➽ Blood Instinct | Minjoon ✔

𝖛𝖊𝖗𝖎𝖙𝖆' 𝖊 𝖆𝖑𝖑𝖊𝖆𝖓𝖟𝖆

«Come..?» Io.. Non sono umano..?

«Pensavi davvero di esserlo? Dopo aver perso tutto quel sangue?» domandò divertito, alzando un sopracciglio. «Hai mai chiesto a tua madre chi era l'uomo che ha sposato?»

Assottigliai lo sguardo. «Mio padre è stato preso dai vampiri quand'ero molto piccolo, n-non credo nemmeno di ricordare il suo volto, ho giusto qualche ricordo della voce» sussurrai incredulo, ancora scioccato da quella sua supposizione; come potevo non essere umano se non possedevo alcuna abilità o particolarità similare a quella dei vampiri? Come potevo essere qualcos'altro al di fuori dell'essere umano?

«Capisco che sia difficile da crede ma tuo padre non era un umano, Namjoon» parlò con voce improvvisamente calma, avvicinando di nuovo il suo viso al mio collo e facendomi trasalire. «E non era nemmeno un semplice vampiro» sentii la punta dei suoi canini toccare di nuovo il mio collo ferito prima di affondarci ─ per l'ennesima volta ─ all'interno. «Tuo padre era uno dei primordiali, sai cosa sono?» domandò con il pensiero, facendomi contorcere e gemere dal dolore sia per la pressione psicologica sia per il modo ingordo con cui continuava a bere da me.

«M-Mi ucciderai-» annaspai con il respiro corto, debole per reagire e sopraffatto da un tremore generale dovuto alla forza vitale che sentivo svanire man mano dal mio corpo.

Jeongguk si staccò da me. «Non morirai perché il mio obiettivo, come ti ho già detto è quello di trasformarti» e di nuovo si incise il braccio obbligandomi a bere il suo sangue, ignorando come qualunque goccia che fluisse all'interno del mio corpo non faceva altro che aumentare le fitte allo stomaco, i battiti cardiaci, i tremori e il dolore generale. «Per mia fortuna Park si è già occupato di effettuare tre scambi di sangue motivo per cui devo occuparmi circa dei successivi sette, cinque se togliamo i due di ora» affermò soddisfatto e di nuovo, ancora prima di darmi il tempo di parlare ─ o quanto meno riprendermi ─ affondò di nuovo nella pelle del mio collo guadagnandosi un forte urlo che portò con sé solamente un successivo silenzio tombale. «E vorrei continuare così, trasformandoti in una manciata di minuti, ma devo aspettare che il tuo corpo inizi a reagire. Sei fortunato»

Ma in quel momento mi sentivo tutt'altro che fortunato.

«Sfrutterò queste pause tra uno scambio e l'altro per informarti un po' a riguardo, penso tu sia curioso di scoprire come alla fine sei esattamente ciò che odi di più al mondo»

«N-Non sono un v-vampiro..»

«Hai ragione, sei un ibrido» annuì tranquillo, dandomi una leggera pacca sulla guancia ed alzandosi da quello sgabello in legno su cui aveva preso posto; lo vidi allontanarsi all'improvviso, aprire una porta all'interno della quale entrò ─ restandoci per qualche secondo ─ e poi uscì tornando da me con due sacche di sangue. «Non guardarmi in quel modo» ridacchiò al mio lamento disperato. «È necessario integrare la tua dieta con sangue umano che non sia lo stesso che il tuo corpo genera, dobbiamo pur nutrire anche la tua metà vampiresca non credi?» sorrise divertito, schioccando poi le dita.

Lo guardai confuso per diversi attimi e poi seguii i suoi occhi posarsi su una giovane bambina, mia sorella.

«Nammie!» cercai di richiamarla, maledicendomi per il modo in cui dalle mie labbra uscì solamente un lieve mugugno; si avvicinò a noi, Jeongguk la prese in braccio facendola salire in piedi sullo sgabello, le porse la sacca di sangue tra le mani e le posizionò il braccio verso l'altro. «Non toccarla-»

«Tesoro-» parlò rivolto a lei. «Azzardati ad abbassare il braccio e te lo stacco a morsi, intesi?» e ─ nonostante la frase tanto macabra quanto crudele da dire ad una bimba così piccola ─ Jeongguk non smise di sorridere divertito. «Dicevamo-» si voltò di nuovo verso di me con un ago stretto tra le mani. «Abbiamo bisogno di integrare con sangue umano e sai questo di chi è?» domandò, indicando prima la sacca di Nammie e poi l'altra ancora stretta tra le sue mani. «Quello è di tua sorella mentre questo è di tuo fratello»