Capitolo 6

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Peter dovette rinunciare a passare la giornata tra le braccia di Tony per colpa della scuola, della pattuglia e del fatto di dover stare a casa con zia May, dopo un week end che non si vedevano. Lui e Tony si erano detti di vedersi il giorno dopo, ma anche Tony venne trascinato nei suoi impegni quotidiani tanto che riuscì a fare una video chiamata quasi patetica per quanto era distrutto dall'ultima riunione con il consiglio d'azienda. Era crollato addormentato a metà della video chiamata, mentre cercava di apparire sensuale agli occhi di Peter. Il giovane aveva capito e non aveva insistito per vedersi durante la settimana, avevano dal venerdì pomeriggio in poi per stare insieme. Entrambi si dedicarono con più impegno ai loro compiti per poter godere a pieno del tempo da passare insieme. Il problema fu proprio la loro bravura che aveva portato Tony ad essere trascinato in una nuova riunione dall'altra parte del mondo e Peter a dover partecipare ad una gara di matematica come sostituto di un compagno influenzato. Saltarono il loro fine settimana insieme ripromettendosi di vedersi appena possibile. Alla fine fu Peter a prendere l'iniziativa quando Tony gli fece sapere di aver finito il lavoro prima del solito. Mollò senza tanti sensi di colpa la ronda da Spiderman, consapevole che nessun criminale si sarebbe fatto vivo nel Queens dopo i suoi ultimi interventi implacabili (troppa frustrazione sessuale sospettava) e si presentò alla torre degli Avengers. Tony era seduto sul divano con una pezza fredda a coprirgli gli occhi; non poteva non sgattaiolare dentro dalla porta finestra e non andare a baciarlo. Tony reagì solo un istante quando sentì delle labbra sulle sue, poi si lasciò baciare dolcemente. Quando Peter si staccò, Tony respirava più profondamente. "Non ricordavo questa tua dolcezza Fury." Peter rimase un istante sconvolto, prima di realizzare che lo stava prendendo in giro. "Se tu e Fury aveste una relazione lo chiameresti per nome."
"Forse gli piace essere chiamato così." Sorrise divertito togliendosi la pezza dagli occhi gonfi. "Vieni qui." attirò il giovane ancora in costume tranne per la maschera sulle sue gambe. "Cosa ti aveva detto sul baciarmi?"
"Credevi di star baciando un altro, non si applica in questo caso. Come mai questi occhi gonfi?" notò mentre accarezzava il viso dell'uomo.
Tony rise, per poi guardarlo con attenzione. "Ho passato la giornata a leggere rapporti aziendali, troppi numeri. JARVIS elabora meno dati, quando lo uso in laboratorio. Non voglio pensarci più ora. Parliamo del perché indossi la tuta; eri di pattuglia o vuoi farmi impazzire?"
"Da quando la mia tuta ti fa impazzire?" fece curioso.
"Da quando la confondo con quella nascosta nella tua stanza. Comunque questa è la mia tuta, visto che l'ho pagata e costruita io."
"La rivuoi?" fece sensuale agitandosi sulle gambe dell'uomo.
"Dovresti toglierla." Ordinò massaggiando i fianchi di Peter.
"Mi sembra un tentativo di approfittarti della situazione."
"Lo è." Ghignò, mentre baciava Peter.
Peter si lasciò andare, dimenticandosi completamente che era sul divano del salotto dei Vendicatori. Sospettava che nessuno fosse a quel piano in quel preciso momento. Tony non si lasciò sfuggire l'occasione di riavere il giovane tutto per sé senza interruzioni e girò le posizioni distendendolo sul divano. C'erano solo due persone che potevano togliere la tuta a Spiderman, uno era Peter, l'altro era guarda caso Tony, perché quando l'aveva programmata non aveva immaginato che gli sarebbe tornato utile avere quel tipo d'accesso alla tuta, ma era rimasto nelle impostazioni di Karen. Picchiò con i polpastrelli due volte il dispositivo sul petto che riconobbe il ritmo e la pressione del suo tocco e allentò la tuta. Il giovane sotto di lui si agitò nel tentativo di levarla completamente, ma ci volle l'esperienza di Tony per sfilarla rapidamente, lasciando l'altro con solo dei boxe blu aderenti a nascondere l'erezione che i baci gli avevano suscitato.
Peter cercò di togliere gli abiti a Tony, ma il numero di bottoni del gilet e della camicia gli fecero perdere la pazienza, tanto che puntò alla cintura e alla cerniera dei pantaloni.
Tony sospirò già preso completamente dalle intenzioni del giovane. "Non correre ragazzino." Ma non lo fermò.
La mano di Peter iniziò a massaggiarlo, infilandosi lentamente nei boxe e l'uomo voleva davvero fermarlo per spiegargli che non c'era alcuna necessità di dargli piacere, ma la sua resistenza durò poco, preferì concentrarsi sulla pelle morbida del collo di Peter. Si chiese se i giovani d'oggi amassero ancora avere succhiotti sul collo da mostrare, quel pensiero durò il tempo di ricordarsi che a lui piaceva segnare la pelle dei suoi amanti. Aveva davvero dimenticato come fosse meraviglioso fare sesso con un'altra persona. Era passato troppo tempo per lui, in astinenza da sesso, solo per poter testare quanto fosse disposto ad aspettare la maggiore età di Peter. Ora poteva averlo, ma doveva davvero comportarsi da adulto e non spingere involontariamente il giovane verso qualcosa per cui non era pronto. Però, poteva lasciargli fare questo, lasciarlo scoprire cosa potesse riuscire a scatenare in una persona più esperta come Tony Stark. Sarebbe stata una bella botta di autostima per un giovane alle prime armi.
Peter approfittò della coscia di Tony per strofinarcisi contro e ottenere l'attrito che il suo membro richiedeva, mentre e labbra e i denti dell'uomo lo succhiavano e mordevano. Sentì l'uomo a corto d'aria che si sollevò come se volesse cambiare posizione, ma si limitò solo a spostare la propria coscia ottenendo un lamento contrariato di Peter che era quasi vicino all'orgasmo. La coscia venne sostituita dalla mano di Tony che causò un sussulto in Peter. Quando la mano si fece largo nei boxe, Peter perse il controllo e la presa sul pene dell'uomo. In pochi movimenti, l'uomo lo portò all'apice godendo della vista del ragazzo che si agitava sotto di lui inarcandosi e tremando per diverso tempo. Alla vista delle labbra gonfie e gli occhi appannati dal piacere, anche lui stava per venire, ma cercò di controllarsi, voleva che fosse Peter a finire ciò che aveva iniziato. Il giovane, ancora devastato dall'orgasmo, non aveva dimenticato cosa stesse facendo pochi minuti prima e voleva finire. Era veramente intenzionato a finire ciò che aveva iniziato, infatti afferrò il cazzo di Tony e iniziò a massaggiarlo con più decisione, come se ora fosse pienamente consapevole di cosa volesse l'altro. Tony lo osservò, vedendo in lui la stessa passione che aveva messo quando si era mostrato davanti alla videocamera. Voleva vederlo provare piacere ancora, non era giusto che fosse solo lui a godere, ma Peter sembrava davvero eccitato all'idea di portarlo all'orgasmo.
Con pochi movimenti decisi lo fece arrivare all'apice. Tony crollo su di lui inarcandosi per non schiacciarlo completamente e lasciando libera la mano oramai sporca di Peter. Quando si sollevò per guardarlo negli occhi, lo trovò preso a osservarsi la mano, per poi portarsela alla bocca e leccarla. Quell'immagine si sarebbe stampata nella mente di Tony a vita.
"Mi stai uccidendo tesoro."
Peter lo guardò incerto. "Ho sbagliato qualcosa?"
L'uomo sorrise e si lanciò a baciarlo.
"Non potresti mai sbagliare."
Peter sorrise rassicurato.
Vennero interrotti da dei passi che si dirigevano verso la cucina. Peter rimase pietrificato sotto al corpo di Tony all'idea di essere stati beccati nudi, o più precisamente lui era nudo, Tony aveva solo la cerniera aperta e la cravatta allentata. Dalla cucina non potevano vederli distesi sul divano.
"Vi ho visti!" annunciò Clint. "Muovetevi a finire, Steve sta salendo e non la prenderà bene se ti becca a molestare Peter, Stark." Detto ciò si allontanò dalla cucina.
Tony sbuffò. "Meglio rivestirsi, Rogers mi crede un vecchio pervertito per averti sedotto. Dovrei spiegargli che sei stato tu a sedurmi, ma non ci crederebbe."
"Perché non ci crederebbe?" chiese divertito.
"Perché sei il dolce e innocente Peter Parker, non un esibizionista che mi ha corrotto la mente attraverso uno schermo."
"Sei stato tu ad iniziare e comunque te lo meritavi e ti meriti anche Steve che ti fa la ramanzina."
"Sei crudele."


Peter dovette lasciare con riluttanza la torre dei Vendicatori per poter cenare con sua zia. Tony aveva una festa per raccogliere fondi e per quanto fosse sicuro che sarebbe stato carino andarci con Peter, non era sicuro che fosse una buona idea esporlo al pubblico così presto. La scusa che fosse un giovane stagista non avrebbe tenuto lontano i paparazzi e non potevano rischiare che Peter venisse seguito e visto in un vicolo indossare la tuta di Spiderman . A malincuore si erano separati prima dell'arrivo di Steve per evitare il suo sguardo indagatore.
Nel frattempo, May aveva lo stesso sguardo di Steve, solo meno accigliato e più divertito.
Peter alla fine aveva lasciato la forchetta infilata nel duro polpettone fatto con carne non ben identificata e aveva chiesto. "Cosa c'è che non va?"
"Perché me lo chiedi?" fece sollevando un sopracciglio.
"Mi sta fissando da quando sono tornato."
"Non fissavo te, ma quel segno sul collo. Cos'è? Un morso di formica? Dopo quello del ragno, quante possibilità ci sono che ti morda qualche altro insetto? Dovremo iniziare a chiamarti Ant-man?"
"C'è già un Ant-man. Non sono stato morso da una formica e comunque i ragni non sono insetti. Sono aracnidi e si differenziano dagli insetti perché non hanno tre paia di zampe e il corpo diviso in setti, da qui il nome insetti."
"Ok, grazie per la lezione. Allora quello che tipo di morso è?"
Si alzò e si diresse verso lo specchio all'entrata per vedere a cosa si riferisse. "Io non sono stato morso da nessun..." Quando notò il grosso segno rosso sul collo capì d'essere fregato. May sapeva cosa fosse o non avrebbe parlato di morsi d'insetto.
"Allora, caro nipote, hai qualcosa da confessare?"
Peter sbiancò. Non sapeva come dirlo a zia May, soprattutto perché non sapeva cosa dire di preciso. Aveva una relazione con Tony Stark, questo era ciò che l'uomo aveva chiarito quando aveva detto che lo voleva tutto per sé, una cosa era saperlo, un'altra ammetterlo ad alta voce a sua zia.
"Io... io..."
"Si tratta di uno di loro?"
"Loro chi?"
"I tuoi colleghi Vendicatori, non frequenti nessun altro e Ned non è il tuo tipo, quindi dev'essere uno di loro. Chi?"
"Non... io..."
"Tiro ad indovinare. Bucky?"
"No! Lui è un amico."
"Clint. Ci prova con tutti, l'ha fatto anche con me."
"No. Lui è fedele a Phil. Lo fa solo per provocarlo quando non gli presta attenzione."
"Allora Steve! Devo ammettere che è un gran bravo ragazzo, forse troppo all'antica per te..."
"Infatti sta con Bucky."
"Quindi è Thor?" sospirò al pensiero dei suoi muscoli.
"Lui sta con Loki."
"Non sono fratelli?"
"Loki è adottato."
"Ok. Nessuno è etero in quella squadra?" fece il punto.
"Qualcuno c'è."
"Strange?"
"Non lo so e non è lui. Possiamo fermarci qui? Mi stai accasando con qualsiasi vendicatore ti venga in mente."
May smise di chiedere e si concentrò sul suo piatto. Era quasi sicura d'aver dimenticato qualcuno. Happy le aveva detto che Bruce Banner aveva una relazione con Natasha, mentre Rhodey e Sam frequentavano delle donne, quindi restavano il re del Wakanda.
"Non starai vedendo re T'Challa?"
"No. Ti prego smettila."
"Non te la cavi così facilmente. Voglio sapere chi ti ha lasciato quel succhiotto. Chiaramente voleva che tutti sapessero, quindi sputa il nome."
Peter non riusciva a dirlo, sapeva bene che se May non aveva fatto il suo nome era perché non lo considerasse come possibile compagno di Peter.
"Li ho detti tutti. Non sarà quel tizio, Ant-man."
"No. Ti prego, non è importante per ora chi è, non credi? Sto bene con lui e quando arriverà il momento lo diremo a tutti. Mi fa sentire felice e a mio agio. Non devo nascondere nessuna parte di me con lui, né quella di Spiderman e neanche quella di Peter Parker liceale senza una vita sociale normale. Lui conosce anche la parte di me che voi continuate a ignorare."
"E quale sarebbe Peter?" domandò davvero impressionata dal discorso del nipote.
"La parte di me non più ingenua e carina. Ho affrontato situazioni che mi hanno cambiato e che mi hanno reso diverso da quando sono diventato Spiderman. Anche se mi vedete tutti come il piccolo che ha bisogno di protezione, io non ne ho bisogno. Sono pronto a sbagliare e a subirne le conseguenze, non ho bisogno che voi vi preoccupiate per me."
May lo guardò per diversi secondi, per poi constatare senza alcun tono di rimprovero nella voce "Sei innamorato di Tony Stark."
"Sì. E lui di me."
"Non è facile per me accettare che tu perda i tuoi anni migliori dietro ad un uomo più vecchio di te, ma capisco che per te è importante avere lui a guidarti. In qualche modo in questi anni ti ha preparato ad affrontare l'oscurità che cercherà sempre di afferrarti in questo lavoro e so che stare con lui ha più senso che stare con chiunque altro."
"Grazie zia May."
"Comunque resta il fatto che potevi avere re T'Challa."
"MAY?!"
"Cosa c'è?! Happy mi ha detto che era interessato alla tua elasticità in palestra qualche settimana fa."
Peter abbasso la testa esasperato, iniziando a ridere.


"May lo sa." raccontò in video chiamata a Tony.
L'uomo girava per la propria camera togliendosi l'orologio e i gemelli, mentre sfruttava le telecamere di JARVIS per non lasciare Peter a guardare il soffitto dal telefono che aveva lasciato accanto al letto. Il ragazzo, invece, era comodamente disteso sotto le coperte con il cellulare che inquadrava solo il suo viso leggermente illuminato da una lampada e che veniva riproposto sullo schermo del televisore di Tony.
"Ti sei fatto scoprire velocemente." disse l'uomo sfilandosi senza tanta cura le scarpe eleganti. Era ancora vestito con uno smoking su misura che su di lui stava splendidamente. "Nat e Bucky avrebbero da ridire sulle tue capacità di tenere segreti sul campo."
Peter roteò gli occhi. "Non è colpa mia se qualcuno ha avuto la stupida idea di farmi un succhiotto dove tutti posso vederlo."
Tony sorrise dando le spalle alla telecamera per non farsi vedere.
"Ehi! Non ridere. È tutta colpa tua."
"Non ti sei lamentato quando te l'ho fatto."
"Sei antipatico quando fai così. Domani devo andare a scuola con questo segno addosso se i miei poteri di auto guarigione non lo fanno sparire e mi faranno altrettante domande."
"Puoi dire ai tuoi amici che hai sedotto Tony Stark."
"Così viene un infarto a Ned. Stravede per te, se gli dico che andiamo a letto, ci rimane secco."
"Noi non andiamo a letto. Non ancora. Sai, forse dovremmo preoccuparci per la salute di Ned e non andarci proprio."
"Stai avendo dei ripensamenti?" chiese con gli occhi spalancati.
"Mai. Sto solo giocando Peter. A proposito di letto, perché sei ancora sveglio?"
"Maratona di... Maratona." concluse con un tono di voce troppo alto.
"Maratona?" Chiese indagatore. "Per tua fortuna so che non sei il tipo da maratone di porno."
"Come fai a saperlo?"
"JARVIS, Peter stava guardando porno."
"Non mi risulta dai dati che ho appena hackerato senza un mandato firmato da un giudice."
Tony rimase perplesso per la precisazione di JARVIS, in genere non si faceva problemi nel spiare la gente su suo ordine. "Perché suona quasi accusatorio?"
"Perché JARVIS ti sta accusando."
"Comunque che tipo di maratona era?"
"Non lo saprai mai!" rispose il ragazzo.
Tony l'avrebbe scoperto a tutti i costi. Se non si trattava di porno, allora doveva essere qualcosa di davvero cattivo perché Peter lo nascondesse a lui dopo tutto quello che avevano fatto finora. Prese il proprio cellulare e iniziò a digitare.
"Comunque, perché sei tornato così tardi?" Erano le tre e venti quando Peter aveva mandato l'ultimo messaggio a Tony e l'uomo stava finalmente rientrando. Voleva vederlo e lo aveva chiamato.
"Pepper mi ha parlato di alcuni azionisti che volevano farmi le scarpe. Abbiamo studiato una tattica per prenderli in contropiede."
Peter si sentì leggermente geloso, nonostante sapesse che i due erano solo colleghi da ben due anni, sembrava difficile non pensare a loro come ad una coppia perfetta.
Tony notò l'aria assente di Peter. "Non c'è più nulla tra me e lei. Ci sei tu e tu soltanto ora e spero per tanto tempo."
"Non devi spiegare nulla."
"Peter..."
"Tony, davvero non devi. È una mia insicurezza e devo imparare ad affrontarla in modo più adulto."
"Piccolo, se qualcosa ti crea disagio voglio che tu me lo dica. Forse non potrò farci nulla, ma almeno parlarne aiuterà."
"Grazie Tony. C'è una cosa che mi mette a disagio a dire il vero."
"Cosa?" chiese allarmato. Non aveva notato il bagliore malandrino che gli illuminava gli occhi.
"Perché non ti stai spogliando? È un quarto d'ora che giri per la stanza e non ti spogli."
L'uomo scoppiò a ridere. "Tesoro, qui sono io che decido chi si spoglia e chi no davanti ad una telecamera!"
"Quindi non mi restituirai il favore che ti ho fatto davanti alle telecamere?"
"Vuoi davvero assistere allo spettacolo di un uomo anziano che si spoglia dopo le tre di notte senza inciampare nei suoi stessi calzoni?"
"Sì, stranamente l'uomo anziano in questione è il mio ragazzo."
"Ragazzo? Vista l'età dovresti usare un altro titolo per definirmi."
"Non ti chiamerò papà come in un pessimo gioco di ruolo tra amanti."
"Il fatto che tu conosca questo termine mi fa ben sperare." ammiccò alla telecamera.
"Davvero quella roba ti fa eccitare?"
"A dire il vero no, ma vorrei un nomignolo diverso da ragazzo. Qualcosa di adatto alla mia età."
"Amore, tesoro o dolcezza vanno bene?"
"Suonano bene, tranne dolcezza. Troppo smielato."
"Credo che ti chiamerò amore."
"Mi piace piccolo."
"Però tu mi chiami piccolo."
"Beh, è ciò che sei. Piccolo e adorabile..."
Sbuffò. "Tony, avevamo detto che la cosa del papà non si adattava a noi."
"Infatti, ma quella del mentore e del ragazzino mi appassiona."
Peter ci penso su. "Se ti piace professore..."
"Signor Stark, sono più all'antica."
"Se ti piace signor Stark, dovresti insegnare al tuo alunno quali sono i punti del tuo corpo che vorresti sentire stimolati alla prossima lezione."
"Piccolo stai tentando di farmi spogliare?"
"Sì"
"Sei un vero monello da sculacciare."
"L'idea ti eccita signore."
"Non particolarmente, ma potremmo discuterne in separata sede quando non hai scuola il giorno seguente."
"Temi che non possa più sedermi per ore a scuola."
"No, temo che domani dormirai in classe se ora non ti fermi Peter. È tardi per iniziare questo gioco e in questo momento l'idea di non averti sottomano dal vivo è frustrante."
Il giovane sbuffò. "Stava per diventare eccitante."
"Sì, ma sono troppo vecchio per passare le notti in bianco ad intrattenere un sexy ragnetto eccitato al telefono. A proposito di notti in bianco," guardò il cellulare dopo aver rintracciato la maratona di Peter, passando la video chiamata su di esso per guardare direttamente Peter e metterlo a disagio "cos'è Junjou romantica?"
Peter sembrò sbiancare. "Hai ragione, è tardi! Buonanotte." chiuse la chiamata prima che un Tony ghignante potesse augurargli la buonanotte.
L'uomo fu finalmente libero di spogliarsi, l'avrebbe fatto prima, ma gli ormoni di un ragazzo non vanno mai istigati più del necessario. L'idea di mostrarsi a Peter era gratificante visto che era stato proprio il giovane a chiederlo, ma sapeva di non poter essere sensuale quanto lui. Preferiva averlo in camera ad un orario accettabile che non prevedesse altri impegni il giorno dopo e potersi spogliare davanti a lui. Finalmente, a letto poté ripensare al fatto che l'aveva chiamato amore senza neanche rifletterci. Sembrava che al giovane risultasse naturale considerarlo il suo fidanzato e Tony non sperava in una relazione più naturale di così, nonostante avessero giocato sulla questione dell'età. L'altro si era sentito a suo agio e questo contava più di tutto.
"JARVIS?"
"Sì signore."
"Cos'è Junjou romantica?"
"Vuole davvero saperlo?"
"Dimmi che è porno."
"Non proprio. È un manga e un anime yaoi."
"Di cosa parla?"
"In poche parole," c'era un tono di ammonimento nella voce di JARVIS "un mentore che molesta il suo allievo."
Tony si sollevò di colpo dal letto. "Stai scherzando?!"
"Per nulla."
"Ottimi gusti, Peter." si complimentò sorridendo.


Parli del diavolo...Where stories live. Discover now