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La mia attenzione viene attirata improvvisamente, mi volto con lo sguardo che si sposta da un punto all'altro della sala, osandosi su un vassoio finito a terra assieme a tutti i bicchieri che conteneva , rotti, accanto ad una ragazza che urla mentre fa cenno al bodyguard di raggiungerla.

Successivamente, due clienti dall'aspetto troppo giovane per stare in questo locale, vengono scortati fuori dall'uomo alto due metri.

<<Che è successo?>> domando a Kelly quando si avvicina, con in mostra più pelle che tessuto.

<<Minorenni>> sbuffa in risposta, <<Gabriel dovrebbe stare più attento a chi lascia entrare>> interviene Julio.

E' normale che entrino dei minorenni, la maggior parte delle persone lo hanno fatto, perciò succede spesso che chiudiamo un occhio. Questo finché non creano problemi.

<<Da cosa lo hai capito?>> le domanda il ragazzo accanto a me, mentre è intento a preparare dei drink.

<<Sono amici di mio figlio>> risponde in tono distaccato,

<<Tu hai un figlio?>> continua <<Sì, ha sedici anni>>

<<E a che tà lo hai fatto?>>. Sta diventando insistente, noto il fastidio sulla faccia della mia amica.

<<Avevo la sua età>> sospira, passandosi una mano fra i capelli, segno che è nervosa.

<<Ma la smetti e cominci a farti gli affaracci tuoi!>> lo rimprovero dandogli una pacca sul braccia.

Questo è uno dei difetti di Julio: ha un vero talento nel farsi i cazzi altrui.Ed essendo io una persona riservata, questa sua caratteristica mi infastidisce parecchio, ma ci ho fatto l'abitudine.

Ritengo una vittoria essere riuscita a nascondergli la mia vita prima di stabilirmi a Barcellona.

Abbasso lo sguardo sull'orologio che tengo al polso, notando con gioia che il mio turno di lavoro per questa notte, è al termine.

Mi allontano dai miei colleghi per dirigermi sul retro, dove apro il mio armadietto e indosso i vestiti con i quali ero arrivata qualche ora fa. Infilo la giacca, metto la borsa in spalla e torno in sala.

<<Bella regà, me ne vado a letto!>> esulto salutandoli.

<<Te un pò di colore mai eh>> commenta squadrandomi da capo a piedi, <<Solo a lavoro sono obbligata a farlo>> ribatto <<E poi, ho del rosso>> indico la felpa che indosso sotto alla giacca di pelle di due taglie più grandi.

L'abitudine di comperare vestiti di taglie più grandi l'ho acquisito da ragazzina, abitando in una città dove era freddo nove mesi l'anno ero costretta a vestirmi "a strati", perciò mi servivano indumenti abbastanza larghi da poterne mettere altri sotto.

<<Ti chiamo in giornata chicca>> Kelly mi abbraccia, stampandomi un bacio sulla guancia lasciando il segno del rossetto, che pulisco con la manica della felpa.

Julio mi avvolge da dietro le spalle, mi volto e gli circondo la vita con le braccia <<Ci vediamo a pranzo>> si piega per lasciarmi un bacio sulle labbra.

Appena uscita dal night club, la prima cosa che faccio è accendermi una sigaretta, mentre cammino lungo la strada che mi separa dal mio appartamento.

Mi piace camminare per le strade di Barcellona quando finisco i miei turni di lavoro. E' rilassante, e riesce a liberarmi la mente dai pensieri che la opprimono durante il giorno. Spesso finisco per perdermi, incantata dalle sue bellezze, diurne e notturne, finendo anche per allontanarmi di molto dai quartieri che frequento, gli unici che conosco.

Benché siano due anni che vi abito, ho preferito non dilungarmi di molto nel visitarla, rimanendo in quella che chiamo "la mia zona sicura".

L'orologio del mio cellulare segna le 3:57 quando infilo la chiave nella serratura della orta, per entrare nel mio appartamento.

Nulla di esagerato, un design molto semplice e mobili rustici con poche modernità; a destra dell'entrata si trova il piccolo soggiorno, che conduce allo stretto corridoio da cui si accede al bagno e alle due stanze, mentre a sinistra la cucina con l'isola di marmo.

Quando mi ci sono trasferita convivevo con un'altra ragazza, è rimasta per soli due mesi dopo il mio arrivo, poi si è trasferita a New York per un master.

Sfilo le scarpe gettandole da qualche parte della stanza, poso la borsa sul divano assieme alla giacca. Una volta nella mia stanza, mi soglio dei vestiti gettandoli nella cesta dei panni da lavoro, e indosso il pigiama preso da sotto il cuscino, che consiste nei pantaloni della tuta e una canotta.

Prendo posto alla scrivania cliccando sulla tastiera del mio computer, avviando l'episodio di Shameleess dal punto in cui ero rimasta. Apro il cassetto e vi tiro fuori tutto l'occorrente necessario, e cinque minuti più tardi mi sento nel letto con la canna appena rollata stretta fra le labbra e il pc sulle gambe, l'unica fonte di luce in tutta la stanza, fatta eccezione per il lampione fuori dalla finestra che illumina la scrivania.

Con l'accendino trovato fra le coperte do fuoco alla punta della canna, ispirando il THC al suo interno con un sorriso stampato sulle labbra.

Questo è un'altro aspetto che mi piace della città: la legalizzazione della Marijuana.

Avendo vissuto per diciannove anni nello stato proibizionista italiano, potermi fumare una canna senza la paura di essere arrestata è una novità per me. Molti dei miei amici vivevano costantemente con questa paura,e a causa d ciò gli "prendeva a male". Mi spiego meglio: erano ansiosi ventiquattro ore su ventiquattro, soffrivano di attacchi di panico e allucinazioni, più che altro si immaginavano di vedere la polizia o di udire le sirene.

Altri, come me, ce ne sbattevamo totalmente, non ci importava della possibilità di finire in carcere se fossimo stati beccati, consapevoli di star facendo una cosa innocente, ma pur sempre illegale.

Rilascio una nuvoletta di fumo dalla bocca, concentrandomi sullo schermo nel tentativo di scacciare dalla testa il pensiero che a breve sarò di nuovo in piedi.

ANIME GEMELLE - Non Si Sfugge Al DestinoWhere stories live. Discover now