𝖘𝖆𝖓𝖌𝖚𝖊 𝖊 𝖒𝖔𝖗𝖙𝖊

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Sangue, sangue e ancora sangue.

Ve ne era sulle pareti delle abitazioni, sui corpi prosciugati dei miei concittadini e anche sul viso sconvolto dei pochi superstiti. Ovunque guardassi, vi era del sangue.

I vampiri avevano attaccato di nuovo ma questa volta nessuno era stato in grado di placare la loro ira funesta e probabilmente gran parte dei superstiti nemmeno comprendeva la gravità della situazione; fortuna o sfortuna che fosse ero a conoscenza di ciò che il Consiglio avesse stabilito, dell'accordo che avesse preso con i vampiri e allo stesso modo avevo immediatamente collegato la loro improvvisa rabbia come una ovvia conseguenza del nostro tentativo di ingannarli.

Nella nostra piccola cittadina, secondo l'accordo stabilito, ogni mese due persone venivano offerte alla casata dei Park ─ il nucleo familiare vampiresco più potente di tutto il nostro territorio ─ non tanto perché necessitassero di cibarsi di quei due semplici individui, piuttosto come dimostrazione della nostra sottomissione a loro. Avevamo rispettato questo accordo per molti anni, forse troppi, costringendoci ─ tentati dall'istinto di sopravvivenza ─ di optare per una scorciatoia.

Il numero delle nascite era in continua diminuzione e continuando con questo passo presto ci saremmo ritrovati senza alcuna futura dinastia, motivo per cui avevano deciso di offrire giovani dati ormai per spacciati; chiunque fosse colpito da una malattia ancora incurabile, chiunque avesse arti paralizzati o inutilizzabili o comunque chiunque non fosse utile in alcun modo al villaggio, veniva scelto come nuovo tributo.

Se fino a quel momento erano stati solamente un peso sulla nostra comunità, ora finalmente avevano uno scopo, ora potevano offrire le loro vite per salvare le nostre.

Sfortunatamente ai Park questa decisione però non andò affatto bene; si sentirono traditi, umiliati e percepirono questo nostro tentativo di limitare i danni del villaggio come un affronto nei loro confronti.

Venimmo attaccati all'improvviso, proprio durante la mia assenza.

«Namjoon! Corri subito qui! Fai in fretta!» sentii urlare a squarciagola da quella che riconobbi fosse la voce di mia madre; immediatamente percorsi gli ultimi pochi metri che distavano dalla mia abitazione e corsi all'interno spalancando la porta.

«Mamma dove sei?!» esclamai allarmato, vagando con lo sguardo all'interno di ogni stanza fino a giungere in quella dei miei fratelli.

Mi lasciai sfuggire un urlo.

Corsi subito accanto a lei e cercai di spostare il suo corpo in lacrime da quello privo di vita di Yeonjoon, mio fratello minore. Quando i miei occhi incrociarono quelli di lui ancora aperti sentii un vuoto allo stomaco e un successivo senso di nausea.

«Namjoon ti prego salvalo!» continuò ad urlare mia madre allungando le braccia verso di me. «T-Ti prego! Forse respira ancora! Respira ancora!» e diamine, sapevo benissimo che fosse ormai troppo tardi ma non riuscii comunque a fare a meno di spostare mia madre ed iniziare un continuo e stremante massaggio cardiaco con la stupida speranza che mio fratellino da un momento all'altro avesse potuto seriamente esaudire le preghiere di mia madre e svegliarsi.

Ovviamente però, non ci fu niente da fare. Il corpo rimase immobile così come i suoi occhi rimasero terribilmente spalancati.

«Nooo!» gridò mia madre, scoppiando a piangere con più forza, urlando e tirando pugni sul petto di Yeonjoon. «Non puoi morire! Non puoi lasciarmi da sola!» aveva continuato a gridare, costringendomi quindi a prenderla per le spalle e farle lasciare la stanza; restare lì avrebbe solamente peggiorato le cose e avevo bisogno si calmasse per farmi spiegare uno, cosa fosse successo e due, dove fosse la mia sorellina.

➽ Blood Instinct | Minjoon ✔Where stories live. Discover now