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Jungkook, dopo aver fatto un breve riposino, uscì in balcone dove appoggiò le sue braccia sulla ringhiera per prendere un po' d'aria.

Pensò al bacio con il gitano e istintivamente sorrise ma pensò anche alla piccola discussione avuta in seguito che fece svanire quel suo sorriso.

Aveva detto al più piccolo che gli avrebbe dimostrato con i fatti e non solo con le parole che era cambiato e che il suo amore era vero ma si sentiva un totale idiota per non sapere come fare.

I ti amo, le promesse, i regali non bastavano. Doveva impegnarsi molto di più per averlo nuovamente al suo fianco e soprattutto riavere la sua fiducia.

Ma il suo momento di riflessione venne interrotto da alcuni lamenti gioiosi che sembravano essere di un bambino. Vide poi un piccolino che correva in modo buffo seguito da un gitano un po' affaticato. Jungkook dedusse fosse il figlio di sua sorella gemella, Irene.

E seguendo il suo cuore, decise di fare un saltino giù in spiaggia.

«Eloy sono stanco! Dai, vieni dallo zio!» esclamò il minore sedendosi sfinito sulla sabbia «Eloy!» il bambino corse di nuovo ma questa volta nella sua direzione. Di fatti, si buttò tra le sue braccia «Sei un birbante!» pizzicò il suo nasino.

«Pappa! Pappa! Pappa!» pronunció il piccolino mentre rideva.

«Pappa? Hai mangiato poco fa, tesoro»

«Pappa! Pappa!»

Jimin si voltò per vedere cosa stesse catturando così tanto l'attenzione del bimbo, e all'istante notò Jungkook intento a fare movimenti ed espressioni divertenti e giocose.

E nonostante Jungkook, avesse notato lo sguardo del minore su di lui, continuò con il suo momento di intrattenimento correndo poi goffamente verso i due.

«Che stai facendo?» chiese Jimin confuso.

«Ti ho visto un po' affaticato da lì» disse, segnalando il balcone della sua camera «Voglio aiutarti a intrattenerlo» sorrise e si sedette sulla sabbia «Posso tenerlo io in braccio?»

«D'accordo ma solo perché sono stanco» il maggiore prese il piccolo fra le sue braccia che accettò di andare da lui gioiosamente «Mia sorella lavora come sarta tre volte a settimana e lo lascia a me visto che lei non c'è. Mia madre deve badare alla casa e ai miei nonni mentre i genitori di Carlos vivono fuori città... Ha un anno e mezzo. È piccolo ancora e non è facile seguire i suoi ritmi»

«Beh, posso aiutarti con lui. A quanto pare gli sto simpatico!» il corvino mostrò altre divertenti espressioni che fecero ridere Eloy.

«Non sapevo ti piacessero i bambini»

«Non mi sono mai piaciuti ma lui si, è bellissimo. Assomiglia a Irene e anche a te»

«Si, lo dicono tutti...»

«Come ti chiami, piccolino?» domandò con un grande sorriso.

«Eo! Eo!» Eloy emise piccoli urletti di pura allegria.

«Eloy che bel nome! Io sono Kookie!»

«Eo! Koo!»

«Bravo! Mi chiamo proprio così, Kookie!» applaudì per incoraggiarlo.

Nel frattempo, Jimin li osservava con occhi incantati e sospirando profondamente.

Ne era così innamorato che avvertiva quasi la voglia di strapparsi il cuore dal petto e di tappare il suo stomaco con qualcosa di grosso e pesante per non sentire più quelle milioni di farfalle cotte a puntino per il più grande.

«Dio...» chiamò in aiuto.

𝑮𝒊𝒕𝒂𝒏𝒐 | 국민Where stories live. Discover now