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"Sono tornato" disse Sam, entrando nella casa sicura.
"Com'è andata?" Chiese Bucky mentre giocava a carte.
"Bene, ho aggiustato le ultime cose sull'assalto di domani. E tu?"
"Ho finito l'ultimo libro rimasto e sto giocando a carte da...forse...due ore? Non lo precisamente" disse mentre girava una carta.
"Ti sentivi solo?"
Durante quei tre mesi avevano imparato molte cose su entrambi e si erano avvicinati moltissimo. Tante volte, Sam aveva calmato Bucky nel mezzo della notte per colpa dei suoi incubi e Bucky aveva cucinato per lui i suoi piatti preferiti dopo una giornata stressante. Ormai si capivano al volo.
"Un pochino" disse lui girando un'altra carta.
"Vedrai che dopo la missione di domani, torneremo a casa e sarai talmente impegnato a farti Steve che vorrai solo essere da solo"
Bucky gli tirò il cuscino su cui stava seduto, in faccia.
"Chiudi la bocca Wilson" e Sam andò in camera sua ridendo e Bucky girò l'ultima carta.
Durante i suoi incubi aveva sognato spesso Steve, ma non lo aveva detto a Sam, non sarebbe riuscito a spiegarglielo; gli sembrava una tale stupidaggine dire che aveva paura che quando sarebbe tornato a casa, lui non ci sarebbe stato, dispreso in mezzo ad una missione o morto in battaglia. Questo lo terrorizzava da morire.
Ma domani andrò a casa e lui sarà lì, ne sono sicuro.
Dopo il suo compleanno, non avevano più avuto il permesso di vedersi e a un mese dalla fine della missione gli avevano impedito di mandare e ricevere lettere. Si sarebbe opposto ma non voleva che succedesserò casini.
"Ti va di fare una partita?"
"Si, arrivo subito" rispose Sam e lui rimescolò le carte.

"Squadra alfa mi ricevete?" Chiese Sam prendendo il ricevitore.
"Siamo in posizione. Entriamo?"
"Si, andate ma aspettate il nostro segnale per attaccare" dispose Sam.
"Non per essere cinico, ma siamo un duo non una squadra"
"Devi sempre controbattere Buck?"
"Se posso" disse mentre si accucciavano vicino a una delle porte d'emergenza.
"Ci sono delle persone a cui ho promesso protezione. Appena le ho fatte uscire, entri e cattura più persone possibili. Appena daremo l'okay, le altre squadre lo prenderanno"
"D'accordo vai"
Sam sorpassò quattro porte e aprì la quinta silenziosamente.
"Sam?" Chiese una donna seduta per terra.
"Dobbiamo andare, forza"
Lei e altre dieci persone uscirono ed le condusse ad un mezzo sicuro.
"Grazie" gli rispose la donna.
"No grazie per avermi aiutato, ci rivedremo presto" e il camion su cui erano saliti, partì.
"Via libera"
Bucky entrò, stese un paio di guardie e l'allarme d'emergenza rimbombò nell'edificio.
"Squadre omega, gamma e delta, entrate in azione"
"Ricevuto"
Lui camminò silenziosamente del corridoio quando una bomboletta di gas arrivò a pochi metri da lui, offuscando tutto il corridoio.
Dalla nebbia una voce in russo gli diceva:
"Ben tornato a casa, soldato"
"Questa non è più casa mia" disse coprendosi la bocca con la maschera.
"Lo sarà sempre e se vuoi tornare, noi ti accoglieremo a braccia aperte" disse un uomo con una enorme tuta verde e rosso. Era stato il suo istruttore e artefice di tutto quel dolore durante i suoi anni lì dentro.
"Hai perso la retta via ma io posso aiutarti"
"Non mi serve nessun aiuto"
E prima che l'uomo potesse attacarlo, Bucky lo stese a terra e lo immobilizzò; con quella tuta vagamente simile a quella di Steve, con persino il simbolo dell'Hydra al posto della stella, gli fecava venire ancora più voglia di picchiarlo a sangue.
"Sei una pessima imitazione"
"E tu un pessimo esempio" disse l'uomo con un sorrisetto sparandogli un colpo al ventre, e Bucky dovette mollare la presa.
"Debole" e prima che l'uomo si potesse alzare in piedi, Bucky lo pugnalò alla gamba con tutte le sue forze.
"Codardo"
Una squadra dello Shield sentendo le urlà, inseguì l'uomo zoppicante attraverso i corridoi, senza notare minimamente la presenza del Soldato d'Inverno per terra.
"BUCKY" Sam gli corse incontro e si accasciò vicino a lui.
"Come ti senti? Riesci ad alzarti?"
"No, non credo"
Sam lo prese sotto le ascelle e lo trascinò in una stanza laterale. Prese il telefono che aveva per le emergenze e chiamò il primo numero in rubrica.
"Pronto, qui-"
"TONY SONO SAM"
"Che succede?"
"Devi chiamare T'Challa" disse mentre prendeva un camice trovato nella stanza e lo premeva contro il ventre di Bucky.
"Devi dirgli di mandarci uno dei loro medici e delle medicine, bende, disinfettante, tutto quello che possono" e vide che il camice si tingeva di rosso troppo velocemente.
"Merda" disse e allontanò il telefono; Sam trovò una bottiglia di alcool e la mostrò a Bucky.
"Farà male ma per favore resisti, va bene?"
Bucky annuì con la testa e quando Sam gliene versò un po' sulla ferita, lui resistette, stringendo i denti.
"Quanto è grave la ferita?" Chiese Tony e Sam riprese il telefono.
"Tanto, non so quanto"
"La pallottola" disse Bucky respirando a fatica.
"È avvelenata"
"Come lo sai?" chiese Sam mentre teneva premuto più forte che poteva.
"Lo fanno sempre" disse mentre chiudeva gli occhi. Sam lo scosse.
"Non provare ad addormentarti o ti prendo a sberle"
"Sam, dove hai il congegno? Quello che ti ha mandato Shuri"
"È qui fuori, nel mio furgone ma è smontato"
"Ci metterebbero troppo tempo se venissero in aereo, portalo lì dentro e ricostruiscolo; in fretta"
"Ma ho paura che si addormenti-"
"Tu fai quello che ti ho chiesto. Fidati di me. Intanto lo tengo io sveglio, passamelo"
Bucky con una mano prese il telefono e con l'altra tenne premuto il camice sul ventre.
"Hey campione, come andiamo?"
"Vorrai scherzare? Sto una favola"
"Il sarcasmo non ti manca. Che cosa è successo?"
"Ho fermato un generale ma non ho preso in considerazione che avesse una pistola. Mossa stupida"
"E dove sei?"
"Non lo so, io...ho la vista offuscata e faccio fatica a tenere gli occhi aperti"
"Non puoi chiuderli, cerca di resistere"
"D'accordo" disse mentre spalancava gli occhi.
"Sei contento che la missione sia finita?"
"Si...voglio tornare a casa"
"Che cosa ti è mancato?"
"Ehm...il mio letto, uscire senza aver paura che la gente mi riconosca o mi voglia uccidere, i miei amici e il cibo- cazzo ucciderei per qualcosa che non sia un'insalata russa o qualsiasi altra cosa vegetale"
Tony rise.
"Non credi di dimenticare qualcosa?"
"Ti prego dimmi che non lo hai svegliato"
"Si, dovrebbe essere qui a momenti"
"Non voglio che mi senta in queste condizioni"
"Se fossi in lui, vorresti parlare con lui se stà in queste condizioni"
Steve arrivò nello studio delle conferenze dove si trovava Tony e lui mise in viva voce mentre si sedeva. Aveva i capelli tutti arruffati e aveva leggermente le occhiaie.
"Hey Bucky"
Lui sospirò. "Ciao Steve"
"Qual'è il problema?"
Aveva un tono molto calmo ma Tony vedeva dal suo volto che stava fingendo ed era normale; non poteva aiutarlo e questo lo rattristava.
"Una pallottola nel basso ventre avvelenata... tutto qui"
"Chi ti ha sparato?"
"Era il mio vecchio istruttore. La cosa divertente era che aveva una tuta simile alla tua solo che faceva davvero schifo. Sembrava una specie di vegetale strano e volevo tanto prenderlo a pugni in faccia" e rise per quanto gli fosse possibile.
"Vedi che non sono io quello spericolato tra i due"
"Questa è la prima volta che mi faccio male durante una missione da quando sono con gli Avengers e tu? Quante volte ti sei fatto male? Troppe...quindi non venirmi a dire che il spericolato sono io"
Sam entrò nella stanza con il "portale" e lo mise al centro della stanza.
"Riesci ad aspettare ancora qualche minuto?"
Lui annuì e Sam si rimise al lavoro.
"Steve...ho tanto sonno"
"Non è ancora il momento di dormire, devi resistere ancora un pochino"
"Vorrei tanto essere a casa"
"Ti riporterò a casa, sano e salvo, e potrai stare nel letto quanto vorrai"
"Ti... ti amo tanto Steve"
"Anche io" disse con gli occhi lucidi.
Sam aprì il portale e una squadra di medici del Wakanda si mobilitò.
"C'è l'abbiamo fatta, ora è al sicuro"
Entrambi sospirarono di sollievo.
"Vi raggiungerò il prima possibile"
"Non vai con lui?" Chiese Tony.
"Non posso lasciare il portale qui e ho anche delle cose da finire. A presto ragazzi"
"Ci vediamo Sam" e Tony chiuse la chiamata.

grenade 💥 [stucky]Where stories live. Discover now