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Jungkook si diresse nella terrazza dell'azienda dove Yoongi lo aspettava con grande ansia in sé. Il primo lo aveva chiamato precedentemente riferendogli che avrebbe dovuto parlare con lui di un argomento molto importante.

«Ho fatto una cazzata assurda» iniziò a dire il corvino quando si posizionò al suo fianco.

«Che vuoi dire?»

«Ieri sera ho baciato Jimin ma è stato solo un tocco così innocuo» confessò Jungkook al suo migliore amico che si mantenne in un silenzio tombale «So cosa pensi...»

«Se lo sai, allora non aspettarti una cazzo di risposta da me perché non l'avrai» rispose il grigio che andò via all'istante lasciando l'altro nella sua totale e solita solitudine.

«Vuoi?» chiese qualcuno da dietro. Jungkook si voltò e vide Hoseok con due calici di vetro sostenuti dalla sue mani, riempiti per metà da una sostanza giallognola che lui non riuscì a rifiutare «Che hai, Jeon? Qualcosa ti preoccupa?»

«Nulla che ti riguardi» contestò mentre faceva girare e rigirare il contenuto nel bicchiere e lo fissava con particolare attenzione.

«A me puoi dirlo, sai?»

«È colpa tua se mi trovo in questa maledetta situazione» Hoseok alzò un sopracciglio e ghignò burlone.

«Ma come puoi dirmi questo, Jungkook? La colpa è solamente tua! Per le tue origini, per la tua famiglia, per il tuo alcolismo, per il tuo essere debole, per il tuo essere sensibile ad ogni tipo di carne anche quella di uno zingaro vagabondo. È tua la colpa ed io non c'entro nulla, faccio solo il mio lavoro» ridacchiò un'altra volta «Io ho fatto sì che quelle tasche vuote e povere si riempissero di soldi, non scordarlo mai»

Hoseok iniziò a camminare verso l'uscita e Jungkook preso da un momento d'ira volle seguirlo per picchiarlo una volta per tutte ma Yoongi lo fermò in tempo stringendo il suo braccio.

«Jungkook, calmati» sussurrò il grigio con preoccupazione.

Il maggiore era tanto rosso in volto, le vene del suo collo erano decisamente troppo marcate, era come se volesse esplodere in un urlo, in un pianto isterico da un momento all'altro.

E Jungkook finalmente lo fece, si liberò completamente. Gettò un potente urlo e scoppiò in lacrime accasciandosi sul freddo pavimento della terrazza.

«Kook... Non fare così» Yoongi si sedette al suo fianco ponendogli una mano sulla spalla per confortarlo, vedeva la sua rovina, la sua distruzione in quelle lacrime «Vuoi parlare? Cosa ti ha detto quel bastardo adesso?»

«Non voglio parlare» singhiozzò ponendo la sua fronte contro le ginocchia poc'anzi piegate.

«Kook mi fa male vederti in questo stato. Parlami, solo così potrò aiutarti e magari risolverlo»

«Non si risolverà, non si risolverà»

«Se non parli, è normale che non si risolverà»

«Hai detto che non volevi più rispondermi»

«Cazzo, ero arrabbiato! Ma sei comunque il migliore amico! Come potrei non aiutarti in questi momenti? Non riesco a fregarmene»

«Non voglio parlare» ripeté continuando a piangere silenziosamente, immerso nel suo mondo fatto di contraddizioni e vizi «Voglio Jimin. Chiamalo, ti prego»

«Non è corretto, Kook...»

«Ho bisogno di parlare con lui ora. Chiamalo, ti prego» ribadì singhiozzante.

E Yoongi lo chiamò.

𝑮𝒊𝒕𝒂𝒏𝒐 | 국민Where stories live. Discover now