𝖛𝖆𝖒𝖕𝖎𝖗𝖎 𝖊 𝖚𝖒𝖆𝖓𝖎

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Avevo lasciato mia madre e l'intera cittadina da ormai un paio d'ore.

Mi ero limitato ad avvisare Doyun e suo fratello delle mie intenzioni ed ero partito subito alla ricerca di quel vampiro, sfruttando qualche traccia da seguire che m'indicasse almeno la sua possibile direzione; sapevo di non poterlo certo raggiungere vista la sua velocità superiore a quella di noi umani ma speravo almeno di poter individuare una qualche loro base alla quale poter tendere un agguato.

Stavo valutando diverse opzioni ma mai mi sarei immaginato di vedere proprio uno di loro corrermi letteralmente incontro.

Da cosa l'avevo riconosciuto? Ovviamente dagli occhi rosso acceso, dai lunghi canini pronti ad azzannarmi la pelle del collo e dall'andamento tanto veloce quanto leggermente altalenante.

Era ferito, probabilmente reduce da una battaglia ─ magari era addirittura il colpevole della strage alla mia cittadina ─ ed odiavo il fatto di non poterli riconoscere.

Nessuno riusciva ad avere a che fare con un vampiro e sopravvivere abbastanza a lungo per poterne raccontare qualcosa, o moriva l'umano o moriva il vampiro; anche i ragazzi che offriamo ogni mese vengono semplicemente spediti al di fuori della nostra cittadina lasciando che fossero gli stessi vampiri a giungere ed occuparsene.

Doyun credo sia l'unico ad essere riuscito a sopravvivere a loro; ne ha uccisi tanti, tantissimi per essere un umano ma anche nei momenti di difficoltà non si è mai arreso ed è sempre riuscito a portare a termine il suo compito ma al di fuori di lui nessuno ha mai avuto informazioni sull'aspetto di questi vampiri motivo per cui non avevo la minima idea di quale Casata questo appartenesse.

«Ehi tu-» richiamai con un ringhio il vampiro e questo ─ quasi come se nemmeno si fosse precedentemente reso conto della mia presenza ─ spalancò gli occhi, aprì maggiormente le fauci allungandone le zanne e con movimenti più veloci dei precedenti di diresse con più convinzione verso di me.

Aveva bisogno di sangue umano per riprendersi ed io ovviamente avrei sfruttato questa sua necessità per attaccarlo.

Strinsi con forza il pugnale intriso di verbena e non appena mi fu abbastanza vicino, sfruttai la sua accecante sete di sangue per colpirlo con forza proprio in mezzo allo stomaco; sentii un gemito strozzato raggiungere le mie orecchi, il suoi canini affondare nella carne del mio collo ─ per una minuscola frazione di tempo prima di tornare della loro misura naturale ─ e il suo corpo collassare ai miei piedi.

Doyun aveva ragione, avevo fatto dei buoni passi avanti e ─ nonostante mi fossi limitato a stendere un vampiro già ferito, e quindi non al massimo delle sue forze ─ mi sentii soddisfatto e appagato. Se non fossi stato in grado di colpirlo con forza e decisione avrebbe fatto in tempo a bere il mio sangue riprendendo abbastanza forze per potermi sopraffare e nel peggiore dei casi uccidere.

Avevo colto l'attimo e nonostante i due piccoli fori lungo il collo, il vampiro non era riuscito a prelevare nemmeno una goccia di sangue.

Namjoon uno, vampiro succhia sangue zero.

Sorrisi soddisfatto e mi chinai su di lui legandogli i polsi dietro la schiena con della corda ─ sempre intrisa di verbena e preventivamente arrotolata e fissata alla cintura ─ in modo che anche se avesse cercato di liberarsi forzando le corde sarebbe finito con l'infliggersi dei seri danni ai polsi che sicuramente sapeva di non potersi permettere.

Mi assicurai quindi di averlo legato per bene, lo presi in spalla e lo portai con me verso uno dei bunker sotterranei all'interno del quale ero solito allenarmi in solitaria e dove ero sicuro nessuno ci avrebbe disturbato; ero soddisfatto di me stesso perché erano passate solo poche ore dalla mia partenza eppure non solo avevo già incontrato un vampiro a cui estrapolare della informazioni ma questo era addirittura sia solo che ferito.

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