Capitolo 5

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Passai metà della notte a preparare le mie cose per partire, l'altra metà non feci altro che addormentarmi e svegliarmi continuamente.
Avevo molti pensieri per la testa e uno di questi aveva il nome di ibrido ero una cosa particolare, sconosciuta e le cose che non si conoscono fanno paura a tutti.
Avrei dovuto mantenere questo segreto fra me ed i miei genitori per non creare scompiglio tra il popolo e lo avrei fatto ad ogni costo.
Suonò la sveglia, mi alzai svogliatamente dal letto nonostante la stanchezza per la notte passata a guardare il soffitto.
Andai in bagno, mi feci una doccia calda ed una volta finito uscii, mi pettinai i capelli e mi truccai con dell'eyeliner, matita sotto l'occhio e rimmel.
Entrai nella cabina armadio ed optai per un jeans nero, una maglietta grigia/nera, degli stivali neri con tacco abbastanza basso, una giacca pesante nera e uno sciarpone nero.

Entrai nella cabina armadio ed optai per un jeans nero, una maglietta grigia/nera, degli stivali neri con tacco abbastanza basso, una giacca pesante nera e uno sciarpone nero

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Presi la mia valigia e la mia borsa ed uscii dalla mia camera.
Oltrepassai il corridoio per poi scendere le scale e ritrovarmi davanti la sala da pranzo.
Entrai con tutta la valigia e la misi dietro la mia sedia.
"Giorno" dissi sbadigliando.
"Buongiorno tesoro" disse mia madre.
"Giorno Maya" disse mio padre".
"Giorno" dissero tutti.
"Hai preso tutto?" Chiese mia madre
"Credo di sì"
"Bene" rise mio padre.
Feci spallucce ed iniziai a mangiare.
"A che ora dovremmo partire?"
"Subito dopo la colazione" rispose mio padre.
"Perfetto" dissi.
Una volta finito andammo nella sala del trono e mio padre ci iniziò a parlare.
"Avete tempo una settimana se non lo trovate entro questa settimana tornate qui e manderò qualcunaltro.
Chiaro?" Disse mio padre.
"Chiaro" risposi.
Chiaro, Sire" risposero gli altri.
"Bene, buon viaggio.
Maya ci vediamo quando torni"
Disse mio padre, mi abbracciò e poi si teletrasportò nel suo ufficio.
"Va bene, allora ho stampato questa foto è un vicolo di Juneau così vi potrete teletrasportare senza essere visti."
"Chiaro, Nonno".
"State attenti, mi raccomando" disse Astarte.
"Sta tranquilla" dicemmo in coro.
"Buona fortuna" disse Belzebù.
"Grazie" rispondemmo.
"Va bene, allora siete pronti per andare.
Ci vediamo quando torni, tesoro.
Buona fortuna" disse mia madre.
"Ci vediamo quando torno, mamma.
Grazie" mi abbracciò e poi si staccò per farmi avvicinare agli altri.
Li presi per mano, guardai mia madre, le sorrisi, chiusi gli occhi e pensai di teletrasportarci tutti insieme nel luogo della foto.
Un'ondata di fuoco ci circondò e poi venimmo teletrasportati.
Quando riaprii gli occhi ci trovammo nel posto della foto.
"Menomale, ci sono riuscita" risi.
"Bene, da dove cominciamo?" Chiese Rosaly.
"Dobbiamo concentrarci sul posto in cui ci troviamo, sulla persona che cerchiamo, sulla sua natura, sul suo potere, sulla sua anima, dobbiamo cercare di trovarlo in mezzo a tutte queste persone, scoprire dove si trova e capire chi è" dissi.
"Va bene" risposero.
"Ora chiudete gli occhi e concentratevi" dissi.
"Sento qualcosa" disse Newt.
"Cosa senti?" Chiese Luna.
"Odore di Angelo"
"Newt, quello è l'odore di Luna" dissi scuotendo la testa.
Dopo qualche minuto qualcosa attirò la mia attenzione.
Sentivo un odore strano, particolare, simile a quello della casa del Signor Fontein.
"Niente, io non sento niente" disse Jacob.
"Nemmeno io" disse Lily.
"Umh, fermi un momento, sento qualcosa" dissi concentrata.
"Cosa senti?" Mi chiese Rosaly.
"Umh, vi fidate di me?" chiesi.
"Si" risposero tutti.
"Allora seguitemi, il mio intuito mi dice che siamo più vicini di quanto immaginiamo" dissi.
"Va bene" risposero e mi seguirono.
Sempre seguendo la pista che avevo trovato, prendemmo vari autobus per risparmiare tempo, quello che sentivo sembrava sempre più vicino.
Ormai si era fatto quasi buio, scendemmo ad una fermata con vicino un Hotel e decidemmo di alloggiare lì per la settimana.
Cenammo al bar dell'hotel ed una volta finito andammo ogniuno nella propria camera.
Arrivata nella mia camera, posai la valigia, chiusi a chiave la stanza, sistemai le mie cose ed andai a fare una doccia.
Dopodiché mi struccai, mi misi il pigiama e mi infilai nelle coperte dove subito dopo caddi nelle braccia di Morfeo.
Il giorno dopo
Mi sveglia completamente rigenerata e per fortuna mi sentivo molto meglio del giorno prima.
Mi alzai dal letto, andai in bagno a bagnarmi il viso, mi pettinai, mi lasciai i capelli sciolti e mi truccai come al solito.
Andai davanti l'armadio e presi dei jeans neri, una semplice maglietta nera, dei stivali neri alti e lunghi fino sotto il ginocchio, un giaccone blu notte ed uno sciarpone grigio.

Andai davanti l'armadio e presi dei jeans neri, una semplice maglietta nera, dei stivali neri alti e lunghi fino sotto il ginocchio, un giaccone blu notte ed uno sciarpone grigio

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Una volta finito, uscii dalla camera e presi l'ascensore per il piano terra dove si trovava il ristorante.
I ragazzi mi ragiungiunsero nella sala e dopo aver fatto i piatti al buffet andammo a sederci al nostro tavolo.
"Mi sento molto più in forze di ieri" dissi.
"Menomale" disse Luna.
"Allora troveremo questo demone ancor prima dello scadere della settimana". Disse Jacob cominciando a mangiare.
"Parla piano, potrebbe sentirti qualcuno" disse Rosaly.
"Se qualcuno sentisse potrei dare la colpa ad una finta post-sbornia" rise lui.
"Non sei divertente" disse Luna.
"Sicuramente più di te, angioletto" rispose Jacob con un sorrisetto provocatorio.
"Sicuramente, demone dei miei stivali" rispose lei.
"Basta, tutti e due.
Finitela di darvi contro, sono già stufa per questa missione e non mi va di fare da babysitter a voi, chiaro?" Dissi irritata.
"Scusami" disse Luna.
"Va bene" incrociò le braccia Jacob.
"Ora mangiamo ed usciamo da questa maledetta sala" dissi e continuai a mangiare.
Una volta finito, uscimmo dall'hotel e continuai a seguire il mio istinto.
Arrivammo davanti un bivio che si divideva in due strade.
La strada a sinistra portava alla città innevata di Juneau, sembrava una fotografia era incantevole.
La strada a destra  portava in una fitta foresta innevata.
"Bene e ora?"
"Aspettate un secondo" dissi, mi allontanai dal gruppo per avere delle informazioni.
Fermai una signora e le parlai.
"Hi, sorry for bothering, could I ask you a question?" (Salve, scusi il disturbo, potrei farle una domanda?).
"Sure miss" (certo signorina).
"Do you know where that forest leads?" ( Per caso sa dove porta quella foresta?).
"Yes, it leads to the shores of a lake and further down the mountains there are few unused houses.
The forest now no longer crosses anyone".
(Si, porta alle rive di un lago e più giù sulle montagne ci sono poche abitazioni inutilizzate.
La foresta ormai non la oltrepassa più nessuno)
"Thank you, I wish you a good day"
(Grazie, le auguro una buona giornata).
"Nothing, good day to you too"
"Di niente, buona giornata anche a te).
Tornai dai ragazzi e gli dissi quello che mi aveva detto la signora.
"Quindi quale strada prendiamo?" Chiese Lily.
"Io prenderei la strada che porta alla città" disse Newt.
"Io farei l'opposto" dissi pensierosa.

DANGEL: L'equilibrio del male e del beneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora