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<<Ora tu mi spieghi cosa diavolo è questa!>> urlo, gettando la busta bianca con stampato sopra il mio nome e cognome sulla scrivania in legno scuro. L'uoo in giacca e cravatta, entrambi rigorosamente neri, che mi sta di fronte si limita a rivolgermi uno sguardo di indifferenza, apre la bocca per parlare senza neppure prestare un minimo di interessa a ciò che gli ho messo sotto gli occhi.

<<Non capisco cosa tu intenda, mia cara, è la tua busta paga di questo mese, come tutti gli altri dipendenti e mesi>> mi rivolge un sorriso beffardo.

<<Oh no, mio caro, questo è assolutamente il mio guadagno mensile- ribatto, con un tono di voce decisamente alto -Io ti lavoro sei ore al giorno per cinque giorni a settimaa in questo merdoso e disgustoso nigh club, nel mio contratto abbiamo stabilito he la paga è di 600 euro al mese>> dico tutto d'un fiato, fermandomi per prendere fiato solo una volta terminato.

Abbassa lo sguardo sui suoi abiti,e intento ad abbottonarsi la giacca mi risponde: <<Roxy, ne abbiamo già parlato il mese sorso>>.

<<Quando è stata ridotta a 500>> aggiungo brusca, e scocciata dalla situazione venutasi a creare.

Kevin è il classico uomo abituato ad ottenere tutto il suo volere, non tollera gli errori nè soprattutto gli imprevisti.

Non ottenendo aluna risposta, decido di utilizzare un altro metodo.

<<Ascolta, Kevin, sono una tua dipendente da due anni ormai, e non mi sono mai lamentata riguardo gli orari o i turni straordinari, e neppure ti ho chiesto il giorno libero, cosa che, per legge, saresti tenuto a darmi- assumo un tono di voce deciso, ma innocente -Sai che ho un altro lavoro oltre a questo,ma la tua paga mi serve per coprire l'affitto dell'appartamento in cui abito; che a minor prezzo non se ne trovano in questa zona, ed ho già dovuto trovare un coinquilino.>> passo le dita fra i capelli e sospiro.

Apre un cassetto dalla scrivania, da cui vi tira fuori una canna già rollata che mi passa assieme ad un accendino.

<<La colpa non è mia, e le decisioni da prendere non spettano a me Roxy, mi dispiace davvero e vorrei poterti dare la paga completa. Putroppo il proprietario ha voluto assumere un fotografo professionista per promuovere il locale in diverse riviste, la paga è stata diminuita a tutti i dipendenti, perfino a me.

Potrei provare a parlare con il signor Rodrìguez e aggiungerti un turno o due,ma non credo riuscirà ad alzarti lo stipendio di quanto hai bisogno>> Benchè assumi un tono di voce dispiaciuto, riesco a scorgere il distacco professionale che assume in ogni momento.

Prendo la busta e mi alzo per uscire dal suo ufficio, con ancora la canna fra le labbra.

Finisco il mio turno il più in fretta possibile, e una volta fatto ritorno nel mio appartamento mi sistemo alla scrivania con il computer di fronte.

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Sono le prime luci dell'alba quando metto piede all'interno di Vida Lectura, leggermente in ritardo. Purtropo è una mia caratteria, sono una ritardataria cronica; e per fortuna per i lavori che faccio non serve essere puntuali.

Nonostante sia sabato, la libreria ha pochi clienti questa mattina.

Aspetto Roberta, il mio capo, per darle il cambio e andarmene. Mi concedo una passeggiata per la Barcelloneta, passando poi per una pizzeria italiana prima di tornare a casa.

Sbuffo quando suonano alla porta, non appena mi sono seduta sul divano con addosso una tuta e la pizza sulle gambe, una birra in una mano e una canna nell'altra.

Ma è possibile?

Poso quell'ultima nel posacenere sul tavolino di vetro, accanto la bottiglia e il piatto, e mi alzo. Dallo spioncino nella porta riesco a vedere solo un grosso scatolone che nasconde il viso della persona di cui intravedo le grosse braccia, fasciate da delle maniche di pelle nera.

<<Chi è?>> chiedo sicura, consapevole di aver intuito chi sia.

<<Sono Nicholas, il tuo nuovo coinquilino>> risponde.

<<Qual'è la password?>> chiedo ancora.

<<Cocomero>> risponde, ridendo.

Tolgo la serratura e apro la porta, per lasciare entrare il ragazzo.

Il mio nuovo coinquilino.

<<Vuoi un pezzo di pizza e una birra?>> gli domando, per essere ospitale, mentre lo aiuto a portare dentro l'appartamento uno degli scatoloni nel corridoio.

<<Sì grazie- risponde, e riesco a notare un accento italiano nella sua voce -Questo dove lo metto?>> Ora me lo ha confermato.

<<In fondo al corridoio, porta a sinistra>> rispondo. Prendo un piatto dalla mensola, aprola scatola della pizza e ci metto dentro due pezzi. Poi una birra dal frigo e gliela stappo.

<<Sei italiano?>> indago, mentre si sposta dal salotto alla camera con gli scatoloni, riuscendo a nascondere il viso.

<<Sì, so de Roma>> risponde, <<Che coincidenza, pure io>> rispondo, sorpresa.

<<Ma davvero? Ce sta andammo nella stessa scuola>>.

Accade in una frazione di secondo, nel momento in cui l'ultima parola fuoriesce dalla sua bocca, i nostri occhi si incontrano, di nuovo, ed entrambi rimaniamo immobili.

<<Nicky>>

<<Rox>> Sussurriamo completamente, scioccati.

ANIME GEMELLE - Non Si Sfugge Al DestinoNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ