Capitolo 3

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Peter doveva ammettere che dopo la prima volta ci aveva preso gusto. Stava meditando di ripetere lo show per Tony Stark proprio quella sera, quando purtroppo una missione gli impedì di mettere in atto i suoi peccaminosi intenti.
L'intera squadra venne inviata in Canada a pochi passi da Montreal per uno strano attacco. Sembrava che i canadesi, persone sempre educate e rispettose del prossimo a detta di Rhodey, stessero impazzendo e comportandosi in modo poco cordiale, non era chiaro come o perché fosse accaduto tutto ciò, l'unica cosa certa erano le coordinate del punto caldo dove tutto era cominciato e stava continuando.
I primi a giungere sul posto furono Thor e Loki grazie alla velocità di volo che il martello permetteva. Loki non era felice di doversi ricomporre ogni volta che Thor lo sbatacchiava per tutto il viaggio, ma i suoi soliti rimproveri vennero fermati sul nascere dalla voce sinuosa di una donna.
"I miei amati principi. È bello rivedervi."
Thor e Loki riconobbero subito la donna bionda vestita con parte di un'armatura asgardiana e per il resto in pelle dalla tonalità verde.
"Amora!" Esclamarono all'unisono.
Loki la guardò con astio, c'era un lungo passato di conflitti e tradimenti tra di loro. "Cosa ci fai qui?"
Un'altra donna dai capelli rossi e molti tratti simili alla prima intervenne. "Non salutate anche me?"
"Lorelei anche tu qui?! Da quando collaborate?" domandò con un accenno di sarcasmo nella voce.
"Siamo sorelle. Bisogna aiutarsi a vicenda in famiglia." Scherzò la maggiore, Amora.
"Non siete famose per l'affetto fraterno."
"Beh, a quanto pare, voi sì!" Si poteva sentire l'astio nella voce, mentre si riferiva alla relazione sentimentale dei due uomini.
"Ci siete voi dietro a ciò che sta accadendo qui?"
"Più o meno." Rispose la minore divertita, "Ti assicuro che non stiamo facendo chissà cosa. Questa gente aveva bisogno di una spintarella per togliersi qualche peso dallo stomaco."
Solo a quel punto, Thor e Loki notarono che la popolazione letteralmente in rivolta intorno a loro non era affetta dalla solita malia delle due donne, ma da qualcosa di più violento e aggressivo. Per lo più si limitavano a urlare contro ad alcuni, mentre altri rompevano vetrine, c'era qualcuno che si era nascosto e aspettava la fine di tutto.
"Cos'è questa stregoneria?" ringhiò Thor.
"Nulla di cattivo. Solo un incantesimo. Vedi mio ingenuo principino, se vuoi distruggere più persone basta solo costringerle a dire sempre la verità. Non tutti prendono bene che gli si dica in faccia tutto ciò che si pensa, soprattutto nelle piccole cittadine. In alcuni casi questo incantesimo tira fuori anche la frustrazione e la rabbia che si prova per qualcuno e la riversa sul diretto interessato o su tutti gli altri."
Loki si rivolse alle due donne un po' disgustato dall'utilizzo della magia. "Preferivo quando andavate in giro a sedurre poveri idioti. Il danno era più contenuto."
Thor sembrava sul punto di attaccare le due sorelle. "Cessate tutto!" ordinò.
Intanto il jet con il resto della squadra era giunto sul posto. Stark fu il primo a mostrarsi e a commentare la situazione. "Scommetto vostre amiche?"
Loki li avvertì "Attenti, hanno poteri di seduzione molto forti che potrebbero farci rivoltare gli uni contro gli altri."
"Staremo in guardia."
Il resto della squadra li raggiunse sul campo, pronti alla lotta.
"Cap a te il comando."
"Dobbiamo fermare l'incantesimo e loro."
"L'incantesimo sembra concentrato qui." Spiegò Loki. "C'è sicuramente un oggetto magico che lo espande, loro si sono solo limitate a evocarlo."
"Loki, Stark e Spiderman cercate l'oggetto e proteggete la popolazione. Noi pensiamo a catturarle."
"Agli ordini Capitano." Rispose Peter, mentre iniziava a lanciare ragnatele sulle persone più aggressive della popolazione, nell'intento di fermarle senza ferirle.
"Non sarà così facile Capitano Rogers." Sussurrò Lorelei apparsa in un istate alle sue spalle. Tentò di colpirla ma non ci riuscì.
"State attenti. Le loro voci sono ammalianti e non fatevi baciare per nessun motivo." Avvertì il dio del tuono.
"Sarà divertente." Scherzò Bucky.
Lo scontro iniziò e nonostante le due sorelle sembrassero all'apparenza delicate e solo capaci di lanciare incantesimi, in realtà colpivano forte quanto Thor. Lorelei si concentrò a dividere la squadra, avvicinandosi a Clint nell'intento d'incantarlo con la propria voce suadente, non riuscendoci però.
"Mi dispiace brutta stronza, ma sono sordo." Clint tentò di colpirla con l'arco, senza riuscirci. La donna era veloce tanto da riuscire a bloccare l'uomo e a baciarlo sulle labbra.
Clint perse completamente il controllo del suo corpo e stava per mettere via l'arco quando la donna indietreggio per osservare il suo nuovo schiavo.
"Attacca la tua amica Romanoff."
Clint alzò l'arco e lo puntò in direzione di Natasha che stava accorrendo in suo aiuto, però cambiò mira all'ultimo istante e colpì la strega alla testa con una freccia tesser, mandandola a terra tremante.
"Mi dispiace per te, ma me l'hanno già fatto uno scherzetto simile e soprattutto non sei il mio tipo, preferisco il cazzo."
"Linguaggio." Chiocciò il capitano. "Assicurati che non scappi!"
Clint fischiò in direzione di Spiderman che iniziò a lanciare ragnatele e a creare un bozzolo per trattenere la donna.
Tony non si trattenne dal commentare. "Di nuovo con questa morale da quacchero ben educato?"
"Davvero, non so il perché mi sia sfuggito." Rispose il Capitano.
"Forse perché sei uno di quei perfettini noiosi che non scopano abbastanza!"
Bucky si sentì tirato in causa. "Stark ti assicuro che lui scopa abbastanza con me."
Natasha intervenne. "Smettetela di fare i ragazzini e di giocare a chi ce l'ha più lungo."
"Parli proprio tu che non fai altro che trattare tutti come bambini." Aggiunse Sam.
"Ha ragione Nat. Smettetela." Fece eco Thor.
Loki sembrava infastidito dalla presa di posizione del principe. "Tu stai sempre dalla parte delle belle ragazze, vero?"
"Non ricominciare con la tua solita gelosia distruttiva."
"Vorresti dire che sono geloso senza motivo?"
"Sì, il più delle volte."
Loki sembrò rifletterci su mentre cercava la fonte della magia. "Hai ragione!" ammise senza ribattere.
"Davvero mi dai ragione?"
"Sì. È quello che pensi di me e devo farmene una ragione."
Steve stava ascoltando senza capire cosa stesse accadendo. "Thor cosa succede?"
"Nulla. È colpa dell'incantesimo se ci comportiamo tutti così. Tu ti esprimi come sei abituato a fare, Stark è sempre Stark e Loki ammette ciò che pensa senza la sua solita facciata di superiorità. Tra di noi l'incantesimo non funziona perché ci siamo sempre detti la verità in faccia."
Stark non riusciva a credere di essere sotto un incantesimo. "Cosa pensate di me?" domandò per indagare sulla potenza di tale magia.
Clint non perse occasione. "Sei un coglione con i soldi."
L'uomo non fece una piega mentre atterrava a pochi passi da una sfera di cristallo che emanava una strana energia. "Grazie Barton. Ho trovato la sfera."
Intanto gli altri continuarono a parlare di lui, mentre lottavano contro Amora e bloccavano la gente più ostile. Si sentirono frasi accavallate come un paio di epiteti poco carini, qualche commento divertito e un "Sei sexy signor Stark." tra le varie voci.
"Fermi tutti! Chi è stato a dirlo?" domandò Stark.
Bucky non voleva dirlo, ma l'incantesimo era potente "Peter. Lui è l'unico tanto ingenuo da essersi innamorato di te."
Stark non credeva a ciò che aveva appena sentito. Aveva il sospetto che il ragazzo avesse una cotta, ma non pensava che si trattasse d'amore. "Pete?" chiamò il ragazzo. Intanto Sam cadde sotto l'incantesimo di Amora e si scontrò con Clint e Natasha.
"Sì, è vero." Dovette ammettere. "La prego distrugga quella sfera prima che dica altro." Il giovane stava cercando di limitare ciò che diceva da quando aveva sospettato che l'incantesimo potesse colpire anche lui.
"Altro? Tipo?" domandò curioso e sensuale.
Non riusciva a resistere ad una domanda diretta. "So che mi ascoltava ieri sera, l'ho fatto per provocarla signor Stark."
Stark voleva mentire e dire che non l'aveva sentito e soprattutto visto, però l'incantesimo sembrava sciogliere la lingua. "Eri fottutamente sensuale ragazzo!"
Non poteva rischiare che tutti sapessero quindi prese la mira e distrusse la sfera senza aspettare il parere di Loki per farlo. L'incanto sembrò sparire subito nella sua mente e nella popolazione che si fermò all'istante, incerti sul motivo che li aveva spinti a reagire in quel modo. La verità sembrò meno detestabile da ascoltare. Tony però era completamente perso a riflettere sulle parole che aveva ascoltato poco prima.
Clint era curioso. "Di cosa parlavate? Stark in che modo Spiderman ti ha provocato?"
"Non sono affari tuoi! E ora se vi deste da fare per fermare quella strega, magari in giornata."
Thor e Steve riuscirono a bloccarla, mentre Loki usava un incanto che la rendeva muta. Dopo pochi minuti anche Amora giaceva in un bozzolo di tela e veniva spedita insieme alla sorella attraverso il Bifrost ad Asgard dove le attendeva una prigione accogliente e insonorizzata con barriere anti-magia.
La squadra si occupò della popolazione per qualche ora prima di tornare alla base. Tutti erano stranamente silenziosi e in attesa di scoprire cosa Peter avesse fatto la sera prima.

Giunti alla sede degli Avengers, Phil li accolse pronto a fargli stendere un rapporto sulla battaglia, per sua fortuna -stranamente- nessuno tentò di darsela a gambe come al solito, anzi erano tutti loquaci e pronti a raccontare ogni minimo dettaglio in attesa che Peter e Tony sputassero il rospo su cosa stesse succedendo tra di loro.
"Stark ha subito distrutto la sfera prima di raccontarci cosa Peter avesse fatto ieri sera." Si lamentò Clint, mentre descriveva la battaglia e si stendeva comodamente sulle gambe di Phil in cerca di coccole che in quel momento l'uomo non voleva e non poteva fare.
Steve era un po' preoccupato da ciò che aveva sentito. "Stark, cos'hai combinato con Peter?"
"Niente!" si affretto a rispondere Peter con voce stridula.
Lo sguardo di Steve non si sposto dall'altro uomo. Per quanto fossero amici, non accettava che Stark mettesse strane idee in testa ad una mente giovane e vulnerabile come quella di Peter. "Stark?"
"Per una volta non ho fatto nulla." Rispose l'uomo, concentrato a girare per la stanza con qualsiasi scusa, solo per non stare fermo a fissare Peter.
Bucky non era convinto di ciò. "Tranne spiarlo, questa volta non hai davvero fatto niente."
"EHI! Io non ho spiato Peter."
"No?" insistette Steve.
"Non ho spiato Peter in particolare, ma solo per caso."
Natasha non era convinta di tale affermazione. "Come si fa a spiare qualcuno solo per caso?"
L'uomo roteò gli occhi e sbuffò, mentre afferrava una bibita salutare in frigo. "Magari ho solo impostato JARVIS per passarmi i vocali in tempo reale di chi non rientrava nel classico atteggiamento che hanno tutti nei miei confronti. Ammettiamolo, nessuno di voi ha mai detto nulla di educato o apprezzabile nei miei confronti in due anni che viviamo qui, beh, nessuno tranne Peter."
Il ragazzo arrossì.
"Quindi, se hai finito agente Coulson, Peter seguimi in laboratorio."
Nessuno osò dire nulla, persino Steve rimase in silenzio. I due dovevano chiarire la loro situazione e il resto della squadra non aveva nulla da rimproverare a Stark, in fondo sapevano ciò che JARVIS faceva ogni volta che Peter lodava il suo mentore. Un po' erano anche loro colpevoli della situazione imbarazzante in cui si trovava il loro membro preferito della squadra.
Peter attese qualche secondo prima di seguire Tony Stark verso il laboratorio. Si aspettava commenti o tentativi di trattenere i due, ma tutti sembravano sereni all'idea che restasse in una stanza isolata ermeticamente con l'uomo che aveva provocato sessualmente la sera prima.

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