Capitolo 11

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Amelia

Ancora due notti e il mio periodo di riposo sarebbe finito definitivamente. La mia convalescenza, voluta dal medico, era stata alquanto noiosa e snervante.
Mi era stato ordinato di rimanere a letto, potevo alzarmi solo per andare in bagno o per sposarmi sul divano ma ovviamente dovevo essere aiutata da qualcuno. Lucius si era rivelato un perfetto cane da guardia, trascorreva tutto il tempo nelle mie stanze, ad eccezione di quando ricevevo le visite delle mie zie, di Lena e Ludmilla, quelli erano gli unici momenti in cui lasciava la mia camera da letto. La cosa incredibile era che aveva fatto montare una specie di letto al fondo del mio per poter rimanere anche di giorno nel caso avessi avuto bisogno di qualcosa.
Due notti fa il medico era tornato per visitarmi, gli avevo supplicato di farmi alzare perché avevo bisogno di fare due passi, lui mi aveva dato il via libera e avevo fatto in modo che anche Lucius fosse presente in modo che sentisse le parole direttamente dalla bocca del dottore. Potevo abbandonare Il letto solo due ore a notte, non era molto ma almeno potevo camminare.
La mia settimana di riposo però non era stata del tutto negativa, mi aveva permesso di recuperare un po' del sonno che avevo perso negli ultimi tempi, non ricordo con esattezza quando fosse stata l'ultima volta che avevo dormito così bene.
Visto che gli affari del Regno dovevano andare avanti le riunioni del Consiglio si erano svolte nella mia camera, devo ammettere che la prima volta mi aveva fatto una certa impressione vedere tutti quei consiglieri difronte al mio letto. Gli incontri del consiglio erano diventati molto informali, anche se gli anziani continuavano ad indossare i loro abiti da riunione.
Avevamo discusso sull'avanzamento dei lavori e sulla consegna delle nuove abitazioni, mi sembrava un miracolo ma tutto sembrava cominciare a funzionare; come se non bastasse le mura di Lux erano state ricostruite e Costantino ci aveva dato un aiuto finanziario molto generoso. Chiaramente, dopo aver discusso dei soliti aspetti del regno, era stata rivista la mia agenda, ovviamente avevo deciso di mantenere tutti gli eventi nelle varie città del Regno, non avevo intenzione di saltare le visite. Sicuramente non avrei visitato più di un posto al giorno.

Finalmente mi ero alzata da letto e stavo passeggiando tranquillamente nel corridoio in compagnia di Erick e i suoi nuovi due compagni. Ieri durante la riunione il piccolo vampiro aveva fatto irruzione nella stanza con accanto due lupi, le facce di tutti i consiglieri erano state la cosa più bella della nottata, cielo avrei pagato qualsiasi cifra pur di rivederle un'altra volta.
La combinazione bambino-lupo non mi piaceva molto ma stranamente erano innocui, nonostante sembrassero docili non ero molto sicura e temevo che prima o poi sarebbe successo qualcosa. Erick negli ultimi mesi era cambiato, da essere timido era diventato un bimbo molto aperto e coraggioso, forse gli allenamenti con Demon lo stavano migliorando caratterialmente. Il mio piccolo accompagnatore si fermò davanti agli appartamenti di mio cugino.
Aprii il pesante portone Erick non esitò ad entrare, mise immediatamente i piedi dentro seguito dalle sue due guardie del corpo. Ancora non mi capacitavo di come quei due animali potessero seguirlo così tranquillamente.
《Demon! Guarda chi ho portato!》 Erick andò ad aprire una porta, i due animali erano rimasti nella mia stessa stanza, gironzolavano tranquillamente annusando da tutte le parti.
Mi guardai attorno, non ero mai entrata nelle sue stanze, era qui da quasi un anno ed ancora non avevo mai messo piede qui dentro. Ripensandoci però Demon passava più tempo nei miei appartamenti che nei suoi.
Sul tavolino del salotto c'erano delle carte e una piccola medaglietta che luccicava alla luce della candela. Mi avvicinai, una volta seduta presi il piccolo oggetto tra le mie mani. Non potevo credere a ciò che avevo davanti.
Era la medaglia da generale appartenuta a mio padre, mio zio l'aveva regalata ad Alexander poco dopo il nostro matrimonio in segreto. Ricordo che gli aveva detto che per tre secoli l'aveva custodita gelosamente perché era stato lui stesso ad insegnare a mio padre come metterla. In realtà quel piccolo oggetto, di così tanto valore, era un regalo di nozze. Io ero totalmente ignara del motivo per cui glielo stesse dando prima, la scusa era stata che era troppo contento del suo lavoro per aspettare la data delle nozze. In realtà il motivo l'avevo capito dopo la morte di mio zio. L'occhio mi cadde sulle lettere, mi guardai attorno, poggiai l'oggetto che avevo in mano sul tavolo e presi le carte.

La regina dei vampiriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora