9 - 𝑄𝑢𝑖𝑛𝑡𝑜 𝑒𝑑 𝑢𝑙𝑡𝑖𝑚𝑜 𝑒𝑟𝑟𝑜𝑟𝑒 : 𝑓𝑖𝑑𝑎𝑟𝑠𝑖 𝑑𝑖 𝑙𝑢𝑖

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Quella sera Chuuya era decisamente giù di morale, era triste ma allo stesso arrabbiato, anche perché non solo Dazai gli aveva dato buca, lo aveva fatto per andare a cacciarsi nei guai col suo amico.

Che ovviamente a Chuuya non stava per niente simpatico, quei due erano troppo vicini. E Dazai  aveva mostrato più volte al rosso una certa dipendenza da quell'Oda.

Per questo Chuuya non poteva evitare di essere fastidiosamente geloso, odiava quell'Oda. Aveva raggiunto un grado di intimità col suo uomo che nemmeno lui aveva. E questo lo irritava davvero tanto.

Dopo ore interminabili passare a fissare il bicchiere vuoto il rosso si decise ad alzarsi, aveva uno strano presentimento che non lo faceva stare tranquillo, anche per questo si mise le scarpe ed uscì di casa alla ricerca del proprio ragazzo, era tutta la sera che lo chiamava e gli mandava messaggi ma non riceveva risposta, non riusciva ad evitare di preoccuparsi un minimo. Dove era finito Dazai? Perché non gli rispondeva? Che gli fosse successo qualcosa?
Il rosso sbuffò lievemente tirandosi il cappuccio della felpa sulla testa e affondando le mani nelle tasche dei pantaloni iniziando a camminare verso il bar che erano soliti frequentare Dazai e i suoi due stupidi amici.

Varie volte era andato a recuperare il compagno  ubriaco, ma quella volta quando spalancò la porta del bar davanti a lui si presentò una scena che non avrebbe mai immaginato di vedere, il bar era vuoto.

Gli occhi azzurri del rosso si spostarono confusi dal bancone ai tavolini, alla ricerca della coppia, ma non trovandoli una smorfia si formò sul suo viso. Dove diavolo si erano cacciati quei due?

Senza dire nulla al barista che lo scrutava confuso richiuse la porta del bar andando via, velocemente prese il cellulare cercando il numero di quel bastardo di Dazai e chiamarlo, in silenzio continuò a camminare fermandosi soltanto quando i vari squilli cessarono.

<<Dazai di merda! Dove cazzo di sei->> il rosso non riuscì nemmeno a finire la frase che la chiamata venne interrotta. Si sentì preso in giro, era inevitabile per lui, che cazzo di gioco stava giocando quello stronzo?

Irmai completamente fuori di sé Chuuya optò per la scelta migliore, lasciarlo perdere. Lo avrebbe ignorato lui adesso, se era quello che il castano voleva. Eppure per quanto cercasse di impegnarsi per pensarsi ad altro per lui era davvero difficile riuscirci, voleva sapere dove era finito, perché non gli aveva risposto, perché non era al bar.

Con la testa offuscata da tutti quei pensieri Chuuya non eri rese nemmeno conto di essere arrivato alla port Mafia, ma non se ne preoccupò minimamente mentre in silenzio raggiunse l'ufficio di mori, bussando varie volte prima di aprire la porta ed entrare

<<voleva vedermi?>> domandò alzando lievemente il telefono su cui pochi minuti prima aveva ricevuto un messaggio in cui gli veniva chiesto di recarsi lì.

<<oh, Chuuya, è sempre un piacere vederti>> mormorò Mori alzandosi dalla poltrona per poter andare incontro al ragazzo accarezzandogli delicatamente la linea della mandibola con le dita

<<che cosa vuole?>> domandò il ragazzo assottigliando gli occhi azzurri mentre con un gesto veloce si scostò dal suo tocco

<< Oda Sakunosuke è morto>> disse senza mezzi termini il corvino, allontanandosi dal rosso per andare davanti alla grande vetrata che si affacciava sulla città. <<e Dazai ha lasciato la port Mafia, se ne è appena andato, pochi minuti prima che tu arrivassi.>> mormorò girandosi per osservare il rosso. <<abbiamo perso una pedina molto importante, per questo da oggi mi aspetto il massimo impegno da parte tua. Non saranno più accettati errori, dovrai diventare il più forte, ormai Dazai Osamu è un nemico, è passato dalla parte dei buoni, per seguire il sogno del suo amico.>>

E il cuore di Chuuya finì irrimediabilmente in mille pezzi quando quelle parole uscirono dalle labbra del suo capo. Si era fidato di Dazai, e lui lo aveva abbandonato.

𝑖𝑙𝑙𝑢𝑠𝑖𝑜𝑛 𝑜𝑓 𝑙𝑜𝑣𝑒 ˢᵒᵘᵏᵒᵏᵘWhere stories live. Discover now