1: self discovery

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Beverly realizza che le piacciono le ragazze molto prima che tutto il resto del club dei perdenti realizzasse del loro interesse per i ragazzi

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Beverly realizza che le piacciono le ragazze molto prima che tutto il resto del club dei perdenti realizzasse del loro interesse per i ragazzi.

Iniziò con piccole cose: essere dolorosamente a conoscenza dello spazio tra la sua spalla e quella di Katy Adams durante il suo primo pigiama party; non essere capace di togliere gli occhi di dosso da Beatrice Thomson con i suoi lunghi capelli corvini e i grandi occhi azzurri; intrufolarsi al cinema durante la programmazione di film vietati ai minori e guardare la ragazza invece del ragazzo durante le scene di sesso. Non ci aveva pensato molto durante la sua infanzia. Non pensava necessariamente che fosse normale sentirsi in quel modo con le ragazze, ma aveva altre cose a cui pensare.
I suoi strani sentimenti per le ragazze non erano spaventosi nemmeno la metà di quanto lo fosse evitare suo padre in casa sua, o sentirsi rimpicciolire ogni volta che un uomo la vedeva solo come un buco da riempire, o cercare di trovare il suo posto in un mondo così determinato a farla stare zitta.

Sua madre le diceva sempre che non avrebbe mai dovuto lasciare che un uomo la interrompesse mentre stava parlando. Gli uomini lo facevano, le disse, di interrompere le donne perché pensavano che tanto non avevano niente di importante da dire. Beverly provò a seguire quel consiglio, anche quando la mano di suo padre si strinse forte intorno alla sua gola e la vista era diventata sfocata, ma non si sentiva come se la stessero facendo parlare, fino a che non andò a vivere da sua zia.

Sua zia, cresciuta dalle stesse persone che avevano cresciuto sua madre, era una delle persone migliori che Beverly avesse conosciuto. Viveva da sola in una piccola casa con il suo cane, era single e sorrideva sempre.

"Ad ogni modo, gli uomini sono una perdita di tempo."
Le disse quando Beverly le chiese di loro, accendendosi una sigaretta sul portico. "Sono utili solo quando si parla di procreare, Beverly. Sono sicura che sia l'unica cosa di cui sono capaci; mettere il cazzo nelle cose." aspirò dalla sigaretta per poi sputare fuori il fumo, Beverly la guardò con ammirazione.

"Le donne, al contrario... noi siamo fottutamente meravigliose. Possiamo fare quello che vogliamo." Poi la guardò, occhi blu come quelli di Beverly. "Puoi fare tutto quello che vuoi, non lasciare mai che nessuno ti dica il contrario."

Beverly si tenne quel consiglio stretto al cuore. Lo legò a quello di sua madre e li utilizzò come un'ancora. Beverly non era mai stata a suo agio vicino agli uomini. Intorno alle loro grandi mani e gli occhi indagatori, ma pensare al consiglio di sua madre e sua zia la aiutò a passare accanto a loro con la testa alta, e non sentirsi mai inferiore a loro.

I suoi sentimenti repressi per le ragazze riaffiorarono quando si liberò della sua paura degli uomini. Era come se il suo cervello non potesse reggere più paure alla volta e riuscisse ad occuparsi della sua sessualità solamente dopo che fu scomparsa la sua paura per gli uomini. E quando imparò a camminare con le spalle dritte, a guardare gli uomini negli occhi quando le parlavano, una volta che smise di vedere suo padre in ogni uomo con un sorriso troppo amichevole e una voce troppo dolce, le ragazze non le sembravano così spaventose. Sembravano solo...eccitanti. I loro capelli lunghi, le labbra rosse, la pelle morbida. Le ragazze erano come il frutto proibito, e Beverly si permise di divertirsi coi segreti che nascondevano nei palmi delle loro mani, col calore delle loro bocche e con le fossette dei loro sorrisi.

Baciò una ragazza con la pelle che profumava d'estate e labbra che sapevano di calore. E poi baciò una ragazza con il piercing al naso e una motocicletta tra le gambe. Baciò una ragazza che pianse subito dopo, e una che aveva una presa talmente ferrea sui suoi capelli che Beverly immaginò fosse l'ultima cosa che la tenesse ancorata a terra.

Più ragazze baciava, più le sue labbra provavano a formare una parola che la definisse. Una parola che era stata usata contro di lei come un insulto, sputata e urlata continuamente.
Ma toccare le ragazze le diede la forza necessaria per prendersi quella parola e possederla, di esserne orgogliosa.

Ovviamente non utilizzò quella parola particolare quando lo disse ai perdenti. Quell'insulto era solo suo e di nessun altro. Era compito suo portarlo. Ma fece un annuncio l'estate successiva, quando tornò a Derry con sua zia.

"Ragazzi." Disse, guardando il gruppo. Eddie era cresciuto un pochino e la voce di Richie era più profonda, ma oltre quello, erano rimasti tutti uguali. Beverly si sentiva quasi un'aliena quando pensava a tutti i cambiamenti che aveva subito in un anno.
"Sono lesbica."

Nessuna balbuzie, nessun discorso lunghissimo con parole inutili prima di dirlo. Lo disse così, dritta al punto. La parola con la L. Beverly si morse il labbro mentre aspettava il loro giudizio, il cuore le martellava nel petto. Lo aveva immaginato moltissime volte: come sarebbero andati via, l'avrebbero abbandonata come si fa con un giocattolo rotto. In fondo nessuno voleva essere associato ad una queer. La vista di Beverly iniziò a sfocarsi dall'ansia, ma poi Richie si sistemò gli occhiali sul naso e sorrise.

"pensavo fossi Canadese" Disse lui.

"No, idiota" Eddie rispose "Vuol dire che le piacciono le ragazze"

"So che vuol dire, Edward! Hai presente la definizione di una battuta?"

"Solo quando è divertente."

"Ti faccio vedere io cos'è divertente..."

"Ragazzi!" li interruppe Stan guardandoli male. "Potete rimandare il vostro battibecco ad un'altra volta? Stiamo cercando di essere supportivi qui."

"S-sì"concordò Bill. Si avvicinò a Beverly e sorrise. L'ansia di Beverly svanì immediatamente.

"Va t-tutto bene Bev" Disse lui, occhi grandi e sinceri.

"Sicuri?" chiese Bev. Odiava come la sua voce aveva tremato e i suoi occhi erano pieni di lacrime.

"Certo che sì, sei u-una di noi, e lo sarai per sempre. Niente può ca-cambiare questo."

"Ha ragione" annuì Ben. Beverly si ricordava che lui aveva avuto una cotta per lei l'estate scorsa e aveva paura che avrebbe reagito male, lei gli sorrise e gli mormorò un gentile grazie.

"E se qualcuno dovesse insultarti per questo li picchieremo per te."
Aggiunse Mike facendo ridere Beverly.

"Grazie, ma so badare a me stessa."

"Oh, lo sappiamo." Disse Eddie.

"Ma gli amici si guardano le spalle" Disse Stan. "E noi guardiamo le tue."

"Grazie ragazzi, significa davvero tanto per me."

"Nessun problema" disse Richie.
"Ora, hai baciato qualche ragazza sexy ultimamente?"

This is what Summer tastes like (Italian translation)Where stories live. Discover now