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Steve era sul ponte e un proiettile lo colpì all'addome. Sentiva un dolore allucinante e il fiato iniziava a farsi corto.
"Addio Capitano" e mentre cadeva verso l'acqua,  chiuse gli occhi e immaginò di poter volare; e di colpo si svegliò in camera sua ansimante.
"Calma Steve, sei a casa" disse Nat che era seduta sul fondo del letto. Aveva le lacrime agli occhi.
"C'è qualcosa che non va, Nat?"
"Io ti ho visto cadere dal ponte e..." lei lo abbracciò forte mentre alcune lacrime scendevano sul viso.
"Pensavo fossi morto, mi sono spaventata tantissimo"
"È tutto okay" le disse abbracciandola forte.
"Anche io voglio un abbraccio" disse Sam mentre entrava in stanza e si unì a loro due.
Loro sciolsero l'abbraccio e Nat andò a chiamare gli altri.
"Hai fatto prendere uno spavento a tutti quanti. La squadra non era più la stessa senza di te, amico" e Steve sorrise.
Steve non si ricordava quasi niente del giorno prima, ricordava soltanto di essersi addormentato sulla strada del ritorno verso la base. Tony entrò nella stanza, aspettò che si alzasse e poi lo abbracciò anche lui.
"Pensavo non mettessi la mia spilla"
"La porto sempre con me"
"Prova a rifare una cosa del genere e non ti riporto più a casa"
"Mi sei mancato, Tony"
"Anche tu"
Gli altri arrivarono subito dopo e parlarono per un po' di quello che era succeso mentre lui non c'era e lui gli racconto come lo avevano portato nel loro nascondiglio e cosa gli avevano fatto.
Dopo finito il racconto, gli altri uscirono dalla stanza per lasciarlo riposare e prima di uscire Tony gli disse: "Sono stati dei giorni particolarmente difficili per Bucky. Credo che dovresti parlare con lui, con te lo farà di certo" e usci. Bucky arrivò pochi secondi dopo con la sua colazione in un vassoio e rimase un attimo sulla porta a guardarlo.
"Wow grazie Buck" disse prendendo un pezzo di pancake.
"Allora, come stai?" Gli chiese lui passandogli la mano nei capelli.
"Mi sento bene e tu?"
Bucky aveva lo sguardo perso tra lenzuola del letto, dove il giorno precedente era rimasto a piangere disperatamente.
"È stato orribile. Ti ho cercato per giorni interi senza trovare niente e quando ho visto il video, h-ho sentito il mondo cadere a pezzi-" ormai aveva ricominciato a piangere a dirotto e Steve lo aveva abbracciato subito. Steve aveva spostato il vassosio della colazione sul comodino vuoto e si era spostato per lasciare un posto a Bucky nel letto.
"Sai cosa facciamo adesso? Ce ne stiamo nel letto per un po' e mangiamo la buonissima colazione che hai fatto; poi usciamo fuori e facciamo quello che ci pare. D'accordo?"
Bucky annuì mentre si stringeva a Steve.
"Non potrei chiedere di meglio"
Steve gli asciugò le lacrime e lo bacio svariate volte. Finirono con calma la colazione e si raccontarono delle cose divertenti successe mentre erano lontano kilometri e kilometri. Steve si fece una doccia; quando uscì dal bagno, si sedette sul letto per mettersi una felpa e Bucky iniziò a baciargli il collo ma poi vide che aveva delle striature sulla schiena e si fermò. Le seguì con il dito e gli accarezzò la schiena.
"Cosa ti hanno fatto?" chiese quasi sussurrando.
"Volevano sapere a tutti i costi e sai che sono disposti a fare di tutto per averlo" disse mentre si metteva la felpa.
"Non ti meritavi quello che ho subito io"
"Neanche tu. È colpa mia se ti sei ritrovato lì"
Bucky si alzò dal letto e si accovacciò davanti a Steve che aveva uno sguardo malinconico.
"Steve-"
"Ho avuto tanto tempo per pensare ed è solo colpa mia se ti hanno fatto quello che ti hanno fatto. Tu eri venuto per me, stavi cercando di proteggermi e io non sono riuscito a fare niente" e suoi occhi lucidi guardavano in basso, per paura o per il senso di colpa.
Bucky lo strinse forte a se e lo baciò.
"Steve guardami"
Lui guardò fisso negli occhi di Bucky e disse:
"Siamo a casa e siamo insieme. Questo è quello che conta" e lo baciò di nuovo.

Quando uscirono fuori, videro che Tony stava facendo strafficando con qualcosa.
"Hey che fai di bello?" Chiese Steve mentre si avvicinavano.
"Niente di che" disse Tony sorridendo poi Sam arrivò in volo e prese Bucky.
"METTIMI GIÙ!"
"Oh andiamo, non ti farò cadere... o forse si"
Tony schiacciò un pulsante e un enorme materasso gonfiabile si gonfiò vicino a lui e quando Sam ci passò sopra, lo mollò e cade rimbalzando.
"MA COME TI È VENUTO IN MENTE?!" urlò Bucky arrabbiato contro Tony e vide che sia lui che Steve stavano ridendo e si calmò un pochino. Almeno Steve sorrideva.
"Oh andiamo Bucky, era solo uno scherzo" disse Tony e vide che hai suoi piedi, si stava sistemando la sua armatura. Steve aiutò Bucky e scendere e Tony si avvicinò a lui.
"Credo che ora sia il tuo turno, Capitano" Tony lo prese in vita e si alzarono verso il cielo. Steve guardava tutto sorridente la terra che si staccava dai suoi piedi.
"Non fargli male" gli urlò Bucky.
"D'accordo mammina" disse mentre si alzavano sempre di più; intanto Sam aveva richiuso le sue ali e si era buttato a capifitto sopra il morbido appoggio.
"È il nostro turno, sei pronto?"
"Si, sgancia la bomba" e Tony ridendo mollò Steve e poi anche lui iniziò a cadare verso il materasso. Caddero quasi contemporaneamente e quando entrambi ci furono sopra, Steve fece rotolare giù Tony.
"Questo non è giusto"
"C'ero prima io" disse sorridendo Steve e quando Tony schiacciò il pulsante per sgonfiare il materasso, Steve rimase intrappolato tra le piege del materasso.
"Sei un maledetto, Stark"
"Hai iniziato prima tu, Rogers" e lo aiutò ad alzarsi.
"Sam posso provare le tue ali?" Chiese Bucky.
"Perché?"
Lui gli sussurrò qualcosa all'orecchio e Sam annuì sorridendo e gli spiegò come azionarle.
"Allora come stai, caramellina?"
"Sto bene, mi avete dato qualcosa mentre dormivo?"
"Solo qualche antidolorifico e Wanda ha cercato di farti dormire senza fare incubi ma per il resto hai fatto tutto da solo. Sei stato molto forte per resistere giorni interì così"
"Non potevo tradire i miei amici" disse sorridendo. "E tu come stai?"
"Ero molto preoccupato per te ma quando siamo arrivati a Baltimora, sapevo che eri vivo. Sono contento che sei qui, altrimenti non avrei più nessuno da prendere in giro"
"Sarebbe gravissimo, quasi una questione di stato"
"Steve, guardalo" disse Sam mentre indicava Bucky che volava con le sue ali e lentamente Tony si allontanava ad una distanza di sicurezza da Steve. Bucky volò in picchiata verso di loro e passando prese Steve e ritornò su nel cielo.
"DOVE STIAMO ANDANDO?" Chiese Steve quasi urlando per colpa del vento.
"NON POSSO DIRTELO MA TI PIACERÀ. TIENITI FORTE"
"SICURO CHE NON È UNA SCUSA PERCHÈ TI STIA VICINO?"
"FORSE MA NON VOGLIO CHE TU CADA"
Steve guardò che si stavano avvicinado molto velocemente a New York e si strinse un pochino di più a Bucky.
"SEI SICURO CHE SIA UNA BUONA IDEA?"
"NON TI RICONOSCERANNO E SE LO FACESSERO, AMEN" Ed atterrarono sul tetto di un palazzo molto alto.
"È abbandonato quindi non c'è il rischio che ci vedano" Bucky si girò e vide che Steve si era messo sul cornicione a guardare la città.
"Ci credi quanto è cambiata la nostra città mentre eravamo via?" Chiese Steve mentre guardava i grattacieli.
"Anche noi siamo cambiati, non credi?" Disse Bucky mettendogli le braccia intorno alla vita e apoggiando la testa sulla sua spalla.
"Si tanto" e sorrise mentre si stringevano per mano. La città era maestosa e tutti li in basso si facevano gli affari propri mentre loro stavano lì a guardare.
"Steve"
Lui si girò e Bucky lo baciò. Ormai non gli importava più nulla, aveva l'un l'altro e questo bastava per renderli felici e Steve pianse al ricordo di quel momento mentre guardava tutti gli Avengers scomparsi per colpa di Thanos.
Perché lui e non me?

grenade 💥 [stucky]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora