10. Per Louis

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Harry ruba la sigaretta mezza consumata dalle labbra del castano, fa un tiro e gliela rimette dov'era.

Il riccio si circonda il viso con il fumo grigiastro della sigaretta poi si passa una mano tra i capelli sudati e schiude le labbra.

Louis si alza dal letto, si mette seduto sul bordo e fruga nel cassetto della scrivania, trova una lattina di birra calda e la apre.

Il rumore frizzante della linguetta di metallo che salta fa aprire gli occhi al riccio che guarda la schiena nuda dell'altro dalla sua posizione sul letto.

Quella volta Louis aveva voluto il doppio dei soldi che gli chiedeva di solito, ad Harry era venuto un colpo, ormai abituato alle solite cinquanta sterline.

In quel momento Harry, i muscoli intorpiditi, sorride perché si rende conto che Louis ha smesso di fargli pagare sempre la stessa somma e questo non può essere che un bene.

"Domani non vengo. Ho mia madre a cena." Asserisce il riccio ammirando la schiena di Louis che, sentendo quelle parole, si raddrizza e si volta verso Harry.

Louis tiene la birra in una mano, la sigaretta nell'altra e uno strano bagliore nell'azzurro dei suoi occhi.

"Posso conoscerla?" Chiede poi Louis ha gli occhi ancora ludici per l'orgasmo e le labbra piegate in un timido sorriso.

Harry non riesce a credere a quello che ha sentito. No, é assurdo. Louis che si autoinvita a casa sua é assurdo, impensabile. Eppure sul viso fine del castano non c'é ombra di una presa in giro, é serio e quasi speranzoso.

Harry si morde l'interno della guancia, sta attento nel rispondere, non vuole che quella bellissima atmosfera si distrugga.

Così, cauto e gentile, si fa coraggio e:

"Certo." sussurra.

Allora Louis sorride, prende un sorso di birra, la offre ad Harry e:

"A che ora?" Harry allora si chiede se quello sia un sogno, e si rende conto che, forse, la fortuna questa volta sta girando nel verso giusto.

"Alle otto." Dice allora, sorridendo come un cretino perché non riesce a trattenersi dal sentirsi felice come un bimbo per quello che gli sta succedendo.

Louis invece annuisce lentamente, incrocia le gambe sul materasso e spegne la sigaretta facendola cadere nella lattina di birra vuota.

Sente ancora quel forte senso di possessione nei confronti del riccio ed ora sente anche di doversi in qualche modo scusare per il proprio comportamento altalenante.

La sfuriata che gli aveva fatto Harry l'aveva fatto pensare e, magari, essendo carino con lui, si sarebbe sentito meno in colpa.

Ma alla fine Louis aveva voglia di vedere sua madre non per scusarsi, ma per vedere con i propri occhi la donna che l'aveva messo al mondo, e Louis avrebbe potuto trovare tutte le scuse di questo mondo per essersi auto invitato da lui ma lo sapeva anche lui che l'aveva fatto perché voleva stare con lui.

Per nessun altro motivo.

Ma Louis ha quella facciata dura che non vuole perdere, quindi fa finta di niente quando Harry, per ringraziarlo, lo bacia a labbra aperte, e fa finta anche di non sentire la pelle d'oca quando il riccio lo afferra per i capelli e lo trae sopra di sé.

Fa finta di non sentire le proprie guance arrossarsi quando Harry gli passa la lingua sul labbro inferiore ansimando leggero sulla sua bocca.

Anne é già arrivata e ha portato a casa del figlio tutta l'esuberanza che la caratterizza.

Cinquanta SterlineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora