30-Pezzi complementari

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Alice's pov

Dario si siede alla sua scrivania. Mi indica una sedia proprio di fronte a lui, su cui mi siedo riluttante. Faccio di tutto per non sporcarla con la pittura ancora fresca sulla mia t-shirt. Osservo l'acrilico giallo sulla mia mano destra e il colore viola sulle dita della sinistra: colori complementari. Non riesco a trattenere un sorriso.

"Spero di non aver interrotto nulla." esordisce Dario.

"Cosa?" le sue parole mi riportano alla realtà. "Oh no, figurati, certo che no, scusa, non..." Sotto lo strato di pittura sul mio viso, sento le guance arrossire, mentre parlo con Dario. Mi chiedo perché senta così necessario giustificarmi di fronte a lui. E perché la sua presenza mi metta tanta pressione. 

"Non preoccuparti." mi interrompe Dario. "Grazie per ieri. Per avermi appoggiato quando ho proposto di pensare allo studio."

"Mi hai già detto grazie per quello."

"Sì. Volvo dirtelo di nuovo." risponde. "Non vorrei pensassi che non mi importa di te." sono leggermente perplessa, poi di corregge. "E di Ilaria. E Margherita. So che la questione di Cesare e Ilaria ha sconvolto un po' tutti, però..."

"Hai ragione." continuo io, con fare istintivamente distante. "Non possiamo fermarci a pensare a lei. Bisogna andare avanti." Non ho ancora superato il litigo con Ilaria. Mi fa ancora male pensare a lei.

Dario annuisce, comprensivo. Poi sorrride "Questo studio sta diventando una fiera di cuori infranti."

Sorrido anch'io. "Non dirlo a me." rispondo. "Neanche mia sorella ha voluto seguirmi in studio oggi. Non mi ha dato alcuna spiegazione, ma sospetto riguardi Nicolas." 

"Wow. Non pensavo fosse per Nicolas."

"Già."

Rimaniamo in silenzio per un po'. Dario si appoggia con i gomiti sul tavolo, protendendosi verso di me. Mi viene spontaneo allontanarmi impercettibilmente con la schiena. 

"Spero che una cosa del genere non capiti a te, Ali." Mentre parla, tende una mano verso di me. Con il pollice, mi sfiora il viso, vicino alle labbra. Quando la ritrae, porta con sé un po' del colore viola. "Non mi farebbe affatto piacere non vederti qui in studio."

Gli occhi di Dario cercano il mio sguardo. Faccio fatica a sostenerli, mi sento paralizzata dal suo tocco. Non so cosa dire, mi sembra di aver dimenticato tutte le parole. Di fronte a lui... mi sento così piccola...

"Ehi," Della stoffa morbida mi sfiora la spalla. "per la pittura." 

Mi volto verso Nelson, che mi porge delle salviette. Non ha più le impronte colorate delle mie mani sul viso, ma noto ancora tracce di acrilico giallo vicino all'attaccatura dei capelli. La maglietta, invece, è ancora tinta di viola. 

"Grazie!" esclamo, alzandomi e afferrando la salvietta. Mentre lascio la sedia e mi metto vicino a lui, riprendo a respirare. 

"Avete finito qui?" chiede Nelson. Guarda prima me, poi Dario. Ha una strana luce negli occhi. E'... geloso?

"Sì." risponde Dario. "Avevamo finito."

"Bene," ribatte Nelson. "perché Frank ci sta chiamando, ha detto che vuole parlarci."

Credo di sapere a cosa si riferisce. Deve dirci se Maurizio è effettivamente dalla parte di Luis. O se non c'entra nulla in questa storia e va bene se lui e Ilaria stanno insieme. Non so quale delle due possibilità mi metta più paura.

"Lo raggiungo." dichiara Dario. Poi ci precede, verso la scrivania di Frank.

Rimango accanto a Nelson, con la salvietta profumata fra le mani. Nelson sembra piuttosto teso. Poi, guarda me e inizia a sorridere.

"Attenta a quella roba," dice, indicando la salvietta. "levano la pittura, ma fanno bruciare gli occhi in maniera assurda."

"Grazie per il consiglio. Anche se sei ancora sporco..." con un gesto della mano, levo la macchiolina verde sul suo viso. "...qui!"

Ridiamo entrambi mentre raggiungiamo Frank, alla sua postazione.

"Ci sono." dice Frank. "Ho messo insieme i pezzi. Ci siamo tutti?"

"Cesare non è in studio." dice Nelson. "E' a casa sua."

"Non potete andare prenderlo? Sarebbe bene ci fosse anche lui." continua Frank.

"Nessun problema." risponde Nelson. "Ci vado io."

Seguo Nelson mentre è in cerca delle chiavi della sua auto, vicino all'entrata.

"Vieni anche tu?"

"Colorata come un Picasso? Non penso proprio." gli dico. "Resto qui a togliere l'acrilico."

"Sembra giusto." Nelson trova, finalmente il suo zainetto. Ci fruga dentro per prendere le chiavi e si dirige all'uscita. "Ci vediamo dopo, allora."

"A dopo."

Nelson fa per uscire. Lo guardo mentre afferra la miglia, apre la porta...

"Nels!"

Si volta, perplesso, appena sente il mio richiamo.

"A me piace il giallo." balbetto. Continua a guardarmi, confuso. "Il giallo e il viola." sorrido. "Sono complementari."

Abitante della Valle ||Space Valley||Where stories live. Discover now