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«Hai svolto il compito che ti avevo chiesto?» chiese Jungkook una volta entrati in aula computer.

«No»

«Niente danza oggi, ti sto avvertendo» disse serio guadagnandosi una mala occhiata dall'altro che frettolosamente uscì il suo quaderno.

«Stavo scherzando, cazzo! Ecco qui il suo dannato compito!»

«Bravo alunno!» sorrise «Anch'io scherzavo ma sembrava necessaria farti questa minaccia»

«Lei è da denuncia»

«Sono minaccie a fin di bene, Jimin. Dovrai capirle prima o poi»

«Aish!»

«Comunque hai dimenticato questi nel bagno di casa mia l'altro giorno» il maggiore prese dalla sua tasca un paio di anelli d'argento e li passò al minore.

«Oh, neanche me n'ero accorto!»

«Ero troppo occupato ad ascoltare la conversazione tra me e mio fratello»

«Hai ragione» rispose sinceramente.

«E che ne pensi?»

«Scusami per quello che sto per dire ma tuo fratello è uno stronzo. Come può non dirti che presto avrai un nipote? Assurdo... È sposato? Povera moglie, dio» il corvino rise lievemente.

«Hyun Bin non è un uomo cattivo e lo dimostra il grande amore che ha nei confronti di mia cognata. Ha solo un carattere particolare»

«Ti odia e lo difendi pure?»

«Non lo sto difendendo. Sto soltanto dicendo la verità e poi sai che io non lo odio»

«Ma lui si!»

«Ed io che posso farci?» Jungkook la prese a ridere e l'altro sbuffò «Comunque mi hai dato finalmente del tu anche se nel contesto sbagliato ma va bene lo stesso»

«È che mi sono surriscaldato con questo discorso...»

«Non mi dispiace anzi mi fa piacere. Vuol dire che ti importo in fondo»

Jungkook ridacchiò quando vide il più piccolo poggiare la testa sul banco come se fosse stanco o forse soltanto imbarazzato.

«Non vedo l'ora di andare a ballare. Non ce la faccio più a stare qui dentro...» farfugliò il biondo.

«Pff! Lo dici solo perché sai che quello che ho detto è la verità. Ti importa di me e forse anche tanto...» Jimin alzò il suo capo di fretta e lo fissò.

«Lei sogna troppo ad occhi aperti»

«Può darsi ma qualcosa mi dice che ho ragione»

«Credevo che il sesto senso lo avessero solo le donne» disse ridendo.

«Chi ha parlato di sesto senso? Ho detto "qualcosa"»

«E cosa sarebbe questo qualcosa se si può sapere?»

«Non lo so. A volte alcuni tuoi sguardi, gesti o comportamenti parlano da soli...»

«Secondo me sta parlando di qualche altro alunno» contestò mentre i suoi occhi vagavano per tutta la classe.

«Che ti costa ammetterlo? Sto parlando di te, Jimin e di nessun altro»

«Bello quel tatuaggio che ha sul petto!» Jimin cambiò discorso usando la prima cosa che gli venne alla vista. In effetti, dalla camicia lievemente aperta dell'insegnante si poteva notare qualcosa di inciso.

«Come evitare un discorso, eh?» Jungkook chiuse i bottoni della sua camicia «Ops, non si vede più nulla! Dai, ammetti che ti importa di me...»

Questa volta fu il suono della campanella di ricreazione a salvare Jimin da quella fatidica domanda. Con un sorriso sulle labbra, su cui poi poggiò una sigaretta, si alzò dalla sedia e prima di uscire, osservò il suo maggiore.

«Sarà per la prossima volta, professore» scherzò.

«Ricorda che abbiamo ancora tutto un pomeriggio!» il biondo annuì con il suo sorrisetto ed uscì.

𝑯𝒂𝒕𝒆 𝒀𝒐𝒖 | 국민 Where stories live. Discover now