Capitolo 3

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Gadget passò il resto della notte a correre verso il ruscello, prelevare l'acqua con la borraccia, e tornare indietro in tutta fretta.

Per poi riprendere il ciclo da capo.

Faith aveva suggerito di tenere la ferita pulita il più possibile, e per farlo serviva dell'acqua.

"Se non vuoi che mister simpatia ci crepi, segui le mie istruzioni alla lettera" le aveva detto, col tono saccente con cui si era presentata loro indurito da una nota di serietà che Gadget non si era certo aspettata in una come lei.

In quelle ore non era riuscita neppure lontanamente ad inquadrarla, ma in quel momento non poteva fare altro che seguire le sue indicazioni se non voleva Karim morto.

Lo conosceva da poco, proprio come l'umana, ma era stato comunque abbastanza per far si che lo prendesse in simpatia.

E poi aveva cercato di proteggerla da Faith poco prima, quando l'aveva scambiata per una minaccia, mettendo potenzialmente a rischio la propria incolumità per lei.

Se l'infezione si fosse propagata altrove, le possibilità di sopravvivenza di Karim sarebbero notevolmente diminuite.

Gadget non poté trattenere un tremore al solo pensiero.

Lo stato di incoscienza in cui lo sciacallo sembrava caduto da un paio d'ore non aveva fatto altro che incrementare la sua preoccupazione.

Aveva perfino smesso di muoversi.

Faith allora si vide costretta ad azzardare ad usare su di lui il disinfettante che aveva nella borsa.

Non conosceva la biologia della loro specie, sperava solo che avesse abbastanza cose in comune con la propria da fare in modo che facesse effetto.

Passarono un'altra notte e un altro giorno prima che Karim riaprisse gli occhi, riempiendo il petto di Gadget di sollievo.

Gli ci volle un'altra mezza giornata per riprendersi abbastanza da poter camminare, grazie anche all'aiuto dei ring che avevano svolto un ruolo fondamentale nel rimetterlo in sesto.

Karim non si scomodò a ringraziare quella che poteva considerarsi la propria salvatrice, ma ci penso Gadget al posto suo.

Le afferrò le mani, sull'orlo della commozione, riconoscente oltre ogni misura.

La ragazzina aveva mantenuto lo sguardo apparentemente disinteressato da lei, non rispondendo in alcun modo alle parole colme di riconoscenza e di lode verso il suo talento di cui la lupa la stava ricoprendo.

Le ci volle un po' prima che le sue labbra si incurvassero in un sorriso lusingato.
















Era stata una nottataccia. Su quello potevano essere tutti d'accordo.

Nonostante nessuno di loro fosse esattamente nelle condizioni di proseguire, non ebbero altra scelta se non quella di muoversi.

Non solo per via delle condizioni di Karim, ma anche di quelle meteo.

A giudicare dalle nuvole scure all'orizzonte, che si avvicinavano di più ad ogni minuto, era in arrivo una tempesta coi fiocchi.

Sarebbe stato un vero inconveniente trovarvici in mezzo.

La sfiga però non ne voleva affatto sapere di mollare la presa.

Infatti, dopo neppure mezzora dalla loro scarpinata i profili di due robot da battaglia svettarono tra le cime degli alberi.

Dovevano essere alti almeno cinque metri ciascuno.

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