🔥Capitolo 2🔥

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A lui inizialmente bastava vederla da lontano. Bastava vederla sorridere. Bastava essere il suo amico d'infanzia.
Non è mai riuscito e probabilmente non riuscirà mai a capire quando precisamente ha iniziato ad amarla. Sapeva solo che pian piano aveva iniziato a diventare più egoista. Sapeva solo che inizialmente voleva averla più vicino a sé. Sapeva che voleva riuscire a farla sorridere. Sapeva che voleva diventare più di un suo semplice amico d'infanzia, ma ha sempre lasciato le cose come stavano per paura. Per paura di non essere ricambiato e che Aki si sarebbe allontanato da lui nonostante sapesse che anche lei provava lo stesso, e diciamo che questo fu uno dei motivi per cui si era deciso di confessare, tra non molto, il suo amore.
Ma il vero motivo per cui si era finalmente deciso era che lei ormai era diventata una vera è propria donna. Anche se lui era cresciuto insieme e lei, non riusciva a capire come neanche un paio di anni fa sembrava una bambina e adesso fosse diventata una donna matura in tutto e per tutto. E lui probabilmente era il primo ad essersene accorto poiché, già dall'anno scorso, ogni volta che le fissava il petto, qualcosa di stranamente piacevole e fastidio succedeva nella sua intimità.

Posò un braccio sui suoi occhi mentre continuava a pensare a lei. In quel momento voleva stringerla a sé e sprofondare sulla sua spalla assaporando il profumo di miele dei suoi lunghi capelli neri.

«Merda» Disse il ragazzo sentendo i suoi boxer farsi sempre più stretti.
Lui odiava tutto questo. Odiava come quella ragazza riuscisse a fargli quel effetto pur non essendo lì con lui.

Poi qualcosa fece scattare il ragazzo, che repentinamente si sollevò su a sedere sul suo letto.
Era la sua voce. La sua voce che urlava al piano di sotto. La sua voce che si avvicinava. La sua voce che poteva sentire dall'altra parte della porta, insieme al rumore dei suoi passi.

«KACCHAAAAAAAAAAAN» Disse Aki entrando nella stanca sbattendo la porta.

Il ragazzo, d'istinto, si portò un cuscino per nascondere quello che la ragazza, pur non essendo minimamente consapevole, era riuscita a procurargli nella intimità del biondo.

«CAZZO VUOI ICEBERG!» Urlò arrabbiato il ragazzo, nascondendo il suo imbarazzo cercando di comportarsi in modo sgarbato come suo solito.

La ragazza si bloccò per qualche attimo, analizzando il ragazzo e la sua reazione. Aki sorrise maliziosa e, con una risatina, si portò una mano alla bocca.

«Se sei impegnato me ne vado»

Il ragazzo arrossì leggermente per il comportamento della mora, ma era solo imbarazzo e non perché pochi attimi fa stava facendo pensieri poco casti su di lei. Era solo imbarazzo. Era come se avesse paura che lei sapesse che quella sua erezione fosse per causa della ragazza stessa.

«STUPIDA ICEBERG, CHE SEI VENUTA A FARE?» Urlò, di nuovo, il ragazzo con aria arrabbiata, cercando di nascondere di più quel suo evidente rigonfiamento con il cuscino.

La ragazza entrò nella sua camera e si appoggiò al muro, di fronte al letto del ragazzo.

«È sabato» Disse la ragazza facendo spallucce.

Il ragazzo abbassò lo sguardo, quasi rassegnato, o meglio, esausto.

Per capire meglio, sabato era ed è sempre stato il loro giorno. Fin da piccoli, il fantastico trio è sempre stato insieme. E, da quattordici anni a questa parte, hanno sempre passato il sabato alla casa Bakugo, poiché i suoi genitori erano gli unici che lavoravano di sabato.

«Dio no» Disse il biondo, scocciato, buttandosi all'indietro sul letto.

«Dai pervertito, ci divertiamo. Ho portato Smash» Disse la ragazza sorridendo, mostrando la custodia della schedina soddisfatta.

«Come puoi definire quel gioco un divertimento? È peggio di monopoly. Ogni volta che ci giochiamo distruggiamo casa.»

Il ragazzo si appoggiò sui gomiti, cosi che la ragazza potesse vederla negli occhi.

«E sinceramente sono stanco di ripulire sempre io e di beccarmi le cazziate da quella vecchia megera»

«Vorrei ricordarti che sei sempre e solo tu che distrugge le cose quando giochiamo insieme. Comunque se vuoi una mano ti posso aiutare io»

Il biondo alzò gli occhi al cielo. Aki sorrise. Sapeva che quello era il suo modo per ringraziare.

«Mi sa che oggi Izu non verrà» Disse la ragazza sedendosi sulla sedia girevole che si trovava tra il letto e la scrivania.

«Chissene. Così posso batterti più facilmente» Disse Bakugo facendo spallucce.

«Sisi, certo. Lo dici sempre ma alla fine sono sempre io quella che vince e stravince» Disse la ragazza con tanto di linguaccia.

«Vuoi vedere? Io posso batterti in tutto»

«Si, come no»

«Sta a vedere» Disse il ragazzo poco prima di afferrarla per il braccio e portandola sotto di sé.

«Il primo che arrossisce perde» Disse Bakugo ghignando, vedendo già le guance della sua amica tingersi di rosso.

«Ma non vale, mi hai accolto alla sprovvista» Disse la ragazza portandosi una mano alla bocca.

«Oh, sisi, tutte scuse» Disse il ragazzo spostandosi da sopra di lei per poi sedersi dall'altra parte del letto.

«Ti odio quando fai così» Disse la ragazza iniziando a calciarlo, continuando a nascondere il suo, ormai, evidente rossore.

«Ma lo sai che scherzo» Disse il ragazzo subendo i suoi colpi come se niente fosse.

«Appunto per questo ti odio» Disse la mora alzando il tono di voce, sedendosi di fronte a lui repentinamente.

«Poi come farò a capire se sei serio o no?»

Aki si avvicinò a Bakugo, prendendolo alla sprovvista.
La ragazza era talmente tanto vicino a lui che poteva sentire quel buonissimo profumo di miele che il biondo amava tanto.

All'improvviso l'intera casa era sommersa dal silenzio, eccetto i battiti e i respiri di entrambi i ragazzi, che solo loro potevano sentire.

Troppo vicina, troppo vicina, troppo vicina

Bakugo ormai stava per impazzire. Sentiva il suo cuore esplodere dentro il suo petto, mentre i suoi occhi cadevano sulla scollatura della ragazza che, essendo così vicina, il biondo poteva ammirare di quella vista senza alcun problema.

All'improvviso, il silenzio che regnava nella casa di Bakugo cessò, lasciando spazio alle rumorose risate della ragazza, che si piegò in due buttandosi all'indietro sul letto del ragazzo.

«Cavolo che faccia, avrei dovuto farti una foto» Disse la ragazza tra una risata e l'altra, mentre il biondo la guardava confuso, non rendendosi ancora conto che la sua faccia era completamente tinta di rosso.

«C-cosa cazzo ridi?» Disse il ragazzo infastidito.

Odiava come cambiava atteggiamento da un secondo all'altro. Odiava come lo faceva sentire. Odiava provare tutte quelle emozioni in una volta.
Ma nonostante questo lui la amava da impazzire. Perché solo lei riusciva a procurare tutto quel casino dentro di lui. Amava solo lei proprio perché era lei e non avrebbe permesso a nessuno di allontanarla da lui.

Spazio autrice
Ad essere sincera non avrei mai pensato che questo libro arrivasse alle 100 letture però ne sono felice.

ʙᴀᴅ ʙᴏʏ - Bakugo KatsukiWhere stories live. Discover now