccontava Steve perché parlavano anche di suo padre che, a quanto sembrava, era molto simile a lui; dopo la mezzanotte, chi ubriaco e chi sobrio, andarono tutti a dormire.
"Dai Tony anche tu" disse Steve.
"No" rispose lui mezzo addormentato e ubriaco.
"Invece si" e Steve lo prese in braccio.
"Non ci starai mica provando con me, vero?" Gli chiese scoppiando a ridere. Bruce aprì la porta della camera di Tony e Steve lo appoggiò sul letto.
"Notte Tony" e quando chiuse la porta, lui stava già dormendo.

Nonostante Steve avesse, più o meno, superato le cose successe nel framework, continuava a svegliarsi nel mezzo della notte a causa dei suoi sogni ricorrenti. Aveva imparato a non svegliare Bucky; anche lui faceva tanti incubi e non voleva farlo preoccupare.
Quella notte si svegliò con il fiatone e il sudore che gli colava dalla fronte. Era seduto, per un attimo guardò Bucky che dormiva e decise di andare a dormire in salotto ma qualcosa gli prese la maglietta; quando si girò, vide che era la mano di Bucky.
"Resta. Resta qui con me" gli chiese dolcemente.
Lui si ridistese e Bucky gli passò la mano dei capelli.
"Scusa se ti ho svegliato"
Lui scosse la testa e lo baciò. La sua mano scivolò dalla testa fino a collo e Steve gli mise un braccio intorno alla vita.
"Lo sogni ancora, non è vero?"
"Raramente"
"Sei un bugiardo" disse lui toccando la pancia di Steve, che subito scoppiò in un piccolo risolino.
"Guarda che ti sento di notte"
"Lo sai, non voglio che ti preoccupi"
"Io sono sempre preoccupato per te"
"Se mi senti ogni notte perché questa volta mi hai fermato?"
"Perché sono stufo di non trovarti la mattina affianco a me. Abbiamo aspettato anni per questo e non voglio che uno stupido incubo rovini tutto questo"
Steve lo baciò e si avvicinarono ancora di più.
"Ti amo da morire"
"Io sono già morto per te una volta" e Bucky si mise a ridere.
"Andiamo, sei serio?!"
"Okay scusa" e lo baciò. "Domani io e Sam dobbiamo andare a New York per vedere il vice presidente. Ti va di venire con noi?"
"Certo, devo assicurarmi che i paparazzi non ti facciano domande scomode"
"Attenti giornalisti di New York, Steve Rogers sta arrivando" e entrambi scoppiarono a ridere.

"A che ora avete l'incontro?" Chiese Steve
"Tra 10 minui" disse Sam guardando l'ora.
"Allora siamo in orario"
I tre uscirono dalla macchina ed entrarono in un lussuoso palazzo in una delle vie centrali di New York.
All'ingresso, una graziosa ragazza li stava aspettando e li condusse fino alla sala delle riunione, dove il vice presidente aveva appena concluso una riunione con il suo nuovo staff.
"Ragazzi, bentornati" e dopo una stretta di mano, si sedettero intorno al tavolo.
"Prima di tutto volevo ringraziarvi per tutto l'aiuto che mi avete dato, liberandomi dagli infiltrati. Non potrò mai ringraziarvi abbastanza"
"Ma c'è qualcos'altro di cui vuole parlarci" disse Sam. Aveva affrontato tantissime riunioni del genere e sapeva che c'era un secondo fine.
"Vorrei che voi due" disse indicando Bucky e Sam "lavoriate ad una missione sotto copertuta per ribaltare una delle basi più operative dell'Hydra"
"E quale dovrebbe essere il nostro compito?" Chiese Bucky.
La questione inizia a prendere una brutta piega.
"Voi vi infiltrerete come agenti sotto copertura nella loro base"
"Ma mi riconoscerebbero subito"
"Infatti, Bucky, tu resterai in un luogo sicuro e riferirai tutte le informazioni necessarie perché Sam non si faccia scoprire"
"Dov'è la missione?" Chiese Sam.
"Russia, vicino alla Siberia"
"E per quanto tempo?"
"Circa tre mesi"
Nella stanza calò il silenzio.
Tre mesi, sotto copertura dall'altra parte del mondo e, ovviamente senza nessun contatto con i suoi amici. Forse gli lasceranno scrivere delle lettere ma niente di più. Tre mesi senza rivedere Steve proprio adesso che erano insieme.
"Possiamo avere un pò di tempo per pensarci?"
Chiese Bucky.
"Certo. Va bene se ci rivediamo domani sempre alla stessa ora?"
"È perfetto" disse Sam e uscirono dalla sala.

"Cosa facciamo adesso?" Chiese Sam
"Perchè non restiamo a New York, così vi schiarite un pò le idee e poi domani torniamo a casa?" Chiese Steve.
Loro due annuirono e salirono in macchina.

grenade 💥 [stucky]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora