𝖎𝖓𝖈𝖔𝖘𝖈𝖎𝖊𝖓𝖟𝖆 𝖊 𝖑𝖔𝖙𝖙𝖆

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*NAMJOON*

Obbedienza, sottomissione, dipendenza, asservimento, lealtà.

Per quell'uomo di fronte a me ─ che nemmeno riconoscevo più come mio padre ─ provavo tutto questo e non lo credevo affatto possibile perché dopo aver ferito di proposito Nammie, mai mi sarei immaginato di sorvolare su ogni cosa, mai mi sarei immaginato di completare la trasformazione sopraffatto dalla rabbia e dal senso di vendetta e allo stesso modo mai mi sarei immaginato che il mio corpo e la mia mente rispondessero unicamente al richiamo di quell'uomo.

"Vieni qui" e mi ero avvicinato a lui, "uccidi quell'uomo" e avevo eseguito senza batter ciglio, "mordi tua sorella" e di nuovo non avevo esitato ad obbedire.

In quel momento era come se il mio corpo, la mia anima e la mia mente si fosse divisa in due lasciando però sopraffare quella vampiresca, completamente sotto il dominio di quell'uomo che non era nessun altro se non mio padre.

Mi rendevo conto di star commettendo azioni sbagliate, facevo il possibile per reagire e riconquistare la padronanza del mio corpo ma era come se il mio lato umano e razionale fosse stato rinchiuso in una gabbia e sfruttato unicamente per accrescere le mie stesse abilità.

Il mio corpo continuava a tremare, a respirare affannato, a dare segni di dolore ogni qualvolta quell'uomo mi obbligava ad estrarre i canini per abituarmi al loro utilizzo e anche la testa mi sembrava stesse scoppiando visti i sensi ampliati in maniera talmente improvvisa da continuare a confondermi ad ogni suono o movimento che riuscivo a captare.

Avevo paura di come non riuscissi a mantenere il controllo, ero spaventato perché ─ nonostante fossi stato trasformato con tanto sforzo da Jeongguk e da mio padre ─ se solo quest'ultimo mi avesse ordinato di togliermi la vita, non avrei esitato un secondo ad agire.

La sua parola per me era legge.

«Comunque, ora che quella bambina non ci serve più per attirarti da noi, direi di eliminarla» propose, facendo trasalire la piccola stretta tra la presa di Jeongguk. «Sai, se te lo stai chiedendo, tu sei l'unico che tu madre ha avuto con me. Abbiamo provato ad avere altri figli dopo aver visto che lei fosse in grado di dare alla luce un ibrido ma sai cosa è successo? Tutti e quattro i bambini avuti sono morti alla nascita» spiegò con tono tranquillo ─ forse un po' infastidito ─ ma comunque completamente indifferente e per nulla toccato dal modo in cui avesse perso quattro figli. «Tu sei stato l'unico ibrido che sono riuscito a creare» fece segno a Jeongguk di portare Nammie al suo fianco ed io mi limitai ad osservarli senza muovere nemmeno un muscolo nonostante volessi semplicemente saltare addosso al corvino ed ucciderlo. «Tua madre ha avuto Yeonjoon e Nammie con un altro uomo che ho ucciso personalmente per divertimento»

E ad ogni parola, ad ogni sorriso divertito, ad ogni mancanza di tatto sentivo la rabbia crescere dentro di me. Più questa cresceva e più la mia parte umana veniva spinta sempre più nell'oblio.

«Yeonjoon l'ho fatto uccidere a Jeongguk per cui Nammie la lascio uccidere a te» prese la bimba ─ strappandola malamente dalla presa del vampiro ─ e la spinse a terra di fronte ai miei piedi.

Mi concessi di abbassare lo sguardo su di lei, la vidi rannicchiarsi terrorizzata, supplicarmi con lo sguardo di non farle del male e scoppiare a piangere quando al "uccidila" di mio padre, presi ad avanzare.

Mi urlavo di fermarmi, cercavo di puntare i piedi a terra, di riprendere controllo del mio corpo ma ad ogni passo che inconsciamente compivo verso di lei mi sentivo morire sempre più; avevo fatto così tanto per Nammie, avevo abbandonato la mamma, avevo stretto un'alleanza con un vampiro, avevo sopportato diversi suoi attacchi causati dalla fame, avevo combattuto contro i Kim e ora sarebbe dovuta finire così?

➽ Blood Instinct | Minjoon ✔Donde viven las historias. Descúbrelo ahora