Capitolo 25

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(Non fateli arrabbiare )

Quando finalmente riprendi conoscenza quasi urli e lo avresti fatto se non fossi stata imbavagliata, ancora una volta legata a una sedia, parzialmente sedata da una quantità ingente di quella pianta per i lupi mannari tanto letale.
A terra, immobile, con il respiro così flebile da sembrare inesistente c'è Jimin inerme, privo di conoscenza, i capelli scuri nascondono il suo viso, vedi i vestiti che lo fasciano essere ridotti a brandelli, la pelle candida e la muscolatura sviluppata solcata da lacerazioni profondissime, tanto che in alcuni punti riuscivi a scorgere, il rosso vivo delle carni e quello scuro del sangue ormai coagulato che si mischia con quello ancora corrente e il bianco delle ossa.
Vedi numerose piante di strozzalupo infilate nelle sue gravi ferite aperte, grondanti di sangue, vedi quel corpo privo quasi completamente di vita disteso su una pozza sempre in espansione del suo sangue e spalanchi lo sguardo (c/o), piangi in silenzio per quel ragazzo così gentile con te chiedendoti come possa essere accaduto.
Senti a quel punto il cigolio sinistro e metallico della porta di quella che sembra una cella, questa si apre rivelando una figura scura, celata dall'oscurità, illuminata da dietro, dalla luce fievole della luna candida e questo ti rasserena un minimo, non è passato troppo tempo da quando siete stati portati in quel luogo, forse potete essere trovati.
Quando entra scorgi bene quel viso dal sentore nostalgico che hai temuto, si tratta proprio di quel ragazzo sconosciuto che però ti sembra d'aver già incontrato, si tratta proprio di colui che ha innescato in te preoccupazioni e dubbi.
Il suo sguardo ti colpisce, è completamente stravolto, puoi scorgere la pazzia più totale risiedervici, vedi un sorriso oltremodo tirato, tanto che i lati delle sue labbra stanno cominciando a spaccarsi e sanguinare mentre si avvicina a te, con movimenti macchinosi, quasi inumani, con degli spasmi tipici di chi è dominato dal caos della mente, senza più un briciolo di ragione o sanità.
«Oh, io volevo prendere quella feccia che ha osato posare le sue mani su di te, il capo del branco, quell'alfa schifoso, ma ho finito per prendere l'uomo sbagliato, non importa, è un lupo e come tale morirà » bisbiglia verso di te, con un chiaro istinto omicidi che pervade il tuo corpo, la paura inizia a farsi spazio in te, non ti importa quanto ti accade, ma non puoi sopportare che a lui, a Jin, sia fatto alcun male.
Respiri affannosamente mentre le lacrime rigano il tuo volto, delusa dalla tua debole impotenza, preoccupata per quell'uomo che ami più della tua stessa vita e disperata per le condizioni del tuo amico, ora riverso al suolo morente, impossibilitato nel curarsi con le sue abilità, da quelle malefiche piante.
Il ragazzo davanti a te inizia ad avere degli scatti, parla da solo, sembra in preda ad una sorta di attacco isterico, incapace di distinguere la realtà dalla finzione, poi improvvisamente si calma totalmente mostrando un sorriso savio e uno sguardo gentile, quel suo repentino mutamento ti fa venire i brividi, sai che nulla di buono verrà per te o per Jimin.
«(t/n) non hai motivo di preoccuparti, dopotutto io ti amo, non ti farei mai del male, si, esatto, io sarò l'unico a sposarti, a toccarti... » dice con voce calma e seria accarezzandoti il viso rigato dalle numerose lacrime, tu ti scosti dal suo spaventoso tocco, tiri il volto di lato chiudendo gli occhi a metà fra lo schifo e la paura, lui allora ritrae il braccio e schiocca la lingua sul palato.
«Ah, questo è perché lui ti ha legata a se, non puoi amarmi fino a che non lo uccido immagino, ahaha, bene, allora non mi resta che strappare quella sua schifosa vita da questo mondo e poi mi amerai! » urla ridendo mentre abbandona quella stanza, piangi disperata e preghi, preghi che lui non venga per te perché non vuoi che gli succeda qualcosa, non vuoi essere ciò che lo porterà via da te, non vuoi che muoia per salvarti.
Hai paura, tremi lasciata sola con il ragazzo esanime al suolo, piangi in silenzio in quella muta oscurità che ti avvolge come una mano maligna che sgretola il tuo respiro e con esso ogni speranza, ma non il desiderio che lui stai bene, che non giunga a salvarti, te lo ripeti in continuazione nella mente, come se il tuo pensiero potesse arrivargli chiaro e fermarlo, nonostante quello che ciò potrebbe comportare.
Eppure ecco, un frastuono assordante spezzare il silenzio, urla disumane e  distorte  invadere quelle mura che ti tengono prigioniera, passi veloci e pesanti, distratti e spaventati correre fuori da quella pesante porta che ti preclude la libertà.
Mentre tutto questo accade non te ne stai ferma come una bella statuina aspettando che qualcuno arrivi e ti strappi alla prigionia, inizi a tentare di allentare le corde che ti tengono prigioniera, tuttavia con la forza da lupo domata e nel non saper come attingere alla natura dei Winchester, quel nodo saldo costituisce per te un ostacolo insormontabile.
Le urla ad un certo punto cessano, ma non il rumore di ossa in frantumi, di superfici dure che vengono intaccate, di una mole spaventosa che schiaccia il suolo ad ogni passo, senti un ringhio terrificante, fin troppo simile a quello di uno spietato leone, eppure, tra quel tormento fatto d'orrore e quei suoni angoscianti riesci a distinguere un ticchettio tranquillo, che prosegue adagio, cozzando con l'atmosfera, identifichi quel suono come di tacchi che battono la pietra del pavimento.
La porta si apre con una lentezza snervante, quando ciò accade, la paura domina completamente la tua mente che fino ad ora era riuscita in qualche modo a non crollare sotto il terrore e ora ne è in balia completa.
A terra un fiume di sangue ha tinto la pietra di un rosso vivo dall'odore acre, scorgi dalla tua ristretta visuale dei corpi ammassati al suolo, massacrati, scorticati e sui volti di quei cadaveri vedi inciso il terrore puro, l'insanità sembra aver dilagato come se dinanzi a loro fosse stato aperto, se pur per breve, il vaso di Pandora.
La figura di Michela si erge tranquillamente in quello scenario terribile e apocalittico, un sorriso delicato ma spaventoso le domina il viso, incarnazione della soddisfazione e della gioia distorta del sadismo, viene verso di te fissandoti con quello sguardo scuro, quasi completamente oscurato e ti strappa di dosso con violenza le corde, quasi fossero state fatte di carta velina.
«Esci di qui, fallo velocemente, il tuo caro maritino sta giocando con dei tizi, peccato che non sì è ancora reso conto d'averli uccisa da circa dieci minuti, appena ha saputo è andato fuori di testa e ha cominciato ad uccidere tutto quello che di muove, ha tentato di attaccare me ma, come noti, ha capito presto che non sono sua nemica e che non può vincermi» detto questo scende sulle sue ginocchia, si protende verso Jimin e inizia a levare dalle sue ferite lo strozzalupo con quanta più delicatezza possibile e un'espressione impenetrabile.
Ti muovi per il corridoio velocemente e ti paralizzi quando ti ritrovi faccia a faccia con Jin che sta dando il peggio di sé.
Vedi un lupo enorme scuro come una notte senza astri, così grande che ogni qual volta si muova abbatte qualche oggetto, i suoi occhi sono rossi, brillano di puro istinti omicida mentre stritola, sbrana e dilania i corpi morti di centinaia di uomini senza pietà, sebbene siano già tutti morti.
Si gira verso di te e impallisdisci, sai che non ti farà del male ma allo stesso tempo sai che non è in sé e che, senza rendersene davvero conto, possa ucciderti in un gesto veloce, neppure ben pensato e indietreggi appena, senza davvero notarlo.
Lui allora, quando ti nota, smette quanto stava facendo, si siede sulle sue zampe posteriori e ti osserva piegando il suo capo maestoso di lato, poi si allunga verso la tua posizione, si nuove lento girandoti attorno con occhio critico, ti senti agitata e trattieni il respiro.
Che voglia davvero farti del male ora?

WereWolf {Jinxreader}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora