10-Promesse

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Alice's pov

Alle parole di Dario segue un silenzio di riflessione che riempie lo studio. 

"Dario ha ragione," quando prendo parola, sento gli sguardi di tutti puntati su di me. "diteci cosa avete scoperto."  La prima a rispondermi è Ilaria, con Cesare al suo fianco.

"Noi eravamo nel salotto..." inizia lei.

"...a svolgere i nostri compiti in maniera impeccabile..." incalza Cesare.

"...e abbiamo visto una W sul pavimento, con inchiostro nero indelebile."

"Anche noi!" dice Nicolas, facendosi avanti. "C'era una scritta sul muro fatta col pennarello indelebile, vero Margherita?"

Margherita annuisce. "Sì. Diceva: Non proprio soli a Bologna."

"La nostra canzone!" esclama Nelson nervoso, come se avesse subito un'affronto. 

"Canzone?" gli chiedo io.

"Soli come a Bologna è una canzone della nostra band." mi risponde Frank. "Si riferisce sicuramente a quella."

"Chiunque sia stato il simpaticone," riprende Dario con tono sarcastico. "non si è risparmiato dal rovinare il tavolo. Fra i tagli casuali, c'era un'incisione che diceva Bomba." 

Tonno domanda, ad alta voce: "Cosa dovrebbe significare?"

Ancora una volta, il silenzio riempie la stanza per qualche secondo.

"Il punto è proprio questo." afferma Margherita. "Dobbiamo scoprirlo."

"Esatto." acconsente Nic. Io, però, non sono d'accordo. Prima di sventare complotti, bisogna rimettere in sesto questo posto...

"La priorità è un'altra." dico a tutto il gruppo. "Il set va assolutamente sistemato." Noto che i ragazzi, mi stanno guardando con attenzione. In particolare, lo sguardo di Dario appare molto pensieroso. "Voglio dire..." riprendo. "secondo me..."

"Non siete obbligate a starci dietro." sentendo le parole di Nelson, alzo lo sguardo verso di lui. Noto che ha gli occhi puntati su di me, in un'espressione comprensiva. "Avete già fatto tanto."

"Stai scherzando?!" la voce di Ilaria è chiara e squillante. "Adesso restiamo ad aiutarvi."

"Ilaria..."  la riprendo, rivolgendole un silenzio più che eloquente. Lei sembra calmarsi leggermente, ma non osa rassegnarsi.

"Per noi non c'è alcun problema." riprende "Vero Alice?" 

"Io..." Non so bene cosa rispondere. So di essere molto impegnata con l'Università. Dovrei mantenere un altro impegno e venire qui praticamente ogni giorno...

Mentre penso queste cose, i miei occhi incontrano quelli di Nelson. Due occhi attenti, in attesa, che mi guardano in silenzio. Non so per quale motivo, ma le parole mi escono di bocca da sole.

"Penso di sì." Ilaria gioisce, con aria di vittoria e Margherita mi sorride.  I ragazzi hanno reazioni diverse, ma Dario non sembra molto convinto... 

Prima che qualcun altro possa intervenire, Cesare dice la sua.

"Grandioso, no? Se sono così disponibili ad aiutarci, finiremo in men che non si dica." tutti si guardano, scambiandosi cenni di assenso.

"E va bene." dichiara, infine Dario, suscitando reazione di festa. "Se è così, allora possiamo vederci domani. Per oggi, non possiamo fare molto." La nostra piccola assemblea si scioglie spontaneamente nello stesso modo in cui si è costituita. Mi dirigo verso Margherita e Ilaria, per deciderci ad andare via.

"Vogliamo andare?" le incito. Sul viso di Margherita spicca un sorriso sincero e gli occhi chiarissimi di Ilaria sono ridenti e sereni. Salutiamo gli altri e ci incamminiamo verso l'uscita.

"Ragazze!" qualcuno alle nostre spalle ci chiama. Quando mi volto, vedo Cesare venire verso di noi. Si rivolge a me. "Posso rubartela un attimo?" Mentre mi parla con un mezzo sorriso sulle labbra, il suo sguardo si sposta su Ilaria, accanto a me.

"Torno subito." dichiara lei. Mentre segue Cesare si gira per guardarmi. Solleva le sopracciglia e sorride in un'espressione di euforica curiosità. Io rido, mentre la vedo allontanarsi poco lontano. 

Ilaria's pov

"Quindi?" incrocio le braccia e guardo Cesare con aria altezzosa. "Qual è la motivazione dell'onorevole colloquio che stiamo avendo?"

"Ci aiuterai," lui esita e si corregge immediatamente "aiuterete... tutte voi." lo vedo sfilare il cellulare dalla tasca dei pantaloni. "Mi serve il tuo numero." Inarco un sopracciglio.

"Per dirti quando venire in studio!" Ridiamo entrambi. Un largo sorriso gli attraversa il viso e, per un attimo, ho il timore che si accorga che mi sono persa a guardarlo...

"E sia." dico, per deviare l'attenzione, e la sua espressione torna neutrale. Gli prendo il cellulare dalle mani e, in qualche secondo, il mio contatto è memorizzato nella sua rubrica. "Ecco fatto." ripongo il telefono fra le sue mani e percepisco il contatto con le sue dita che sfiorano le mie.

"Ci vediamo domani, allora." mi dice. "Con gli altri." Gli sorrido educatamente e mi preparo ad andarmene, quando lui richiama la mia attenzione. "Dato che a te va bene..." 

Lo guardo per qualche secondo. "Sì, a me va bene." La mia attenzione si fissa per un attimo nei suoi occhi castani. 

Glielo dico?

"Anche se..." 

Sì, glielo dico.

"Ammetto che non mi offenderei se qualcuno passasse del tempo con me..." vedo gli angoli della sue labbra sollevarsi quasi impercettibilmente. "Molto casualmente... Domani..." ecco. Sta sorridendo di nuovo.

"Lo terrò a mente." mi dice. 

E' il momento di andare via. Gli rivolgo uno sguardo educato e faccio per andarmene. Ma prima di dargli le spalle, lo saluto con un bacio sulla sua guancia. Un gesto semplice, spontaneo, a cui non ho nemmeno pensato. Poi mi volto e, quasi saltellando di gioia, ritorno da Alice e Margherita.

Abitante della Valle ||Space Valley||Where stories live. Discover now